Caro figlio mio,
la vita avanza e travolge tutto e tutti.
Soprattutto quella di tutti giorni, fatta di difficili sospiri alla ricerca di una boccata d'aria rigeneratrice.
Fatica, dolore, incomprensioni, tensioni. La vita di tutti, sempre più complicata.
Ma la vita è anche un po' un film giallo. Riserba molti colpi di scena, molti cambi di ruolo.
E quando abbiamo deciso - grazie al Carnevale e alle scuole chiuse per due giorni - di partire io e te per un fine settimana tra uomini, non pensavo e non sapevo cosa mi sarei trovato davanti.
E' stata la prima volta, io e te soli per qualche giorno.
Io e te in giro, senza femmine tra i piedi, senza nessuno che alterasse quel sottile equilibrio che si instaura quando un padre e un figlio si ritrovano da soli per qualche giorno.
Prima il viaggio notturno - ti sei addormentato, finalmente!, alle 22,30, dopo chilometri di strada e di parole -, poi la notte insieme nel lettone - episodio più unico che raro -, e poi finalmente il mattino, in montagna, alle prese con scarponi, sci, lezioni e panini alla salsiccia.
Veri uomini, mancava solo il grappino e ci arruolavano subito nel V Alpini.
E poi le discese insieme, con grande cautela, e l'incontro su in alto mentre facevi lezione con il maestro, e io che mi nascondevo dietro ai mucchi di neve per sbirciare quello che facevi.
E poi il ritorno, stravolto!, verso la funivia e verso casa.
E come tutti i bambini, assolutamente imprevedibile, ti sei ripreso improvvisamente e hai voluto andare la sera fuori a cena, alla ricerca di una margherita che come sempre hai mangiato per metà.
Veri uomini, veri veri!
Il giorno dopo, grazie a una giornata quasi estiva, tutto è andato anche meglio.
Tu non sei di facili entusiasmi.
Ma quando scendevamo insieme, nella luce accecante riflessa dalla neve, sulla pista, e cacciavi urla di gioia, io diventavo improvvisamente leggero come una piuma, e mi libravo sui monti di casa come un aquilone in balia del vento. Leggero, libero.
Sono stato felice in questi giorni, amore mio. Molto.
Come non mai.
Due giorni e tre notti in cui ho vissuto complicità, amicizia, ironia, gioia e sana goliardia.
L'unico rammarico è la mia non più giovane età, che restringe pericolosamente le aree di complicità e soprattutto limita gli spazi futuri.
Ma tant'è.
È proprio l'unica cosa al mondo su cui veramente non ci posso fare nulla.
È bello scriverti.
E ancora più bello sapere che un giorno potrai leggere.
E, spero, capire il mio amore per te, sconfinato.
Un bacio dal tuo papà.
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