mercoledì 31 marzo 2010

I genitori li fanno e poi loro si accoppiano (in senso lato!!).

- Papàààà
- Dimmi Pilù.
- Ho pensato a lungo e ho raggiunto una conclusione.
Io cerco di 'raggiungerlo' nel ragionamento alla velocità della luce. Appenna tentenni questi ti fanno seppellire!
- E quindi?, bleffo con mestiere.
- Ho concluso che mi devi dare quella caramella che ti avevo chiesto prima. E' necessaria.
- Ma ne hai già mangiata una, dài!!
- Se non me la dai penso che morirò.
Di fronte a cotanta determinazione e a un'affermazione così 'tombale' non posso che cedere su tutti i fronti.
Anzi per protesta verso le elezioni, gliene dò due. Tiè!

La scenetta, l'altra sera, è naturalmente osservata e soppesata, a distanza di qualche metro, da BiBì che a questo punto si alza e mi viene incontro.
- Anch'io la mella!!
E te pareva.
Par condicio.
- Ma non l'hai già avuta anche tu?, le domando sornione sapendo da subito che la mia determinazione è molle come un lombrico.
- Sì ma se no mi dài muoro!
Farabutta!!

Cresce a vista d'occhio l'associazione a delinquere dei miei due figli. Cresce la loro unione e il loro 'complotto contro di me'.
Crescono.
Sempre più bello.

martedì 30 marzo 2010

Vittoria!!!

Bello, bello, bello....
Finalmente un po' di chiarezza!
L'Italia, dopo tanto saltellare, dopo tanti 'sono di qui e sono di là', dopo il continuo dibattere sul sesso degli angeli e di chi viene prima se l'uovo o la gallina, alla fine, con queste elezioni, ha sancito da che parte sta.
E non l'aveva fatto prima, con le ultime elezioni politiche.
L'ha fatto ieri, dando la vittoria, di fatto, en plein, alla destra anche nelle regioni, quasi tutte, o almeno quasi tutte quelle che contano.
Ormai non è più un voto di protesta. Non è più un voto grazie agli sbrodoli del Nano in Tv. Non è più la logica del più forte.
Questa vittoria è la vittoria di un'idea, di un fondamento culturale, di un orientamento. Pensato e meditato, e non frutto solo di mal di pancia.
E' ora che tutti noi ci rendiamo conto che - almeno io -, e in particolare pensando alla Lega, questi non sono solo balulba senza congiuntivo e con la bocca sporca di polenta, ma sono una forza straordinaria di aggregazione sul territorio, che rappresentano idee e timori di gran parte del territorio, che affrontano temi e questioni che sono quelli che toccano la vita di tutti i giorni. Come li affrontano poi è un altra questione.
Questi rappresentano.
"Noi" non rappresentiamo più nulla, o poco ci manca.
Ricordate l'efficienza e la capacità di rappresentare del Pci sul territorio?
Le proiezioni che uscivano da via delle Botteghe Oscure, in attesa dei risultati, erano più precise e puntuali di quelle del ministero dell'interno.
Questo perché la capillarità, la capacità di essere in mezzo a tutti - proprio tutti! -, di vivere in mezzo a tutti, era prerogativa del primo partito comunista dell'occidente, e base sulla quale costruire consenso e attrazione politica.
Oggi con Bersani, il partito si chiama Democratico, e tant'è.
Ma soprattutto, aldilà dei nomi, non esiste più il partito. E infatti ci si lascia andare a dichiarazioni ('Vinciamo nove regioni a quattro, o addirittura dieci a tre') che oltre a portare sfiga per definizione (anche Rutelli e poi Veltroni avevano presagito vittorie mirabolanti), sono l'emblema di un distacco dal proprio elettorato - che a poco a poco si sfilaccia - e una dichiarazione ufficiale che la sinistra, o presunta tale, è lontana, senza progetto, sfibrata.
E la sinistra alternativa?
Bellissima l'intervista a Bertinotti dell'altro giorno sull'Unità.
Leggetela, se la ritrovate (credo fosse sabato o domenica). Ma anche quella a Ingrao su Repubblica.
I grandi vecchi della sinistra vera un po' si schierano (Vendola), dall'altra non mollano, ma dall'altra ancora indicano una strada che esca dalle logiche del partito di oggi e che di fatto seppellisca completamente aspetti ormai defunti.
Che fare?
Non lo so. Io niente.
Ormai sono sfinito da tante botte. E' dal fatidico '89 che assorbo, cerco di mantenermi in piedi, cerco di non mollare, anche in una logica ripensata della storia e del presente.
Ma ormai non ho più strumenti, perché non riesco più a capire.
E' come ascoltare due adolescenti parlare: li senti che parlano italiano ma non capisci quale sia il senso delle loro parole, anzi a volte non capisci proprio le parole.
E mettersi a studiare le lingue alla mia età è difficile, molto difficile. E perdente.

domenica 28 marzo 2010

Massacro!

Da un  po' di tempo si torna a casa, dopo il lavoro alla sera, con un solo obbiettivo, chiaro e limpido.
- Papà, ci massacri?
Questa è la domanda prima che sento con ancora il cappotto addosso, appena entrato.
Cos'è?
Presto detto.
Gli Squali appena mi vedono si buttano nel lettone, sotto le coperte, incuranti della temperatura.
Io allora devo far finta di cercarli. L'operazione deve essere in genere accompagnata da dei ruggiti che infondono un'aria terrificante e da giungla. Loro rispondono con gridolini e urla smodate, nell'attesa.
Io mi avvicino circospetto, loro in genere non mi vedono neanche, e quindi io mi sento ancora più scemo.
Quando arrivo al letto comincio a casaccio a scatenare un solletico pazzesco. Loro si dimenano, ridono.
Poi escono allo scoperto e mi attaccano, come le Tigri di Monpracem.
Insomma il tutto finisce in una rissa degna dei migliori bar vicini ai porti.
Loro si divertono come matti, anche perché la cosa in genere va avanti circa un quarto d'ora e più.
Io ne vengo fuori a pezzi, dopo una fantastica giornata di lavoro.
Poi  mi cambio, si cena e si finisce la serata in bellezza.
Speriamo che nessuno mi veda dalla casa di fronte...

venerdì 26 marzo 2010

Giù le mani!!

Io non riesco a leggerle fino in fondo.
Non ci riesco proprio.
Da quando ho figli non riesco più ad avere un distacco naturale nei confronti di notizie tremende che riguardano bambini, loro maltrattamenti fatti di cronaca in cui li vedono coinvolti, schifezze varie.
Quindi l'ennesima 'bella roba' partorita da una professionista dell'educazione e della crescita di bimbi in età da asilo (in questo caso a Ferrara) non sono riuscito ad 'assaporarla' fino in fondo: mi veniva il voltastomaco.
Io non capisco, non capisco più nulla.

Gente che sceglie, credo senza alcuna minaccia alle spalle, di studiare per poi occuparsi dei figli altrui in strutture dedicate e poi scade in bassezze turpi e inaccettabili degne di lager nazisti, dovrebbero solamente scomparire dalla faccia della terra.
E senza riprendere il discorso della pedofilia nelle strutture ecclesiastiche, bubbone scoppiato in queste settimane, e ben risaputo da sempre.

Non c'è niente di più schifoso, infame, bastardo e criminoso dei maltrattamenti e degli abusi sui bambini e in genere sui minori.
Nulla.

giovedì 25 marzo 2010

Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar!

Uffffffff....
Gli Squali? Nervosissimi, ma tantissimo!!
Da non poterne più!
Sono una settimana e poco più che, come se si fossero messi d'accordo, sono insopportabili, intrattabili, odiosetti, frignolenti, piagnoni, urlatori... insomma in una parola, credo di origine d'annunziana, ROMPIBALLE!
Una, ora non vuole più andare all'asilo.
- Non voio, aaaarrrghhhhhh!
- Ma perché, non ti diverti?
- Noooo!
- Mettiamo questa maglietta?
- Noooo, non mi piaceeeee!
- Vuoi del latte?
- Bleaaaaahhhh!!!!
Insomma non va bene niente. Forse ha anche problemi di uscita di qualche fottuto dente, ma credetmi la faccenda è davvero complessa.
Inavvicinabile!
E l'altro? Niente di meglio.
Sembra che stia attraversando una tempesta emozionale. Continua a piangere, frigna.
- BiBì mi ha guardatoooooo, e piange.
- Il papà non mi vuole beneeeee, e piange
- Dov'è la mammaaaaa? e frigna.
E poi, quando meno te lo aspetti, ti guarda e ti dice:
- Papààà, sei il papà più buono del mondo. E io ti voglio beneeee, e frigna.
Da non poterne più. Anche perché la mattina ormai ti ritrovi a dover gestire diplomazia al posto di mutande da cambiare, lacrime al posto di dilemmi su quali biscotti mangiare, urla invereconde al posto di latte o succo.
Uno sfinimento oltre il lecito che mette a dura prova la mia 'proverbiale' pazienza, che ancora qualcuno deve creare.
Arrivo alla scuola di Pilù già semi-pieno, e il resto della giornata completa l'opera.
L'educatrice di Pilù mi dice che è la primavera.
Quando viene l'estate?

mercoledì 24 marzo 2010

I figli, un costo...

Questo è il tema.
Oggi ci ritroviamo, noi italiani, in senso lato, a dover rinunciare ai figli perché troppo costosi.
Ce lo rivela il Rapporto famiglia Cisf 2009, che oggi viene ripreso dalla Stampa.
Il costo stimato in 634€ a bambino al mese di media (senza far differenze tra città, che sennò ci racconterebbe situazioni ancora più difficili...) induce molte famiglie con redditi medi/medio-bassi a rinunciare ad avere figli.
La cosa è drammatica, non solo dal punto di vista famigliare, affettivo.
E' l'ennesima prova che in questo paese l'investimento sul futuro, le politiche pubbliche a favore della famiglia, gli incentivi a promuovere un ricambio generazionale sono solo belle parole e chiacchiere al vento. Chiesa compresa.
E la popolazione invecchia, si arrocca con le sue demenze senili, rifiuta lo sviluppo e conserva quello che ha senza aprirsi al nuovo. Il paese crolla, in tutte le classifiche, e non solo quelle a carattere economico.
Guardate le cifre nell'articolo, e ditemi se non ho ragione.

Io, in questo spazio ritorno spesso su questo tema.
Ma è il dramma assoluto, credetemi.
E i nostri figli dove andranno a crescere?
E potranno crescere?

martedì 23 marzo 2010

Gnam gnam

Perché poi si dice 'ma intanto sono tutti uguali, è tutto un magna magna'...
Da certi punti di vista è vero, a volte le differenze politiche sono solo sfumature, ma nella realtà di tutti i giorni, nella qualità dell'amministrazione della cosa pubblica le differenze ci sono, eccome.
Leggete queste due notizie, che curiosamente campeggiano, almeno ora, nella home page del Corriere.it.
La coincidenza è curiosa, credo non voluta, ma che ci dà in pochi secondi tutto il senso e tutto il significato di una scelta di parte.
Piccola premessa: io non voto Pd, e come dico sempre e polemicamente, voto a sinistra. E così farò anche domenica.
Ma la capacità, la professionalità, la serietà delle amministrazioni una volta del Pci, continuano a fare scuola a fronte delle becere esperienze di oggi della destra, frappè di razzismo locale e interesse degli amici degli amici, eredità della peggiore scuola democristiana.
Da una parte questa odiosa rivalsa nei confronti dei bambini, vittime inocenti o della povertà dei propri genitori o della loro ignoranza.
Dall'altra una prova d'eccellenza che permette di investire sulle nuove generazioni non solo dal punto di vista della loro formazione ma anche da quello civile e culturale. E risparmiando.
Da una parte i comunisti mangia bambini e mangia preti. Dall'altra il Veneto bianco cattolico, bigotto, tutto casa e chiesa.
Due esperienze a confronto. Due casi - forse - limite, che ci fanno toccare con mano non solo dove è il meglio, ma soprattutto quali bassi traguardi alcuni stanno raggiungendo.
Votate chi volete: l'importante che sia a sinistra, quella rosina e quella rosso fuoco.
Ne va del futuro dei nostri figli.
Ma veramente.  

lunedì 22 marzo 2010

Ebbravi!!!

Questa è la chiesa oggi.
Questo è quanto rimane di un'istituzione religiosa ormai fatta solo di privilegi, di oscurantismo culturale e dal gioco politico e spregiudicato.
Altro che mandati dal signore!!
A una settimana dal voto, precisi come il cacio sui maccheroni, arrivano, planano, influenzano, ricattano, minacciano.
E poi, se qualcuno per caso si lamenta, reclama la laicità dello stato, chiede semplicemente rispetto reciproco, allora fanno finta di tirarsi indietro, fanno quelli che scansano e, offesi!, dicono che non si occupano di politica ma solo della sua presunta anima.
E poi, quando li trovi con le mani nel sacco, o meglio sul bambino di turno, quando è evidente a tutto il mondo che per anni hanno commesso orrendi crimini (la pedofilia, c'è qualcosa di peggio?), quando ormai è certo (e qualcuno ne aveva dubitato?) che per sempre hanno occultato, oscurato, coperto la peggio monnezza del mondo, allora che dicono? "basta con questa campagna denigratoria nei confronti della chiesa".
Io non sono credente. Ma non sono mai stato un 'mangiapreti', uno ossessionato dal clero, anche in epoche quando era facile esserlo.
Ma oggi aspettarsi qualcosa da questi signori è impossibile.
Avete mai visto una monarchia assoluta e totalitaria far pulizia al suo interno?

Ritorno al futuro

Basta guardarsi indietro
Basta girare la faccia
Basta continuare a rimpiangere
Basta annusare l'aria stantia del passato

Ora bisogna guardare avanti
Ora bisogna tirarsi su le maniche
Ora si deve cambiare
Ora si deve smettere di illudersi

Oppure si abbandona
Oppure ci si lascia andare
Oppure si dorme
Oppure ci si dichiara sconfitti

Datemi una gommaaaa!!!

sabato 20 marzo 2010

Festa del papà...

.. e pensavo meglio.
Mi spiego. Da una struttura pubblica/privata di nido non è ci si possa aspettare tanto, anche per motivi di budget, di sicurezza, di tempo.
Ma un po' più di creatività, inventiva, originalità sì.
Ma queste peppie sono e peppie rimangono.
Comunque arrivo di corsa, dopo aver abbandonato una riunione, L'orario - h. 15,20 - è delirante in assoluto, oltre che assolutamente insolito.
Comunque entro nell'atrio e mi trovo davanti una ventina di papà in attesa di entrare nel 'salone dei ricevimenti'. Pure in ritardo sono queste?
Poi si aprono le porte entriamo in truppa, ognuno puntando e cercando il proprio erede.
BiBì è là, in fondo, che gestisce una situazione per lo meno imbarazzante: urlando sta strappando di mano qualcosa a un suo compagno, un po' frignone, che si getta atterra piangendo.
Iniziamo bene, penso.
Mi vede, si alza e mi viene incontro con quel sorriso che illuminerebbe una grotta al centro della terra.
Poi le peppie si organizzano e fanno saltare fuori foglioni di carta e colori, bacinelle e pennelli.
Mi siedo a terra, di fianco a BiBì e cominciamo, su indicazione, a disegnare, dipingere meglio, tinteggiare meglio ancora.
BiBì si diverte come una matta e io a ruota. Anche se sono più bravo a fare l'astronauta piuttosto che partorire qualsiasi segno su carta che abbia senso.
Lei si sporca da capo a piedi, e per gradire anche la mia camicia.
Poi finalmente tutto finisce e si passa alla merenda. A base di succhi di frutta e torte confezionate, biscotti e merendine varie.
BiBì si spara tre bicchieri di succo, rifiuta con un bleah! una torta al cioccolato che mi tocca ingurgitare, rifiuta con un puah! un plumcake che mi tocca trangugiare, per poi finalmente assaporare dei wafer alla vaniglia.
Il tutto seduta, nel casino generale, su una seggiolina in mezzo al salone.
Poi, improvvisamente, si risveglia, si toglie le calze e comincia, a duemila all'ora, a correre sui foglioni ancora freschi di tempera, terminali della creatività delle accoppiate padri/figlie.
Come dire? Un vero schifo. Si riempie i piedi di colori fino alle caviglie, come un novello Wharol.
Le lavo le mani, le lavo i piedi, anche la faccia.
Mentre osservo le altre bambine e i maschietti: alcuni lobotomizzati fermi in mezzo al salone con genitori in tinta; altri che frignano chiamando la mamma con genitori in tinta; altri che giocano gioiosi e felici con genitori in tinta.
E' un po' come con i cani: assomigliano, paradossalmente, ai loro padroni.
Chissà cosa dicono di me/noi...
La festa tende a finire.
I primi se ne vanno, altri si organizzano per farlo, ma il nucleo tosto e militante rimane. E si dedica con tutte le forze ai saltoni dai cuscinoni sui tappetoni cacciando urloni.
BiBì insieme ad altre due disgraziate si urtano, si saltano addosso, si ricorrono, si pestano.
Poi se ne vanno tutti. E chi rimane per ultimi?
Noi naturalmente, con BiBì ormai stravolta che comincia dare segni di sfinimento. Un quarto d'ora per rivestirla, con tutte le peppie intorno che non aspettano altro di andare a casa.
Finalmente si esce, destinazione Pilù che esce anche lui dalla sua scuola.
Finito? No.
Quando arriviamo da Pilù, mi sbandiera sotto il naso la 'carta di identità del mio papà'.
1-L'età è quella che è, e ora tutto la scuola la sa.
2-Non si sa bene che lavoro faccio, ma ho sempre il computer in mano.
3-Non faccio sport perché sciavo quando ero piccolo (ma non è vero, scio ancora!) e un tempo ero maestro di tennis (vero). L'unico sport che faccio è giocare a golf sul telefonino (ma dài, che immagine pessima del suo papà!).
4-Il mio piatto preferito è la zuppa di lenticchie che fa mia moglie (a capodanno, quindi...)
Comunque una meraviglia! Il tutto è completato da un ritratto meraviglioso a matita del suo papà (anche se spero di essere un pochino meglio in realtà...).
Sono un papà felice.
E chi non va alle feste dei loro figli peste lo colga!!!

venerdì 19 marzo 2010

E oggi...

... ore, 15,20
FESTA del PAPA' all'asilo di BiBì.
E' la mia prima volta.
Poi vi dico...

giovedì 18 marzo 2010

Soli

E' un momento di viaggi, impegni di lavoro, trasferimenti, cazzi e mazzi.
Sia io che mia moglie non ci siamo - e la cosa comincia essere cronica!! Si esce presto al mattino, si viaggia, si torna tardi, è una sequela di impegni che se gratificano i genitori - e aumentano a dismisura il loro ego - mettono in sensibile difficoltà gli Squali.
Che ne risentono, ormai è matematica.
L'altra settimana per esempio Pilù mi ha detto che non ci siamo mai. Che tutti gli altri bambini a scuola vengono 'ritirati' o appena dopo pranzo o al massimo all'uscita di metà pomeriggio.
E infatti i più si ritrovano ai giardini vicino alla scuola, ora che il tempo lo permette, per giocare, stare insieme e soprattutto fare un casino d'inferno.
Lui insieme a pochi altri deve resistere a scuola fino all'ultima uscita, quando la baysitter - mica noi!! - lo va a riprendere dopo essere stata a riaccogliere BiBì.
E poi deve attendere a casa il nostro rientro, sempre disparato e sempre più distribuito nel tempo.
BiBì è più piccola, e grazie al suo 'dolce' carattere, si incendia velocemente ma si spegne in ugual misura.
Ha esigenze, per ora, viscerali, intense ma facilmente soddisfabili.
Pilù no. E' grande ormai, comincia a farsi domande, legge tra le righe, annusa le tensioni, capisce i problemi. Ma a questa crescita veloce, non ha ancora la capacità di interpretare, comprendere, valutare. Capisce ma reagisce ancora con la pancia.
Ieri sera per esempio, ormai le dieci, con sua madre fuori, è scoppiato in un pianto angoscioso, inframezzato da infantili 'voglio la mamma'. Poi sono riuscito a farlo addormentare, tra i singhiozzi.
Era una disperazione, un vero dolore a cielo aperto.
Che dire? Nulla, perché non ci sono alternative, per ora.
E forse non ce ne saranno mai, visto che comunque, aldilà degli aspetti finanziari, il lavoro per ognuno di noi è importante, parte integrante del piacere della vita, e fondamentale forma di gratificazione.
Devono tenere duro, i figli.
Fino a quando saremo noi, che già teniamo durissimo!!, a dover accettare l'ineluttabile: che ci lasceranno per lasciarci irrimediabilmente soli.

mercoledì 17 marzo 2010

Arriii-vedeee-rci Romaaa

Non parliamo di politica, sono stufo.
Parliamo della più bella città del mondo, Roma.
Ieri ero lì, per lavoro, e come sempre mi si è aperto il cuore.
A parte i luoghi comuni, positivi e negativi, a parte il ponentino, la primavera, il sole decisamente più caldo,  a parte tutto ciò, Roma ha il potere innato di rendere tutto più bello, semplice, libero.
La città è un casino, intendiamoci. Non è di certo Oslo o Vancouver, città linde e ordinate e un po' asettiche.
Ma Roma, sporca e incasinata com'è, è l'unica città italiana che respira aria internazionale, che fa il verso alle grandi metropoli mediterranee, che trasuda vitalità da tutti i pori.
E io, quando ci vado lo faccio per lavoro, visto che la mia azienda ha una sede là. Ho sempre poco tempo.
Quindi si arriva veloci con il treno, si prende la metrò fino a piazza del Popolo, e poi un pezzo a piedi sulla Flaminia e si arriva. Tutto questo non permette quasi mai un giro, un vero assaporare della città eterna.
Ma anche solo quei pochi minuti in cui riesci a calarti tra le sue mura sporche, hai una sensazione di immediata di vivere il mondo, quello vero.
Milano ormai è un piccolo borgo provinciale richiuso su se stesso che non si accorge, tra i suoi suv e le sue banche, che il mondo va avanti senza essere prigioniero delle cinture D&G o dei jeans Armani.
E Roma, con i suoi limiti, ne è la prova.
Semplicistico? Forse.
Realistico? Altrettanto.
Ma sicuramente meglio.
Tanto lo so che tutti storcono la bocca...

lunedì 15 marzo 2010

Ma che paese è...

Ma che paese è quello in cui il capo del governo si informa se è indagato o no?
Ma che paese è quello in cui un negoziante mette dei soldatini di stampo nazista in vetrina?
Ma che paese è quello in cui un prete (lefebvriano?) getta il libro del concilio vaticano nel fuoco e lo riprende pure con la videocamera e lo manda pure in rete?
Ma che paese è quello in cui Minzolini dichiara che non c'è nessun filo diretto con il Nano?
Ma che paese è quello in cui Tremonti dichiara 39mila euro di guadagno al fisco?
Ma che paese è quello in cui la riforma della scuola superiore significa che si tolgono materie, tempi di studio, uso delle lingue e l'uso del computer?
Ma che paese è quello in cui nel calcio c'è il silenzio stampa?
Ma che paese è quello in cui internet e i suoi maggiori protagonisti sono sotto accusa quotidianamente semplicemente per controllare le informazioni e favorire le aziende del capo?
Ma che paese è quello in cui sotto campagna elettorale si vieta di discutere di politica, e lo si conferma dopo tutto quello che è successo e intercettato?
Ma che paese è quello in cui le uniche buone notizie arrivano dalla Francia?
Ma che paese è quello in cui si tromba negli angusti atri dei bancomat in centro?
Ma che paese è...

Se c'è qualcuno che sa scrivere la musica, possiamo comporre un rap e farci pure i soldi.
Tra l'altro le parole possono cambiare in continuazione, visto la capacità infinita di creare schifezze.

domenica 14 marzo 2010

Un nirvana all'orizzonte

Un bellissimo week end in montagna. Era da Natale, figurarsi un po'.
Tempo splendido, buon cibo, clima veramente straordinario, Squali all'altezza.
Andrea che ha viaggiato a duemila all'ora sul suo bob per due mattine di fila, molto spesso da solo e a volte con con me, che da una parte ho problemi di dimensione, e dall'altra seri dolori alla schiena.
Bianca un po' di bob l'ha fatto e per il resto è rimasta di fianco alla pista creando formine di neve.
Giornate di serenità, di tranquillità, ai margini della vita di tutti i giorni.
E poi il ritorno.
Cinque ore e mezza, quando ne servono al massimo 2 e cispoli.
Continue code, rallentamenti, frenate, deviazioni... un casino infernale.
I due Squali hanno dormito quasi interamente, una vera manna, e io, uno degli inventori dell'incazzatura facile, del nervosismo immediato, uno dei campioni dello scatto istantaneo, che dire... nulla, il ritratto della tranquillità, della serenità, della pace interiore.
E' un po' di tempo che mi osservo.
Un esempio, sopra tutti. Da un po' utilizzo i mezzi pubblici, lasciando la mia vespa a casa. Troppo freddo, troppi anni, troppi malanni.
Un tempo ero una corda di violino. Di corsa verso il metrò, di corsa verso i mezzi di superficie, con la lingua fuori verso il tram. E poi sempre in tensione, diventando immediatamente furibondo se il mezzo ti passava davanti e non riuscivi a prenderlo al volo. Un ansia da tempo, l'ambizione fobica di arrivare prima, presto, subito.
Ora niente. Anche alla sera, quando la voglia di tornare è forte, quando la stanchezza la fa da padrona, anche in questo caso, riesco a prendere tutto con una fantomatica 'filosofia', con calma, tranquillamente.
E a volte mi guardo in una vetrina e cerco di capire se sono veramente io quello lì, oppure sono stato sequestrato da una razza aliena e vittima di un esperimento di natura psicologica che aprirà nuove frontiere agli abitanti dello strano pianeta.
Comunque è più bello, si vive meglio.
Avrò mangiato qualcosa di strano?

giovedì 11 marzo 2010

Rispettate la coda!!!

Questa è la dimostrazione che il mondo è sbilanciato, e a favore delle donne.
Quando i maschietti, sesso in testa, partono a spada tratta, puntando la giovane sguinzia, incuranti delle conseguenze e dei disastri in famiglia, beh, allora sono i soliti bambocci alla ricerca della carne giovane, inaffidabili, puttanieri di professione.
E' il solito tormentone che ci ammorba da anni.
Se le donne invece cambiano partner, si agitano 'nel mercato' del sesso con irrefrenabile energia, se le signore hanno la voglia di circondarsi di fuchi sempre disponibili, beh, allora, invece, lo fanno semplicemente perché sono in missione per conto di dio per conservare, al meglio!!, la specie.
E va bene. L'importante è saperlo.
A 'sto punto mi metto in coda, magari in una struttura pubblica delle Asl, per essere eletto 'account director per la conservazione della specie' . Sembra che paghino bene.
Mah....

mercoledì 10 marzo 2010

Lui, Lei e l'Altro. E l'Altra? (nove)

La città, al buio di un inverno duro e freddissimo, si rincorre, si muove. Ignara di quel che sta accadendo dietro le pareti di quella casa, ormai teatro di un vero e proprio duello tra sessi, dello scontro finale.
Questo pensava Lui prima di condurre una discussione, che sapeva difficile, ma che non immaginava ancora dove l'avrebbe portato.

- Credo che tutti e due abbiamo un'età e una storia comune che dobbiamo tenere presente. Non possiamo rincorrerci e allontanarci come fanno due adolescenti che giocano alla vita adulta. Abbiamo il diritto, entrambi, di rispettarci e di condividere decisioni, anche difficili, dure, definitive.
- Ma io...
- Un attimo, è tutto così difficile, fammi finire, aggiunse.
In un attimo gli passò davanti tutta la loro vita in comune, le belle cose fatte insieme, esperienze, emozioni, felicità, ansie, risa. Tutta la vita in pochi secondi. Una sciabolata di ricordi e di sensazioni. 
Barcollò, letteralmente.
- Amore mio, riprese. - Abbiamo bisogno di raccontarci, spiegarci. Non trovi?
Lei lo scrutava, senza sapere cosa dire.
Da mesi, sempre meno, gli buttava addosso i suoi sguardi, pieni di risentimento. E ogni volta lo trovava sempre più estraneo, lontano.
Ora sembrava ritrovarlo. Era ancora Lui?
- Non penso che possiamo salutarci, magari stringendoci le mani, e augurarci buona fortuna, e allontanarci per sempre. Non lo penso possibile.
Si accorse che lo fissava con altri occhi. Forse con amore, forse con stupore, ma Lui capì che finalmente lo stava ascoltando.
- L'importante è non raccontarci banalità. Le nostre intelligenze, le nostre storie, le nostre vite ce lo chiedono, anzi ce lo impongono, concluse.
Un attimo di silenzio. Come in un film, per raccogliere le idee, per aumentare la tensione, per prendere fiato.
- Cosa vuoi sapere? gli chiese Lei, rassegnata.
- Stai con un altro? O meglio, scusa, la nostra storia è finita? a brutto muso...
- Sì e non so.
Gli montò una rabbia inverosimile. Un conto è pensare un conto è sapere. Una cosa è sognare una cosa vivere.
Zitto, decise di stare in silenzio, senza muove re un muscolo facciale. Ora entrava in modalità "sono furibondo, sono ferito, sono geloso come una bestia infuriata, ma non te lo dò a vedere neanche se me lo chiedi in ginocchio".
- Non dici niente? chiese lei in visibile imbarazzo?.
- Non ho niente da dire, rispose. - Sto solo cercando di capire se vai avanti oppure quello che hai da dire finisce qui.
- Un Altro mi ha preso e portato via, facendomi sognare. Cosa che non faccio più da tempo, dichiarò ufficialmente.
- Sei il solito!! gli urlò nell'orecchio l'AlterLui. - Un matrimonio si regge solo se, e dico solo se, si mantengono sogni, progetti, obbiettivi comuni. L'amore sta sullo sfondo. Tu ti sei addormentato, come ogni maschio che si rispetti. Vergogna!
- Ma falla finita!!, borbottò tra sè e sè, offeso.
- Hai detto qualcosa? gli chiese. Da un po' di tempo lo vedeva strano, sembrava parlasse con qualcuno. Cominciava a pensare che stesse rincoglionendo. E forse non aveva tutti i torti.

Che fastidio

Siamo alla frutta, non c'è via di scampo.
Questa storia delle liste, degli errori, dei fuochi incrociati all'interno del partito di plastica, delle leggi ad hoc che non riescono neanche a risolvere, dal loro punto di vista, il problema.
Ormai lo spettacolo è sempre più squallido, di pochezza infinita. Scontri di bottega, persone inquisite per stecche, favori (anche l'idraulico gratis, ma vi rendete conto?), urla dei soliti pazzi che credono, alzando la voce, di poter dimostrare di avere ragione, anche dio fronte all'evidenza.
E' tutto quanto desolante. E i sondaggi cominciano a dare segnali di irritazione, anche da parte di quelli che si dicono da sempre naneschi.
Ne conosco alcuni. Stimati professionisti, figli della Milano da bere, soldi a palate grazie anche a famiglie facoltose, macchinoni, ville eccetera. Quindi il classico elettorato di questa destra che supporta privilegi e allontana qualsiasi cosa sia pubblica e solidale.
Bene, anche loro cominciano ad avere qualche problema. E non per improvvisa deriva comunista, ma semplicemente perché questi ormai si stanno creando una legislazione ad hoc parallela, che gli permette di costruire, con grande meticolosità, il partito del fare quello che gli pare. E chi fa business ha bisogno sì di un governo di destra ma anche di un po' di efficienza.
Il problema è serio, spesso come si dice a Milano.
Oggi il problema non è più di destra e sinistra, razzismo o no, solidarietà o egoismo sociale, pubblico o privato.
Oggi la questione è che un governo della repubblica, ormai da tempo, forse da sempre!!, ha come unico obbiettivo la conservazione del potere per poter risolvere i problemi dei singoli e perpetrare una situazione ormai impresentabile.
Dovere di tutti, di tutte le coscienze, è svegliarsi per mandarli a casa e far tornare questo paese alla pseudo-normalità.
Altrimenti la faccenda prende una strada irreversibile.

martedì 9 marzo 2010

La paura fa novanta!!

Quattro giorni senza scrivere, uellàààà, un vero record.
Non credo che sia mai successo.
Ma i motivi sono seri, anzi serissimi.
Prima di tutto talvolta, e diventa sempre più frequente, spesso non c'è proprio nulla da scrivere. Non che io sia schiavo della scrittura quotidiana, ma un blog, un diario come questo, ha il suo senso se mantiene un certo ritmo, se conserva un suo appuntamento. Scrivere una volta al mese o alla settimana non serve né a me né a quelli che hanno la bontà e la gentilezza di leggere. Quindi avere questi vuoti un po' mi preoccupa.
Non nascondo, neanche a me stesso, che sono settimane che mi chiedo il senso di tutto ciò.
Non che abbia delle velleità di scrittore, aldilà dei sogni che sono un'altra cosa, oppure di ricoprire un ruolo di 'punto di riferimento' per qualcosa e qualcuno.
Ma un spazio come questo esiste, e lotta insieme a noi!!, se riempie uno spazio vuoto, se contribuisce a rallentare l'imbecillimento di ognuno di noi e contribuisce a far circolare idee, belle o brutte che siano, in una cerchia di persone più o meno limitata.
Forse bisognerebbe aprirsi di più, dire meno No, fare pubblicità, rendersi più 'pubblici'.
Ma siccome sono un concentrato di contraddizioni, anche questo, di fatto, è impossibile da ottenere.
Tant'è.
Andiamo avanti, fino a quando si va avanti.
A un certo punto, come è mia consuetudine, ci si fermerà, senza avvertimento, motivazione alcuna. E, come diceva Jannacci, mi metterò dietro l'angolo 'per vedere l'effetto che fa'.

L'unica vera notizia, aldilà della 'pippe' mentali di un uomo maturo padre di due figli piccoli, è che mio padre domenica ha fatto i novant'anni.
Un traguardo che ne rilancia un altro, visto che sta bene, vive solo e sembra tenere duro.
Una festa con tutti i figli, i nipoti - Bianca anche in questa occasione si è fatta notare.. - le nuore, i suoceri vari, un buon pranzo, una buona torta... insomma una bellissima festa.
E infatti anche lui, persona spesso moooolto difficile, era molto contento, soddisfatto del menù e di tutto quanto è accaduto nella giornata. Una vera rarità. E gran parte del merito è di mia cognata, che si è sciroppata l'organizzazione della giornata.
E questa è l'unica cosa che conta.
Ne riparliamo quando festeggeremo i cento...

venerdì 5 marzo 2010

Una repubblica fondata sul lavoro!

Questi tragitti da casa a scuola con Andrea stanno diventando interessanti. Sono dieci minuti a piedi, niente di che, ma sono molto intimi; e li spendiamo tutti a parlare, intensamente.
E dalle domande cosmiche si passa, con voli pindarici carpiati, a quelli politici e di educazione civica.
Si parte da lontano.
- Papàaà, il nonno (mio padre che fa i 90 dopodomani!) c'era al tempo dei cavalieri (che tradotto significa nel medioevo)?
- No, i cavalieri c'erano circa 1000 anni fa, 10 volte 100 anni e il nonno ne compie novanta.
Una delle cose più complicate di un padre è parlare con i propri figli quando non hanno ancora assimilato i parametri temporali e quelli delle dimensioni/misure. Mancano alcuni capisaldi della comunicazione.
- Però mi hai detto che quando era giovane c'era il re!
- È vero. Ma poi gli italiani, quelli buoni, l'hanno cacciato, a pedate nel sedere.
- Perché?
- Ti ricordi quando ti ho parlato dei partigiani, degli invasori e dei cattivi italiani. Tra i cattivi c'era anche il re e tutta la sua cricca. Quando gli italiani buoni hanno lottato e vinto contro i cattivi italiani, li hanno cacciati tutti, con le armi.
Il tema della Resistenza, del fascismo, della guerra di Liberazione, della vittoria della democrazia contro la dittatura e l'occupazione nazista... spiegarla a un bambino è come salire l'Everest in costume da bagno!!
Andrea ha un libro che racconta, con disegni, 'Bella Ciao', in allegato su cd, cantata dai Modena City Ramblers. Quindi qualcosa ha già sentito.
- Ma oggi non c'è il re?
Io intanto allungavo il collo per vedere quanto mancava alla scuola...
- No, oggi abbiamo la repubblica, che permette a tutti, con le elezioni (sono stato bravissimo, ho evitato l'ironia che spingeva, spingeva, spingeva...) di nominare propri rappresentanti, che poi fanno le leggi per vivere insieme nel modo migliore.
- Perché?
E dentro di me mi facevo contemporaneamente la stessa domanda.
- Perché ognuno deve poter esprimere la propria opinione, dire come la pensa e votare per chi meglio lo rappresenta.
- Ciao Stephanie, urla improvvisamente Andrea, ormai davanti a scuola.
E comincia a correre.
E io tiro un sospiro di sollievo.
E nel frattempo mi passano davanti agli occhi il conflitto di interessi, la legge 'porcata' elettorale, le leggi ad personam, le vaccate che stanno facendo in questi giorni per rimediare alle guerre furibonde interne che hanno impedito di presentare le liste, i tagli alle scuole, agli ospedali, alle assitenze, lo schifo quotidiano a cui dobbiamo assistere, donnine e cotillons...
Chissà quando comincerà a farmi domande sul sesso... brrrrr!

giovedì 4 marzo 2010

Domande...

Andrea, sempre di più, di prima mattina, nel tragitto a piedi tra casa e scuola:
tutte le domande sono preceduteda Papààà
- perchè non piove?
- perchè è marzo?
- perchè viviamo a Milano?
- perchè il nonno è il nonno?
- perchè sono un maschio?
E via così.
I problemi di lavoro, di soldi, d'amore, esistenziali... Tutto quanto
svanisce di fronte a questi quesiti cosmici.
E la giornata è tutta in discesa. Veramente.
Bello essere padre. Provateci!

mercoledì 3 marzo 2010

Se non fisicamente, almeno con la mente...

... tutti dobbiamo partecipare a questa manifestazione di sabato prossimo, il No Razzismo Day.
E quando dico tutti, significa TUTTI.
Questo paese sta subendo una deriva autoritaria, una degenerazione culturale e di valori, sta diventando una barzelletta a livello internazionale, e sta scalando, all'indietro, tutte le classifiche di affidabilità e competitività.
In più, come cigliegina sulla torta, come tutti i paesi ignoranti e sfigati del mondo, si sta riscoprendo razzista, omofobo. Insomma inutile.
La manifestazione di sabato è per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema.
Questo post è per diffondere la notizia, farla circolare il più possibile, visto che ormai i media, Tv in testa, ignorano tutto tranne il legittimo impedimento e le liste della Polverini nel Lazio.

lunedì 1 marzo 2010

Devo doparmi, come i ciclisti

Qui tutti decantano chi ha creato l'uomo, o a seconda dei punti vista, come l'uomo è evoluto.
Ma chi ha fatto, inventato, evoluto, e che si voglia, chi ha combinato tutto questo non poteva sforzarsi un pochino di più per rendere il prodotto finale un po' migliore? O per lo meno allungare i tempi di garanzia, chessò qualche milione di anni di estensione di validità, in modo da poterlo restituire in cambio di un modello più aggiornato, meno inutile e discretamente più intelligente?
Mah, fosse così il produttore avrebbe i magazzini pieni di prodotti restituiti, dovrebbe far fronte a chissà quante class action e chissà che risarcimenti miliardari dovrebbe far fronte.
Per esempio, ma è un esempio a caso, credetemi!, non si poteva fare in modo che i denti dei bambini fossero già usciti senza dover attendere la loro 'nascita', lenta, spasmodica e obiettivamente sfinente per tutti?
Da due giorni, scoperta di stasera, a Bianca è uscito un ulteriore dente, bucando le gengive, come normale.
E ovviamente è isterica, impossibile, intrattabile, urla straziando i timpani di chiunque e succhia le poche riserve del sua papà.
Ieri, in visita alla libreria Feltrinelli, dopo acquisto sontuoso di volumi spero soddisfacenti, si cerca di pranzare nel bar/ristorante tra gli scaffali, che fa anche figo e molto, molto europeo.
Un addentata di una mefitica piadina alla bresaola e uno (Andrea) deve andare a fare in bagno quello che non si può dire, mentre l'altra (Bianca) comincia, in ordine di escalation:
- girare tra i tavoli sfinendo tutti
- girare tra i tavoli sfinendo tutti e urlando ai sette venti
- sdraiarsi a mo' di tappeto con braccia e gambe larghe
- sdraiarsi a mo' di tappeto con braccia e gambe larghe urlando ai sette venti
- cercare di denudarsi a rischio polmonite
- cercare di denudarsi a rischio polmonite con relativo lancio delle scarpe contro gli scaffali dei Cd
Difficile, difficilissimo tenersi calmi, evitare l'ulcera e limitarsi a denti strettissimi - con relativo ghigno satanico tiratissimo - a un rimprovero terribilmente educato.
Finalmente usciamo, con io che finalmente libero dai condizionamenti, urlo in mezzo alla strada: ma quand'è che crescete, tutti e due?
Sono sicuro di non farcela.

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...