venerdì 6 settembre 2013

Due anni domani


Due anni fa domani.
Se ne andava dopo un mese e mezzo di doloroso allontanarsi, graduale, lento ma inesorabile.
Difficile fare valutazioni, se qualcuno le richiedesse.
Da due anni non ho più mio padre che regolarmente manifestava in modo impetuoso la sua presenza, mentre da oltre dodici mia madre ci ha lasciati in punta di piedi, come sempre ha vissuto.
Gli anniversari fanno pensare, ti riallineano con la realtà, te la rendono disponibile.
E così ti ritrovi non solo a generare ricordi - talvolta nascosti, e che in questi frangenti riemergono come se l'addetto all'archivio fosse stato allertato - ma analizzi, ti tormenti, ti annienti di fronte al tuo passato, di fronte al tuo futuro, senza di loro.
A cinquantacinque anni è 'facile' essere senza genitori, il tempo è inesorabile per queste cose, non perdona, soprattutto quando i tuoi genitori non ti hanno fatto giovanissimi. Quando hanno deciso di andarsene, le loro età erano piene di tempo.
Quindi la natura ha fatto il suo corso, intendiamoci.
Ma la sensazione di vuoto, di abbandono, quel senso di smarrimento che a volte mi coglie nei momenti più disparati, è uno stato che è difficile da sradicare, da interrompere.
A volte cado su ricordi, ormai sbiaditi, del passato più lontano, di vita quotidiana da bambino.
Ma più spesso i ricordi si fermano a quello più recente, fatto di sofferenze e dolori, di malattie, di quel senso di impotenza che ti ritrovi tra le mani di fronte a quanto di più ineluttabile la vita ti sbatte in faccia: la vecchiaia.
Due anni domani.

 


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