venerdì 29 ottobre 2010

A casa con BiBì, con qualche linea di febbre in via di guarigione.
La compagnia di mia figlia è impagabile, straordinaria.
È una forza della natura, simpatica, di un'ironia sopraffina, capace di rivolte improvvise e di dolcezze infinite.
Ricorderò per tutta la vita questi momenti, questi attimi idilliaci in cui il mondo si ferma, in cui ogni bruttura sparsice, in cui la felicità e l'amore per i propri figli è l'unica cosa che conta.
Un nirvana pieno di emozioni.
Il tutto condito da una colonna sonora straordinaria creata da Crosby, Stills &Nash in sottofondo, apposta per noi.
E sulle note ritmate, incalzanti di Southern Cross, il papà ormai alle soglie dei 53 parte in un duetto ballerino con la propria partner BiBì che lascerebbe a bocche aperte sia Fred Astaire che Ginger Rogers.

giovedì 28 ottobre 2010

Bingo Bongo

Gianni Rivera. Io sono quello con il maglione azzurro,
in alto, sopra la testa di Schnellinger
Neanche a discuterne.
Io del Bunga Bunga non parlo.
Quest'uomo, ormai, mi è venuto a noia. Ha seri problemi e spero che qualcuno intervenga.
Per il resto non dico, faccio, penso più nulla.
Ho esaurito gli argomenti, le forze, la voglia e soprattutto lo spirito.
Io che odio, più di qualsiasi altra cosa, il calcio, piuttosto mi metto a dissertare amabilmente e con dovizia di particolari del fallo di Rivera su Mazzola, del rigore che Trapattoni ha causato contro Bedin, oppure se il goal di Prati c'era o era in fuorigioco. Senza parlare del fallaccio di Albertosi a Sivori, poveretto...
Sono stufo!
Ma che palle...

martedì 26 ottobre 2010

Papà, la colpa è tua!!

Tatticamente sono un papà con molta strategia e poca pratica.
Anche dopo sei anni di paternità, di cui tre con due Squali sul gobbone.
Oggi essere padre alla mia età, se posso dire, è una serie di convulsioni allo stomaco, fatte di preoccupazioni per il futuro, di ansie del presente e di rimpianti del passato.
Ma aldilà dei rammarichi di non averli fatti prima e quindi di essere sempre un po' alla loro rincorsa, il problema vero sono le ansie di un presente, sempre più complicato.
Niente di irreparabile, intendiamoci, ma oggi crescere ed educare i propri figli è una prova in salita con una bicicletta senza catena.
Stimoli pazzeschi, una società multietnica che offre molte opportunità di crescita culturale ma che mettono sotto pressione i genitori più che i bambini, pericoli veri o presunti a ogni angolo della strada, provocazioni politiche ed economiche che minano i fondamenti dell'educazione pubblica.
Ma altre cose molto più amene.
Pilù che non vuole imparare ad andare sulla bicicletta senza rotelle, BiBì che ha un'aggressività a volte smisurata, organizzazione delle giornate sempre in affanno con tre baby sitter, cinque maestre a scuola e due alla scuola materna, lavoro che sempre impera, stress continuo.
E poi le vere preoccupazioni, quelle per il futuro, alla luce di un presente terribile.
I bambini sono nostre 'vittime', che lo vogliano o no.
Vittime del nostro mondo, delle nostre sensazioni, delle nostre lotte e delle nostre scelte.
Spesso sbagliate.
Ci perdoneranno mai?

lunedì 25 ottobre 2010

L'amore non è un calesse, ma un integrale

La matematica non è un'opinione.
L'amore è un sentimento incontrollato.
L'amore è un integrale.

La matematica, mi perdonino i professionisti del calcolo, in fondo non è nient'altro che un percorso, più o meno guidato da indicazioni (regole). Chi è bravo le sa leggere, le indicazioni, e arriva alla meta, spesso anche divertendosi. Chi non le sa leggere, chi non conosce le regole, sbatte contro un albero o cade in un dirupo. Si diverte meno, e soprattutto non risolve 'il problema'.

Bene dopo questa farneticante introduzione arriviamo al punto.
Sovrapponete queste due notizie e alla fine tirate le somme, come in un'addizione aritmetica, come in una funzione matematica.

Ci vogliono venti centesimi di secondo per innamorarsi. O meglio bastano venti secondo e tac!, patatrac! e si cade nell'imbecillità tipica di chi ha preso una 'cotta'.
Proprio poco poco. Per questo si chiama colpo di fulmine perché è proprio una reazione estemporanea, fisica e soprattutto cerebrale.
Per questo quando succede c'è poco da fare. Si può combattere, lottare, ma quando capita non c'è via di scampo. E se l'altro ricambia si parte verso nuove avventure. Altrimenti ci si dispera.

Bene, a fronte di questa constatazione para-scientifica, è ovvio che, matematicamente parlando, siano altissime le percentuali di tradimento, di occhi che si incrociano, di avventure pseudo-clandestine, di amori paralleli.
Questa ricerca, ci dice che in Italia più della metà degli uomini e quasi la metà delle donne tradisce, ha avventure, copula fuori dal proprio talamo familiare.
In una società in cui la velocità e la frenesia sono diventate padrone, a spese del ragionamento e della meditazione e della qualità, se bastano pochi centesimi di secondo per perdere la testa di una donna (o uomo), è ovvio che i tradimenti aumenteranno in modo esponenziale, le avventure si rincorreranno, e i matrimoni traballeranno sempre di più.
1+1=2. La matematica non è un'opinione...

venerdì 22 ottobre 2010

Un giorno, leggendo

Leggere le notizie è ormai un percorso di guerra, a ostacoli.
Ma soprattutto, aldilà delle consuete critiche che possiamo fare ai mezzi informazione - sempre più sensazionalistici e pettegoli e cinici - la lettura dei quotidiani è ormai una cosa per stomachi forti (e io non leggo Giornale e Libero, perché sennò chissà...).

Guardate questa rapida carrellata di oggi. Tutto su Repubblica tra l'altro....

1 - I rifiuti a Napoli
Una storia infinita, che loro signori avevano detta di avere risolto, visto che sono il partito del fare.
E quando invece ci si accorge che non hanno risolto nulla, che hanno solo buttato polvere negli occhi, per giorni si sono nascosti e poi hanno cominciato a spararne una più grossa delle altre, fino ad arrivare a sparare quella più grossa di tutte.
In più, paradosso nel paradosso, anche il nuovo presidente di regione, dopo aver impallinato Bassolino dandogli le colpe di tutto (e ne ha molte, intendiamoci...), lancia questo messaggio patetico che in un paese civile farebbe rivoltare le budella anche a chi digerisce i sassi.

2 - La giustizia.
Poi c'è questa, che se non parlassimo di cose serie, ci sarebbe da cominciare a ridire per non fermarsi più. Questo signore pensa, e a questo punto comincio pensarlo anch'io, che siamo un paese di deficienti. Ma si può essere così spudorati? Si può essere così impuniti da prendere per i fondelli il mondo intero? E poi ottenere pure i voti?

3 - Leggi ad personam.
Dopo la prima porcata della legge elettorale, ecco la seconda (forse qualcun'altra mi è sfuggita...) del nostro rappresentante di pura razza padana.
Quelli della Roma ladrona, del "terun turna a ca' tua", quelli dei soldi nostri a casa nostra, e amenità cantando, dopo aver piazzato tutte le loro famiglie, figli, moglie e mariti, amanti, cani e canarini, sulle poltrone pubbliche a spese nostre, eccoli imparare benissimo dal loro capo dall'altezza contenuta (o sono loro i suggeritori di tutto?) come 'regolare' le leggi a seconda degli interessi personali di uno o 36 collaboratori in sensibile difficoltà. Bello, i paladini della legalità e della modernizzazione dello stato, bravi, bravi...

4 - Castellamare di Stabia.
E poi c'è quest'altra, che a paragone delle altre che ci precedono fa un po' sorridere, ma che invece fotografa con esattezza dove va il paese, che cosa fanno gli amministratori per farsi 'pubblicità', che cosa si inventano invece di gestire la cosa pubblica e di essere al servizio del cittadino. È la cartina tornasole di un paese che ormai è in guerra perenne, dove tutti sono contro tutti.

5 - Ciao ciao Italia.
E poi c'è l'ultima, la più triste, la più drammatica. Anche se è una via d'uscita per scappare da questa gabbia maleodorante e malsana che l'Italia è oggi.
I giovani se ne vanno, disperati, stufi marci, delusi, arrabbiati, tristi. Stranieri a casa loro, ecco cosa sono. Giovani che non torneranno mai più indietro e che il nostro paese rimpiangerà, molto presto. Ma dopo tutto come dar loro torto?

mercoledì 20 ottobre 2010

Bello!!!!

L'approvazione in commissione giustizia sull'impunità del presidente del consiglio è un mostro giuridico e una palese violazione della Costituzione, visto che dichiara, in modo chiaro e netto, che tutti gli uomini sono uguali di fronte alla legge, tranne alcuni. Anche nel passato.
Ma aldilà della sconcezza giuridica, dell'inopportunità sociale, della palese volontà di allontanare ancora di più, se possibile, le istituzioni dalla gggente, questa approvazione apre le porte a una serie di iniziative importanti, che saneranno ingiustizie, delusioni e sorprusi che il nostro ha subito da parenti comunisti, compagni di classe comunisti, maestre e professori comunisti, commercianti comunisti, marinai comunisti e comunisti di ogni risma.

Prepariamoci. Ne vedremo delle belle.
Perché non è finita qui.

E siccome odio dire 'ma ve lo avevo detto', dico sommessamente che l'avevo detto che i nuovi del Fli sono tutte chiacchiere e distintivo, e sempre 'quelli là'.
O no?

martedì 19 ottobre 2010

Pazienza avere tu devi!

- Papone, facciamo colazione?
Così stamattina, nel dormiveglia, mi sono sentito rimbrottare da BiBì, in versione rimata e in forma smagliante, sorridente, simpatica come di fatto è quando non urla.
- Certo, le dico io, cogliendo l'attimo di buon'umore dello Squalo più squalo che c'è.
Pilù si arrotolava ancora nelle coperte, nel buio della stanza alle 7,00 del mattino appena passate, cercando di conservare a lungo il tepore del letto e il silenzio della notte.

Ormai gli Squali si sono abituati all'assenza della madre.
Chiedono sempre di lei, ma non c'è più quell'angoscia dei primi giorni, della ricerca spasmodica della sua presenza.
Sanno che torna e quindi si sono tranquillizzati. Anche perché sanno anche di passare le giornate con il migliore dei padri che esiste nell'universo conosciuto, intendiamoci. Mica paglia!

Stasera bagnoooo!
Che la forza sia con me...

lunedì 18 ottobre 2010

Il conte Ugolino

Dieci giorni e più solo con gli Squali sono tosti, difficili e maledettamente faticosi.
Ma forse il più è fatto visto che siamo usciti indenni dal week end che impegna 24ore su 24, soste in bagno incluse.
Ma l'altra sera ho rasentato l'infanticidio, oltre che l'infarto.

Sabato sera, cena da amici dopo qualche ora di gioco pomeridiano tra bambini.
Tutto fila normale, consueto, senza particolari sussulti.
Ore 21,30, è ora di andarsene. Ci vuole 20 minuti per tornare, poi diluvia, poi bisogna salire in casa, poi mettersi il pigiama, poi fare la fila in bagno, poi scaldare il latte, poi... insomma meglio andare.
E loro, gli inutili esseri non ancora cresciuti, che cosa fanno, dopo che ho giocato con loro tutto il giorno, che me li sono smazzati anche al supermercato, che gli ho preparato colazione, pranzo e merende varie, che li ho fatto giocare con i loro amici...loro che fanno?
Si mettono di traverso, a casa d'altri, così, solo per rompermi i cabasisi.
- No, non voglio, esordisce il più grande, che è uno scientifico terrorista seminaguai. Lui butta il sasso e poi si tira in disparte per vedere di nascosto l'effetto che fa.
Io lo fulmino con uno sguardo, ma ormai la bomba è innescata, ed è senza miccia, non ci si può fare nulla.
- Anch'io non vojo, replica l'attrice numero due, il soprano dell'opera, che rincara la dose inventandosi qualche passo di danza russo e rifiutandosi di rimettere le calze che già da tempo, con senso dell'eleganza, aveva scaraventato in qualche angolo della casa.
Cerco di fare appello alla mia pazienza e alla mia innata, e quindi perdente, autorevolezza nei confronti dei miei figli.
Lei scalcia, rantola, si arrotola, rincula, si rannicchia, si distende. Il tutto urlando come una pazza.
Ma siccome di pazienza io non ne ho scatto subito come una molla.
La prendo, la blocco, la giro, le rigiro, il tutto cercando di controllare il mio imbarazzo in mezzo a persone, sì amiche, ma pur sempre estranee. Sembra un incotro di lotta greco-romana.
Risultato? Nessuno.
Provo a blandirla.. Risultato? Nessuno.
Allora scatta il piano B oppure il Q, che ne so, che è quello che recita 'ora basta!'.
Le si infila il golf con autorità, le si cala addosso con violenza la giacca e con i piedi nudi e scarpe e calze in mano si esce.
Per farla breve. Urla, scalci degni di Francis l'Asino Parlante, spintoni.
Fino a quando finalmente, tra lacrime copiose, si entra in auto e si parte.
Ma lì, solo come un pirla, sotto un diluvio universale, mollo tutto e mi metto a urlare come una lavandaia, nella macchinetta giapponese di mia moglie, contro quei due farabutti che non sanno cos'è la gratitudine, non sanno cos'è l'attenzione e il rispetto verso il loro padre, contro tutto e tutti.
Loro muti, terrorizzati.
Rientriamo a casa a passo dell'oca, - "il primo che fiata fa una brutta fine!!", mi sento gridare - li ficco a letto, non gli dò il latte per punizione (che cretinata...) e finalmente mi siedo in salotto in attesa che i due si perdano finalmente tra le braccia della notte e i loro maledetti sogni.

Lì mi rendo conto di due cose:
1 - che sono in pieno età a rischio d'infarto per i cosiddetti maschi. Mi sento il cuore in gola.
2 - che nessuno mi pagherà mai un centesimo per tutto quello che sto facendo...perché è giusto che lo faccia, perché loro sono bambini, perché sono i miei figli e perché li amo alla follia.

Dopo mezz'ora sono nella loro stanza, mentre dormono, con i loro respiri pesanti, con le gambe di qui e le braccia di là, con le coperte per terra, con i giochi sparsi per tutta la stanza, e li abbraccio, li bacio fino a quasi svegliarmi, appisolandomi nel letto di Pilù.
Mi risveglio dieci minuti dopo, con la schiena che urla, e mi trascino fino al mio letto, con un forte senso di colpa.
Ma va?

venerdì 15 ottobre 2010

La forza della verità

Notizie sconfortanti, anche se di portata differente.
Da una parte la storia brutta del professore all'università di Teramo che , durante una lezione al master, si lancia in una filippica patetica e antistorica negando di fatto la sterminio nazista degli ebrei e di altri oppositori e 'diversi'.
Dall'altra l'inaugurazione a Berlino di una mostra su Hitler, forse con tutti i crismi della tutela storica, ma sicuramente inopportuna. Troppo complicato, secondo me, affrontare temi del genere, troppo presto, con la sicura deriva verso la celebrazione e l'apologia, nonché della strumentalizzazione. Non si crea coscienza politica con lo spettacolo.
Ma la notizia principe è la prima, quella derivata dalla 'lectio magistralis' del presunto professore senza nome perché non mi voglio sporcare le labbra.
La reazione comune, come la mia, è quella dell'indignazione, del rifiuto.
Io pensavo, non solo a provvedimenti disciplinari, e in sogno anche al suo licenziamento in tronco!, ma a quali strade giuridiche, normative e culturalmente impeccabili si possono intraprendere per impedire queste oscene derive naziste negazioniste.
Ed ero per azioni drastiche, leggi tremende, punizioni esemplari.
Poi ho letto questo, il blog di Odifreddi su Repubblica.
E devo dire che mi ritrovo d'accordo con lui.
Come si fa a stabilire per legge la verità? E chi sancisce cosa è vero e cosa no?
Il parallelo di Odifreddi tra le falsità del cosiddetto professore e la religione e i suoi integralismi ai diversi poli del mondo è straordinariamente forte e convincente, e ci pone domande sulla libertà di pensiero, sulla tutela della verità e sulla sua capacità di affermazione in quanto valore assoluto.
Il finale del post di Odifreddi poi è decisamente straordinario, irrispettosamente seducente ed esilarante quel giusto.
Lo riporto sotto, per i più pigri, per chi non vuole leggerlo tutto.

"Rendendo un reato il negazionismo, si finirebbe dunque per instillare il leggittimo dubbio che veramente esso sia una verità, che si teme di sentire e si vuol impedire di divulgare. E poi, diciamoci appunto la verità: su quante altre menzogne bisognerebbe preoccuparsi di legiferare? Non si dovrebbe anche mettere fuori legge l’astrologia, ad esempio? O le teorie del complotto sull’11 settembre? O, perchè no, il cristianesimo stesso? Anche perché, mentre i dubbi sulla Shoah sono ridicoli, quelli sull’esistenza storica di Gesù Cristo sono serissimi. Perché mai preoccuparsi di un isolato professore che la dice grossa, a fronte di un esercito di preti che la sparano ancora più grossa?"

mercoledì 13 ottobre 2010

You may say, I'm a dreamer..

Vi invito a un gioco.
Le regole sono semplicissime.
Prendete un computer.
Collegatevi a internet.
Andate sul sito di Repubblica (ma di qualsiasi giornale, io leggo questo e questo conosco).
Aprite l'home page di ora (13,40 di mercoledì 13 ottobre). Ma vi metto i link specifici.

Non voglio fare il demagogo da strapazzo, neanche il romantico sognatore di un mondo che non c'è.
Voglio solo mettere a confronto, grazie alla casualità della vita, due notizie (con solo alcune fotografie) che si rimbalzano oggi su tutti i giornali e siti di informazione di tutto il mondo.

1- La disperazione e la solitudine di popoli talmente annoiati della propria vita quotidiana da inventarsi violenze e saccheggi solo per una partita di calcio.
Uomini giganteschi che guidano altri - sicuramente benestanti visto che si possono permettere trasferte da da uno stato all'altro - nel sabotare un evento sportivo con presunte motivazioni nazionalistiche e politiche. Oppure il contrario, scegliete voi. Un'unica osservazione, perché ci vuole: l'unico simbolo/segno di riconoscimento politico era, tanto per confermare, il saluto romano, onnipresente quando c'è violenza, massacri, disordini e sorprusi.

2 -Il salvataggio dei minatori sepolti in Cile.
E due cose in particolare, mi hanno colpito, aldilà della vetrina mediatica con passerella dei politici locali.
La partecipazione dei bambini, i figli dei minatori, in spasmodica attesa di rivedere i loro papà, in lacrime, che gioiscono, che si agitano, che tengono per mano le loro madri, che sussurrano 'papà'... Una meraviglia per gli occhi, un rinnovato sguardo verso l'amore, quello vero.
E poi i minatori, stessi, e tutte le persone che lavorano all'operazione di salvataggio. Visi veri, senza retorica, di lavoratori veri, andini, con gli sguardi fermi, con la pelle tirata, rigata, sfibrata.

Ecco, il gioco è mettere a confronto le due notizie e decidere, banalmente, dove sta il bene e dove sta il male, e quindi decidere se il mondo ha ancora qualche possibilità di sopravvivere oppure deve soccombere tra violenza, stupidità, ignoranza e odio.
Un gioco da niente.

You may say, I'm a dreamer...

martedì 12 ottobre 2010

Digitalizziamoci il cervello

Io non guardo mai la televisione.
O meglio non la guardavo mai, fino a quando, maledizione!, ho installato il decoder del digitale terrestre sulla nostra vecchia tv.
Un mondo di scoperte si sono manifestate ai nostri occhi.
La metà dei canali non si vedono. Sono solo immagini a strisce e con un audio fatto di scariche degne di un temporale in alta montagna.
Per intenderci, ieri BiBì mentre scanalavo alla ricerca di Rai Storia continuando a incontrare immagini improbabili, si è fermata davanti al televisione, e con la sua sottile ironia, non è mia figlia per caso!, ha esclamato "Mamma mia, come si vede bene...".
Insomma un vero schifo, oltre al fatto che, nel tentativo vano di risolvere i problemi, provo a riscaricare i canali e ogni volta ne mette di nuovi, ne omette di vecchi e così via...
Forse dipende dalla mia antenna centralizzata?
Forse è un problema di tempo?
Forse è colpa del governo o del Pdl?
Non lo so. So solo che vedo quasi esclusivamente i canali che già vedevo via etere, tranne Mediaset che è martoriata da strisce, scariche audio e comparsa/scomparsa totale dell'immagine (poco male, direte voi...).
Comunque, il fatto di avere acquistato il decoder mi ha invogliato ad accendere la tv nella speranza di vedere chissà che cosa.
E infatti qualche novità c'è.
Rai Storia, appunto, un meraviglioso contenitore di storie, immagini, notizie e esperimenti mediatici dei tempi in cui la televisione pubblica, sebbene democrista e un po' papista, era un esempio di servizio pubblico al servizio del pubblico.
E quindi storie dell'Italia posta guerra, indagini, inchieste, intrattenimenti intelligenti, interviste a scrittori, attori, politici. Un esempio di buona televisione.
E poi?
E poi basta.
Qualche canale di cartoni animati con fumetti improbabili che i miei figli rifiutano; qualche canale di sport con partite del campionato argentino, brasiliano, dell'Uganda del sud...
Qualche canale di film, come Rai 4, interessante anche se ripetitivo fino alla noia.
Forse la parte più succulenta è quella a pagamento, a parte il calcio. Cinema, sport, documentari, cartoni animati di qualità. E anche sesso e cotillons.
Mah, una decisione urge: o butto via tutto e torno alla vecchia configurazione oppure faccio un salto di qualità, con tv via cavo (Fastweb?), televisore al plasma o lcd da 2.543 pollici e Hd incorporato, e visto che ci siamo, anche il 3d con gli occhialini da deficiente.
O no?

giovedì 7 ottobre 2010

Ciao Renato

Pomeriggio, uno qualunque.
Lei esce a prendere qualcosa - latte, pane o chissà che altro...
Lui rimane in casa, con la figlia di nove anni.
Scene di ordinaria vita quotidiana, banale, normale.
Lei rientra.
E lo ritrova a terra, steso, ormai agli ultimi battiti di quel cuore, a quanto pare, scarsamente affidabile.
Un ultimo disperato tentativo di riprenderselo...
Ma ormai se ne è andato.
Una famiglia si distrugge e il dolore copre tutto. Senza ritegno. Senza scampo.

Non ci posso pensare...
Che cosa ha fatto di male quella bambina per aver dovuto assistere a tutto questo?
Caro Regista, non si poteva cambiare la sceneggiatura?


Ciao Renato, uomo sempre perfetto e inappuntabile.

Il problema, ora, è per chi rimane.

mercoledì 6 ottobre 2010

Me time

Questa è la dura realtà. Questo è ciò che nel tempo, passo dopo passo, ci siamo costruiti.
Una vita a metà tra il lavoro - sempre più presente, invasivo, totalizzante, ingombrante - e il dedicarsi agli altri.
Assotigliando in modo drammatico il tempo per se stessi. Talmente sottile da incominciare da assaporarne la trasparenza.
Un tema sempre più presente anche nelle discussioni tra amici, parenti e colleghi di lavoro. Un tema talmente sentito da avere sostituito argomenti più forti e sanguigni come la politica, il gossip e, talvolta, il dio calcio. Il che è tutto dire.
Tutti sono alla ricerca di momenti per sè, di avere modi e tempi per potersi dedicare ai propri interessi, alle proprie inclinazioni, ai propri personali impegni o curiosità, oppure alla propria e sana noia.
Non esiste più nulla.
O sei sul lavoro o stai facendo qualcosa per qualcun'altro.
O stai angosciandoti per la prossima scadenza oppure stai prostrandoti al servizio della famiglia, dei genitori ormai anziani, dei figli.
'TU' ormai non esisti più. Non conti più. Non hai più diritti.
E se osi solamente alzare un dito e mormorare "ehm, veramente ci sarei a anch'io...", sei immediatamente tacciato di egoismo, di cinismo, di menefreghismo, di essere un farabutto.

Dopo lunga meditazione e consultazione con qualche uomo di buona volontà, ho deciso che mi compro dei tappi per le orecchie, degli occhiali scuri, che camminerò all'indietro così non incontro più nessuno, che triturerò il cellulare e che farò un corso di dizione di fiorentino rinascimentale per imparare definitivamente e incontrovertibilmente a pronunciare la più bella parola della lingua italiana: no!

lunedì 4 ottobre 2010

Puliti, ricchi ed efficienti

Non è la Germania hitleriana.
Non sono le persecuzioni dei cristiani della storia antica romana.
Lutero...
Non è Pol Pot in Cambogia.
Non è Pinochet in Cile anni '70.
Non è Videla nell'Argentina di 40anni fa.
Non è nessuno dei dittatorucoli più o meno violenti dell'Africa di ieri, di oggi e, speriamo di no!, di domani.
Non è lo Zar, non è Salazar.
Non è neppure il pelatone di piazza Venezia.
Non sono gli americani contro gli indiani, né tantomeno gli australiani contro gli aborigeni.

Niente di tutto questo.
Stiamo parlando della luterana Svizzera - cioccolato buono, treni puntuali e prati verdi tutti ordinati, massimo rigore -, e non di quella dell'ottocento, ma di quella di oggi, almeno di quella che va fine della guerra agli inizi anni '80 (proprio così, 1980!).

Leggete qui, ma vi pare?

Tanto oggi basta scusarsi e...via verso nuove avventure!!!
Vergognarsi mai?

domenica 3 ottobre 2010

Fumo nero

Un ondata di Fumo Nero arrivò.
Un fumo denso, acre, che irritava gli occhi.
Accompagnato da un vento fortissimo, impetuoso, che prese tutto e tutti, che portò tristezza, solitudine e senso di abbandono.
Poi ci si risveglia dall'incubo, ma una senso di vuoto, di ineluttabile fragilità ti accompagna tutta la giornata, ti erode dentro.
Poi cerchi di rilassarti...e ti accorgi di esserti appisolato e il prossimo risveglio, quello più drammatico, quello che tutto decide deve ancora arrivare.
Sudato cerchi di volare via.

venerdì 1 ottobre 2010

Un frappé di bambini

Le settimane a scuola di Pilù si susseguono.
Dopo 15 giorni di lezioni, il primo bilancio è questo:
- cambiato di banco due volte per approdare a una ragazzina carina che sicuramente è meglio di tanti baluba maschi
- iniziato i corsi di avviamento allo sport per due giorni alla settimana (dalle 16,30 in poi)
- gli altri tre sono riempiti uno, da un'uscita alle 16,30 e gli altri due dal post-scuola
- tre le baby sitter che si alternano a ritirare sia Pilù sia BiBì (un esercito)
- quasi tutte le matite dell'astuccio consumate e iper-temperate (se andiamo avanti così chiudiamo per fallimento)
- Gormiti ormai in stato di abbandono
- sempre più notti si alza e viene nel 'lettone'
- sveglia alla mattina sempre più difficile

Per quanto riguarda BiBì la situazione è questa:
- abbastanza tranquilla all'entrata a scuola materna
- ormai si sta facendo un giro di amici che la tranquillizzano molto
- anche le educatrici sembra vadano bene e sembrano molto attente
- rifiuto totale di una delle baby sitter che l'altra sera è stata letteralmente contestata con seguente rifiuto di seguirla verso casa (santa bambina...)
- parolacce a gogò che chissà dove impara
- frigne continue in casa con conseguente irritazione profonda nei confronti del papà
- sempre più notti si alza e viene nel 'lettone'
- sveglia sempre più complicata

Il problema vero, aldilà di battute e considerazioni di facile ironia, è che gli Squali, da settembre hanno:

- iniziato scuole nuove con tutto quello che ne consegue
- cambiato baby sitter che avevano da quando erano nati
- subìto tutto l'impatto verecondo e violento del lavoro dei loro genitori che in questo mese è stato veramente assurdo per quantità e impegno ( e non se ne vede la fine...).

E' come se se fossero stati messi entrambi in un frullatore...

Bisogna avere un po' di comprensione e pazienza.
La fatica sale, moltissimo...

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...