martedì 31 agosto 2010

Paese mio che stai sulla collina...

Questo paese ha infinite risorse, ha milioni di forze e tutte le energie per riuscire a peggiorare giorno dopo giorno.
E non parlo della triste e cialtrona chiassata che il nostro ha organizzato per la visita del massacratore di uomini nel deserto, tra hostess (escort?), ragazze (escort?), cavalli, tende e miliardi di euro che ingrasseranno i soliti amici degli amici degli amici.
Parlo delle dispute quotidiane che ormai affollano le nostre sale operatorie, meglio se durante un parto.
Prima in Sicilia due esimi colleghi si sono presi a pugni di fronte al dilemma di cesareo sì e cesareo no.
Non so chi abbia vinto, ma so solo che la madre e il figlio non se la stanno passando per il meglio.
E come le ciliegie, una sconcezza tira l'altra.
Oggi compare su tutti i siti la storia della morte di un neonato, a Roma, a causa di un litigio tra ostetriche dopo il cesareo e non so quale altro guaio. Non approfondisco.
Questo ormai è un paese osceno.
Corruzione, battone di ogni risma nei palazzi regali, inettitudine professionale, leggi solo per piazzare il capo, arraffo al tesoro oppure al posto. Questo è un paese non solo in declino economico, politico e sociale.
E' un paese in pieno processo di degrado culturale e di convivenza civile, dove ognuno ormai, come nell'antico west, vive per sè, rema per sè e allunga un piede sui concorrenti o sul vicino che sta affogando.
Ora anche i medici che fanno Cassius Clay e Griffith davanti a una povera signora partoriente.
E' un paese ormai duro come il granito, diffidente, egoista e incazzoso a morte.
Ho una bruttissima sensazione...

lunedì 30 agosto 2010

A me Ibrahimovic, mi fa un baffo!

Il rientro è ormai fatto consolidato, acquisito, metabolizzato.
Sono state vacanze all'insegna della tranquillità, dedicate completamente ai figli, senza nessuna particolare ambizione.
Ma sono state belle, rilassate, con alternanze di visite, nuove persone, nuove sensazioni.
Ma si sono concluse con due eventi fondamentali, che ne segnano il significato.

1- Giovedì sera 26 agosto
E' l'ultima sera che siamo in montagna. Il giorno dopo si raggiunge la madre degli Squali, dall'inizio settimana già a Milano a lavorare. E' stata una bella settimana solo con loro, all'insegna dell'affetto, della collaborazione, della complicità, tra rifugi, polente, piscine, giochi nel parco, amici e qualche sorpresa.
Una settimana che ha rinsaldato il mio rapporto con loro. Bellissima.
Insomma, in questa ulitma sera si è verificato un episodio decisamente insolito e che mi ha letteralmente spiazzato.
Dopo che BiBì se ne è andata a letto stravolta da una giornata fatta di camminate, corse, giochi con gli amici - senza il sonnellino pomeridiano! - rimaniamo io e Pilù, dopo cena, soli.
Gli chiedo cosa vuole fare per ingannare quest'ultima ora prima di andare dormire, e lui come risposta prende una sedia e la porta sul balcone e mi invita a fare lo stesso.
- Papà, ti voglio parlare.
Oh madonna, penso, e adesso cosa succede?
Sudori freddi, tachicardia a rischio infarto, tremolio alle mani, ginocchia che incominciano a ballare la samba....
Mi siedo davanti a lui.
E comincia.
- Papàààà, guarda che bello, indicando il panorama (la mia casa è in una pineta secolare bellissima).
Sembra un quadro, continua, sembra tutto appena dipinto.
Io lo guardo allibito.
- Mi è piaciuta molto questa vacanza. Non ho voglia di tornare a Milano, puzza, c'è rumore, fa schifo!
Io rintuzzo con il solito discorso dei doveri, delle necessità, degli obblighi, della vita di tutti i giorni...
Ma lui granitico alza il tono.
- Tu sei stato bravissimo. Questa settimana senza la mamma sei stato il papà più bravo del mondo. Voglio sempre stare con te!!!, conclude lapidario. - Ti voglio bene, papà!!!
Lo prendo in braccio, ci abbracciamo, sembra una scena da 'Cuore'. Ma è tutto vero.
Mio figlio è diventato grande, e me lo fa sapere appena può.

2 - Venerdì 27 agosto
BiBì compie tre anni!!!!
L'evento si festeggerà per tutto il week end manco fosse il compleanno della regina Elisabetta.
BiBì in questo mese ha fatto uno dei famosi scalini di crescita, un salto di qualità, diventando una bambina affettuosa (almeno un po'), disponibile (almeno un po'), brave e ubbidiente (almeno un po').
Una bellissima sorpresa, soprattutto per me.

Sono un papà felice, chevve devo di'?!

martedì 24 agosto 2010

Villaggio vacanze!

Questa ultima settimana di vacanze me la spendo tutta senza sconti e promozioni da solo con gli Squali in montagna.
A parte le prime ore dopo che la loro madre se ne è partita per la grande Milano per ricominciare a lavorare - in cui i 'voglio la mamma' e 'la mamma quando arriva?' si sono sprecati fino a provocare un innalzamento dell'inflazione - ora le cose si sono stabilizzate.
E sono giorni meravigliosi, anche se faticosi da bestie.
Questa full immersion nella paternità mi permette di vivere cose, sentire frasi e raccogliere emozioni che nella vita di tutti i giorni sono di difficile percezione.
Le giornate in genere si aprono con loro due che entrano - sempre per mano! - nella stanza dove, già sveglio, attendo che loro si alzino.
Mi compaiono davanti, aprendo la porta, per poi correre verso il letto in un abbraccio a quattro mani violento e irruento.
Stamattina Pilù, tra un bacio e un abbraccio strettissimo mi sussurra all'orecchio, non so perché:
- Papà, è vero che tu non ci lascerai mai?
Oppure BiBì, che seria seria mi dice:
- Papà, è vero che io e te ci sposiamo a Roma?
- ...
E poi in giro tutto il giorno, su per i monti, in piscina, lei che si gira verso di me e sculettando mi alletta con un lascivo 'Seguimi!'; e poi gite in pineta, giochi sull'altalena, spesa in paese, polenta e salsicce, abbracci alle gambe accompagnati da migliaia di 'ti voglio bene', gelati consumati tra coni che colano e cucchiaini stampati su magliette appena cambiate...
Credo che queste vacanze me le ricorderò, sicuro.

Essere padre è la cosa più bella del mondo.
Almeno per ora...

Ps. Per esempio, in questo momento arriva BiBì (ore 15,00...) si avvicina con aria furbetta e mi urla in faccia un 'voglio la zuppa'!'. E io che faccio?

mercoledì 18 agosto 2010

Niente paura, sono solo Squali!

Sono giorni speciali questi di vacanze con i miei figli.
In questa vacanza anomala in montagna, senza mare, senza viaggi e un po' da pensionati, gli Squali mi sembrano comunque tranquilli, si divertono, hanno un sacco di amici, mangiano, dormono e la fanno regolarmente. Che si può voler di più?
Si può si può, altroché...
E infatti si ha di più, con grande sorpresa.
BiBì, da quando sono tornato dopo una settimana di assenza ai primi di agosto, sembra essersi accorta di me in maniera stabile e sostanziale.
Letteralmente mi adora.
Sono il suo fornitore e spalmatore ufficiale di crema sulla sua ferita sotto il mento.
Sono il suo unico e vero e assoluto consulente d'immagine in quanto la mattina o la vesto io oppure si va in giro in mutande.
Ogni dieci minuti vuole che la 'massacri' cioè che le faccia il solletico e che la pastrugni all'inverosimile.
Il tutto accompagnato da una costante richiesta di attenzioni, di abbracci improvvisi e di 'papà ti voglio bene'.
Un idillio insomma che non so fino a quando durerà.
Pilù è invece sempre uguale, costante nei suoi affetti e nelle sue manifestazioni.
Crescono, maledettamente.
Ogni volta che mi volto a guardarli, un po' da lontano, ogni volta che mi ritrovo a scrutarli, mi accorgo che le gambe si allungano, che i visi cambiano, che le espressioni mutano, che la loro indipendenza aumenta. Si muovono in modo diverso, parlano in modo sempre più evoluto, la loro presenza assume contorni ogni giorno differente.
I figli crescono, ed è uno spettacolo che lascia a bocca aperta.
Provare per credere.

martedì 17 agosto 2010

Cinecittà vs hollywood

Due film, due sensazioni, due emozioni, due storie, due mondi.
'Speriamo che sia femmina' di Mario Monicelli, una meravigliosa storia tra le colline toscane, tra donne in barricata, tra bellezze nostrane e d'oltralpe, tra uomini deficienti e inutili, tra amori persi e false speranze.
Monicelli ha fatto la storia del cinema italiano, ha fotografato la società italiana, le sue follie, la sua storia, ma mai come in questa opera è riuscito a fermare come in un'istantanea il declino culturale dell'uomo, la sua inutile presenza nel mondo odierno, il suo futuro ormai segnato.
Aldilà dell'inno alla bellezza femminile, alla sua dolcezza, alla sua necessaria e ineluttabile presenza.
Un film meraviglioso, ricco, seducente, emozionante, bello.
Poi il suo contraltare, il giorno dopo.
'Vento di passioni', polpettone americano, costruito intorno alla bellezza sontuosa di Brad Pitt, con una storia tra il politicamente corretto e la saga familiare di confine in stile 'Via col vento'. Sono più le immagini del bel Pitt con i lunghi capelli biondi al vento di quelle riservate a tutti gli attori messi insieme.
Un film che ha al centro gli uomini, tra pistole e orgoglio, tra tradimenti e idee, tra violenza e dolci amori. Un film che riscatta l'uomo, la sua onestà, la sua forza, la sua ineluttabile necessità di esistere, il suo ruolo.
E come non rimanere indifferenti, alla fine, di fronte alla richiesta del bel Brad al fratello, ormai costretto a fuggire, di prendersi cura dei propri figli?
Il cinema è straordinario, un'arte che scava nei sentimenti, un ponte verso l'immaginazione, una soglia verso nuovi sogni.

sabato 14 agosto 2010

Compagno Mameli

Parliamoci chiaro, io sto a malapena a galla.
L'acqua non è il mio elemento, nuoto male, e amo avere della salda terra sotto i piedi. Ancora di più se la terra è in salita.
Ma oggi, complice un pomeriggio da lupi con freddo e pioggia, mi sono letteralmente stravaccato davanti alla tv e sono cascato tra le piscine degli europei di nuoto.
Aldilà del fatto che tutti, ma proprio tutti!, sono belli, giovani e naturalmente aitanti e molto simili alle statue greche, è stato bellissimo vedere la Federica nazionale vincere i 200 metri stile libero.
Ma la cosa ancora più bella ed emozionante è provare vera commozione alla vittoria e all'inno durante la premiazione.
È così, ogni volta che si premiano gli atleti italiani io provo un'emozione fortissima, di vera partecipazione.
E vedere la Pellegrini cantare l'inno è un gesto che ci restituisce questo paese tanto strattonato e tagliuzzato, tanto mal guidato, tanto immeritatamente sbugiardata.
E la conclusione è forte e inaspettata, per me 'contestatore' anni '70 che aborriva l'inno in quanto simbolo della destra più becera e nostalgica: oggi l'inno, cantarlo, anche a squarciagola, è un atto di sinistra, contestatore, rivoluzionario, antagonista.
Alla faccia dei federalisti dilettanti e senza congiuntivo, alla faccia dei portaborse sul libro paga del padrone delle ferriere, alla faccia dei nostalgici fascisti e della feccia della feccia che si abbuffa per racimolare qualche briciola.
Insomma Mameli vota Rifondazione.
O no?

domenica 8 agosto 2010

Novella Calligarsi vs Mark Spitz

Ormai la famiglia del mulino mica tanto bianco si è trasferita definitivamente in montagna, per le meritate vacanze.
Quest'anno niente di esotico o particolarmente ricercato, anche per essere vicino a vecchio nonno che ormai ha seri problemi.
Comunque siamo qui, nell'amata Valmalenco per rigenerarsi un po', riposarsi un po', pensare un po' e inventarsi tutti i giorni qualcosa.
Gli Squali sono ai sette cieli.
Ogni giorno succede qualcosa di nuovo. Passeggiate in posti bellissimi e pieni di misteri; giornate intere con bambini a giocare e a sfidarsi; nuove esperienze e nuove conoscenze; aria pulita.
Oggi per esempio puntata alla piscina del paese. Acqua calda e bassa a prova di incapace come sono io quando si tratta di affrontare qualsiasi cosa che ha a che fare con l'acqua, poco affollata, e inoltre un magnifico scenario montano viste le gigantesche vetrate che dominano la valle e le sue montagne. Un'esperienza bellissima che ha divertito tutti noi ma soprattutto i due succhiasangue che poi sono i miei figli.
Grazie ai tubi di plastica e alle tavolette, i due ragazzi si sono scatenati per più di un'ora senza uscire un attimo combinandone di tutte.
Ma naturalmente la regina del regno acquatico è sempre lei, BiBì, che inforcati i suoi braccioli e cavalcando uno di quei tubi di plastica, si è lanciata in lungo e in largo nella piscina doppiando più volte Capo Horn e soprattutto suo fratello.
Una furia. In confronto un delfino è un gambero di acqua dolce.
Pilù in compenso si è divertito un mondo, anche se sempre con quell'aria compassata che lo contraddistingue.
Quest'anno, con la neve, si comincia con lo sci e sono sicuro che BiBì partirà in quarta e Pilù con mooolta più calma.
Ma sono sicuro di una cosa: con i loro tempi, con le loro velocità nella vita arriveranno.

giovedì 5 agosto 2010

Lui, lei e l'Altro. E l'Altra? (undici)

La perse un po' di vista.

Si incrociavano di sera, a volte, in salotto, con un rapido scambio di battute, più che altro informazioni di servizio.
Erano tristemente, e in modo terribilmente borghese, separati in casa.
Così Lui pensava.
Continuando a domandarsi, ogni momento libero, in che cosa aveva sbagliato, che cosa aveva dimenticato, cosa aveva lasciato.
Il senso di fallimento, a esperienza di coppia conclusa, indipendentemente dal modo in cui si è conclusa, è la parte più difficile da assorbire.
Uno può farsi una ragione del tradimento; può rendersi conto della fine di un amore; può addirittura scusare l'altro di ogni nefandezza.
Ma alla fine, quando la porta si chiude alle spalle, quando uno gira a destra e l'altra a sinistra, quando tutto quello che è rimasto sono lontani ricordi e qualche carta a doppia firma, allora rimane solo il vuoto, colmo di fallimento, di sconfitta, di fine assoluta.
E' quello il momento peggiore.
Non lo esorcizzi con la rabbia, con la bieca gelosia, con la recriminazione economica.
Non lo sconfiggi con qualche avventura passeggera rigeneratrice. 
No. Ci devi convivere, giorno dopo giorno, ora dopo ora, in una lotta con te stesso, cercando di non farti sconfiggere. 
Cerchi ogni momento di salvare i tuoi ricordi, anche quelli brutti, per costruirti un passato da raccontare, per sentirti vivo.
Ma il vuoto ti avvolge, non ti dà tregua, e ti lascia inerme e consapevole di una sconfitta che non rimedierai mai più.
Durissima, pensava. 
Come faccio?


Così si aggirava tra le vie della città. Così affrontava la vita di tutti i giorni.
E poi prese il treno. Quel maledetto treno.
Benedetto...

mercoledì 4 agosto 2010

Uomini!! Tutti in rosso!

Ve lo ricordate il filmetto anni '80 (credo) 'La signora in rosso', famoso per l'avvenente protagonista e per la colonna sonora di Stevie Wonder?
Bene, oggi studiosi attenti a tutti gli elementi di discontinuità nella moderna società, hanno appurato una straordinaria verità che sancisce una vera e propria rivoluzione nei costumi maschili.
Da oggi, cari signori maschi con ambizioni di seduzione, la vostra vita non sarà più la stessa.
In questa ricerca pubblicata da Journal of experimental psychology, e riportata oggi dal Corriere.it, dopo attente quanto meticolose analisi e studi da parte di ricercatori attenti quanto meticolosi, si viene a sapere che le donne attente quanto meticolose sono attratte in modo attento quanto meticoloso dagli uomini vestiti di rosso.
Un uomo che indossa il colore del sangue e della libertà trasmette nel sesso opposto un senso di sicurezza e di forza che lo rende particolarmente attraente e quindi di forte appetibilità sessuale.
'Un uomo che si veste di rosso si sente dominante, quindi più sicuro di sè e si comporta in modo tale da impressionare le donne', questa la conclusione della ricerca. Fondamentale.
Ma anche interessante.
Da una parte sappiamo finalmente perché i garibaldini cuccavano alla grande. Nonché le Guardie Rosse della rivoluzione cinese, anche se solo con un discreto profilo purpureo sull'abito.
Oppure, vista la maglia della Roma, perché Totti ha una compagna niente male.
E sappiamo anche perché molti politici di maggioranza, compresi il capo, raccolgono escort e ragazzine varie con estrema facilità. Il rosso vergogna, si vede, sopperisce al doppiopetto grigio con estrema efficacia. Senza parlare degli alti prelati...

Ora urge una sterzata a 180 gradi, anche un po' violenta, senza rallentare neanche un po'. E parlo nell'abbigliamento, naturalmente.
Ho una polo rossa che non indosso mai perché non mi sento tanto a mio agio. Ho anche una maglietta se ricordo bene.
In genere sono vestito di blu e marrone, con spinte eccessive verso l'azzurro e il beige.

Ma da domani si cambia.
a- Camicia rossa fuoco stile 'aprimi tutti i bottoni, bambola'.
b- Jeans iper-aderente colore rosso fragola stile 'ti piace il colore della mia cerniera, baby?'
c- golf bordeaux a girocollo stile 'se hai freddo ti copro io, honey'.
d- scarpe tipo tennis rosso stinto stile 'ti piace il trash, dolcezza?'
e- coppola tendente al violaceo stile 'il preservativo ce l'ho già in testa, tesoro.'

A tutti gli spettatori sopraggiunti saranno forniti occhiali da sole onde evitare problemi alla cornea.

martedì 3 agosto 2010

Il Bel Paese è Brutto

Con la famiglia in vacanza, io mi ritrovo solo nella città tentacolare alla ricerca di un po' di pace.
Mi aggiro per Milano, dopo il lavoro, con un'aria ebete e una voglia solo di silenzio.
Poca gente in giro, ma di più di quanto uno pensi.
Poco traffico, e le persone rimaste in città, come api sul miele, si ritrovano tutte negli stessi posti: i parchi, il centro e i Navigli, zona da sempre di attrazione e di cazzeggio puro.

E io, come un novello Tom Ewell in 'Quando la moglie è in vacanza' di Billy Wilder, sapendo per certo di non avere sopra la testa una vicina dalle sembianze di Marilyn Monroe, mi ritrovo osservatore del mondo che mi circonda con un occhio particolare ai miei coetanei in libera uscita.
Non ce ne sono molti. Ormai non è più come un tempo, quando alla fine delle scuole mamme e figli migravano verso le località di villeggiature, lasciando i rispettivi mariti e padri soli e liberi di trasgredire, ma soprattutto di sognare di trasgredire.
Senza, il più delle volte, combinare nulla.

Ieri sera, uscito dall'ufficio, ho assistito alla classica scena da film anni '50, con conclusione anni 2010, però.
Due bellimbusti più vicini ai 50 che ai 40, all'angolo della via, di fronte al bar a cui avevano attinto per una birra fresca e bionda, pance prominenti, fede al dito e camicia completamente debordata dai pantaloni, si parlano in modo concitato.
Io ho l'ufficio vicino al Cenacolo di Leonardo, quindi in una zona della città costantemente battuta dai turisti di tutto il mondo, in particolare d'estate.
Passano tre ragazze di forse 30 anni, bionde, alte, non so se belle o no, ma comunque fanno scena, nel panorama a sfondo mediterraneo tipico della Milano da bere ormai in secca.
Io sono fermo al semaforo che attendo di attraversare. Causa lavori la mia moto è posteggiata un po' lontano dal solito posto e quindi devo raggiungerla.
I due si fermano con il labbro penzolante e bovino, la birra a mezz'asta, la mano libera in tasca, e i gomiti che si toccano reciprocamente in modo ritmico.
Le ragazze passano loro davanti, naturalmente incuranti e con una cartina in mano, alla ricerca probabilmente della chiesa che ospita il famoso affresco.
I due tacchini non proprio di primo pelo, scattano come molle.
Si dia il via alle operazioni di abbordaggio per poi colpire, sicuri e determinati, le prede.
Io mi fermo a guardare. Faccio riscattare il rosso, non me li posso perdere. Sono vicini.
Il più panzuto si fa avanti, con il suo capello brizzolato e imbrillantinato, la camicia semiaperta davanti mostrando il villoso petto. L'altro sembra essere più discreto, più timido, rimane in secondo piano.
Il primo, con accento brianzolo marcato, spara la sua domanda in un inglese drammatico e devastante:
- Miss, ai can elpiu? Il giorno in cui hanno insegnato la forma interrogativa in inglese loro erano malati...
Una delle tre, dall'alto dei suoi solidi unoeottanta lo squadra con fare strafottente. Io che ho fatto il corso alla scuola Radioelettraditorino, e che quindi so leggere nel pensiero, sono certo di avere sentito la sua risposta originale.
- E chi sei piccolo, vecchio e schifosamente panzone uomo? Come osi rivolgermi la parola?
Invece la signorina, gentile come sono tutti quelli che vengono dal nord, non segue il suo pensiero ma gli rivolge un sorriso e declina l'invito.
E l'altro, il più timido, in un momento di sconvolgimento cerebrale, scatta con una domanda che voleva essere simpatica e invece...
- Ehi, ui ar italian (senza la esse, troppa fatica...). iu uont tu plai? accompagnando il tutto con manate sulle spalle dell'amico e risatine oscene e volgari.
Plai starebbe naturalmente per to play, verbo dai moltpelici significati.
I casi sono tre.
1- Play come giocare a pallone, alla Wii o al Mercante in Fiera...
2 - Play come suonare la chitarra insieme, o il violino, o l'oboe...
3 - Play in senso meno biblico ma con significati reconditi e a sfondo sessuale.
Le tre pulzelle dalle chiome dorate, si guardano in faccia, si voltano verso i due reprobi, con aria disgustata. E, conoscendo bene l'inglese, optano per la versione 3.
La più bassotta e tracagnotta, quasi con il passo dell'oca di germanica memoria, si avvicina alla coppia di energumeni e con una mossa fulminea fa partire un schiaffo con il suo destro, allenato da generazioni di pesca dei salmoni, sulla faccia d'angelo del mio concittadino.
Poi si gira e attraversa rapidamente la strada insieme alle sue amiche.
Il duo Gianni e Pinotto rimane impietrito. Gli altri avventori sbarrano gli occhi e qualcuno comincia a ridere.
Io li guardo e ringrazio il cielo che l'unica cosa che ho in comune con loro è forse l'età e sicuramente, purtroppo, il passaporto.
Non riesco neanche a ridere. Anzi. Arrossisco io per loro. Mi vergogno come un ladro.
Loro cominciano a inveire, ora che le tre vichinghe sono ormai lontane. Come al solito, pavidi e inutili.
Io mi allontano. Arrivo alla moto.
E' proprio vero, addio latin lover...

lunedì 2 agosto 2010

Per non dimenticare


Sempre gli stessi, sempre loro, con la camicia nera o con i completi all'ultima moda, con gli occhiali scuri o biondi con gli occhi azzurri, con la fiducia al governo oppure no.
Sono sempre loro.

Solo un link, per ricordare, ma soprattutto per non dimenticare

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...