venerdì 27 luglio 2012

Tre passi indietro con tanti auguri


Peccato.
Ma ormai l'uomo lo si conosce.
È fatto così, e la cosiddetta crisi non migliora, anzi esplode i lati negativi.
'Fatto del bene, dimenticalo' recita una dei soliti proverbi, figli dell'ignoranza da una parte e del buon senso comune dall'altra.
Passano gli anni e sempre di più la fiducia nel genere umano scema, rallenta, scompare.
Uno dei baluardi del mio credo, la certezza che sull'uomo, in quanto tale, si può puntare per una società diversa, migliore e più equa, ormai è una pura e semplice chimera, un lumicino flebile ormai oltre la valle, che scompare, lentamente.
Ribellarsi? Forse.
Lasciare? Forse.
Vendicarsi? Forse.
Ma qualsiasi scelta si ponga, prevede una forza e una capacità di reazione elevate, sontuose.
È dura, durissima, in questo periodo, dove tutte le energie sono concentrate a rintuzzare attacchi, pagare conti e restituire i colpi.
Gli Squali dettano la legge. Loro hanno bisogno di un padre, di un esempio, di chi non molla, mai.
Quindi la strada, per così dire, non prevede alternative.
Si tiene la posizione.
Ma qualcosa ormai si è rotto, e non è solo una sottile sbeccatura del manico, ma una profonda spaccatura della struttura portante. 
E non si può riparare.
Non vedo alternative, ma neanche ottimismi all'orizzonte. 
Brutta cosa sentirsi spaesati...

lunedì 23 luglio 2012

Colorado, color sangue

Ricordo con chiarezza fotografica il Colorado, la regione delle Montagne Rocciose, in quella vacanza di ormai troppo tempo.
La bellezza dei paesaggi, la gente cordiale, la 'prima volta' in America, James Taylor che sussurrava le sue parole d'amore tra le pinete profumate.
Un paradiso, grazie anche alla giovane età e alla compagnia più bella del mondo.
Poi, un giorno, 33 anni dopo, ci si sveglia e si legge che un poveretto entra in un cinema vicino a Denver, mascherato da cattivo del film, tira fuori un arsenale come fosse Eta Beta, spara all'impazzata, ammazza bambini e adulti. E poi lo arrestano.
E via con l'indignazione, doverosa!, del giorno dopo, con le solite scene tristissime di madri in lacrime, polizia, e quelle terrificanti strisce di plastica, bianche e rosse, che delimitano la zona della tragedia.
E poi le reazioni, politiche e non, rutilanti pareri più o meno autorevoli, interviste impossibili, analisi ai confini della realtà...
Ma una cosa, una sola mi ha veramente colpito, almeno dal mio punto di osservazione.
Ci fosse uno, soprattutto in America, che abbia sollevato il tema delle armi, del porto d'armi, delle armi libere obbligatorie.
Voi sapete - l'ho sentito la sera stessa a Hollywood Party, che doveva presentare il nuovo film di Batman - in Colorado chiunque può acquistare armi e se le porta in giro non le può nascondere?
Basta che siano in bella vista e tutto è regolare. Neanche Tex Willer...
Sicuramente qualcuno obietterà, e mi taccerà di qualunquismo.
Sicuramente qualcuno sposa il concetto di 'diritto alla difesa', che molti paventano di fronte al libero acquisto di armi.
Forse avrete letto, l'altro giorno, di un bambino (non ricordo dove), di tre anni, tutto arzillo, che trova la pistola del padre (regolare o no, poco importa), la impugna, probabilmente urlando di gioia, e pum, e il papà che gli stava di fronte, ha finito di occuparsi di lui per sempre.
Una famiglia rovinata, un bambino distrutto nel suo equilibrio, una moglie vedova e un mondo sfiancato.
Gli Usa ci stanno abituando a queste inspiegabili stragi, fatte di follia, di povertà mentale, di violenza istigata, di ostentazione di presunti muscoli.
Ma se uno potesse solo acquistare una cerbottana con bussolotti di carta, non saremmo al riparo da tutto ciò?
È questo che vogliamo che il mondo diventi?
Far west, anche nella follia dei singoli?

venerdì 6 luglio 2012

sei luglio duemilaedodici

Come un vento fresco in una giornata afosa.
Come il sole dopo la tempesta.
Come il giorno dopo la notte.
Come la luce dopo le tenebre.
Come la gioia dopo la tristezza.
Come l'amore dopo l'indifferenza.
Oggi è arrivata Cecilia.
Io non so cosa sono diventato, se rimango uno zio, oppure divento un grigio e polveroso prozio.
Io non lo so proprio.
Oggi sono solo felice.
E la famiglia si allarga.
Il nome ci sopravviverà.

Ciao bellissima bambina.
Il mondo è tuo.
E noi ti seguiremo.

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...