domenica 28 febbraio 2010

Tu, ce l'hai piccolo!

Lella Costa, in uno dei suoi primi monologhi teatrale recitava (vado a memoria, eh?), perfida e inappellabile:
- Va bene la qualità, ma c'è un minimo sindacale (a proposito della lunghezza...).
Impietosa.
Di cosa parliamo?
Della madre di tutte le probosciti. Dell'apparato padre di tutti gli apparati. Della protuberanza del copro centrica del maschio moderno.
Parliamo del pene, oggetto tanto bistrattato e tanto invidiato, e che tanto penare fa tutti gli uomini di buona volontà.
Il problema, a dispetto delle facili ironie e dei falsi pudori, è alquanto inquietante.
Negli ultimi cento anni, ci rivela questa ricerca, sembra che il simpaticone pisello maschile abbia perso per strada un centimetro di lunghezza nella sua posizione di cosiddetto riposo.
Un problema enorme che ha risvolti, almeno nel futuro, sulla fertilità, sui ruoli dei sessi, e quindi apre incognite impensabili sulla società del futuro.
Sembra che l'origine di tutto ciò sia l'inquinamento, le sostanze chimiche nocive che il nostro corpo assorbe quotidianamente, che portano di fatto a un'alterazione ormonale con le conseguenze sopra citate.
Ma c'è di più. Sembra anche che il maschio, a seguito di questo problema si stia 'alterando', somigliando sempre di più alla femmina dal punto di vista morfologico (l'esempio riportato sono le gambe sempre più lunghe).
Che dire?
Niente. Forse, più che dire bisogna sempre di più farsi qualche domanda, anche se non riesco a vedere alcuna risposta, aldilà di quelle banali e demagogiche di qualche ambientalista della domenica.
La realtà è questa, e l'orrore sono i continui nulla di fatto nelle riunioni periodiche globali intorno ai temi ambientali e alle emergenze ecologiche.
Danaro, interessi, potere, arraffo di ogni genere: tutti 'sentimenti' che notoriamente ce l'hanno piccolo.
Quindi...

venerdì 26 febbraio 2010

Sono una mamma francese

Questa indagine, raccontata oggi su Corriere.it, dice e racconta una santa verità.
Cioè che se ci separa, se si divorzia, e non si hanno figli, è facile, molto facile che nella seconda esperienza se ne facciano un certo numero, sembra due.
Questa indagine fotografa la situazione familiare in Francia. Che ha caratteristiche, fenomeni e usi spesso molto lontani dai nostri.
Io in quanto maschio italiano, dopo aver letto questo articolo, posso senza dubbio dichiarare che sono una donna/mamma francese.
Dopo separazione, complicata, e finalmente essere arrivato al tanto sospirato divorzio, mi sono ritrovato risposato e ora padre (o mamma, a seconda del passaporto) di due bellissimi Squali che tanto riempiono (a volte debordando) la mia vita.
L'indagine, aldilà delle battute e della territorialità, fotografa una situazione abbastanza diffusa.
Se la prima volta non ha funzionato; se la prima volta i figli o non sono venuti o non si sono proprio cercati; se la prima volta la coppia è scoppiata, forse proprio perché non sono arrivati i degni eredi; è facile, quindi, che la seconda esperienza, voluta a tutti i costi, magari più ponderata vista l'età più 'matura', porti ad avere figli (in quantità!) e in modo più consapevole.
E' il sottotitolo di questo blog, o presunto tale: padre a cinquant'anni....
Esperienza dura, forte e al limite. Almeno mi sembra.
Ma esperienza impagabile, ricca, vera e fortissimamente consigliabile a tutti i padri non più giovanissimi che vogliono sentirsi vivi, mantenersi in forma e regalare sorrisi al mondo che li circonda.

mercoledì 24 febbraio 2010

Mamma, lu diavulo!

No, della sentenza Google non dico proprio nulla.
Conflitto di interessi, pareri diversi, non conoscenza della questione, lacune giuridiche come baratri...
Dico solo che oggi l'Italia ha confermato, di fronte al mondo intero, di avere qualche problema di libertà ma soprattutto di avere una grettezza mentale e culturale che forse solo sotto l'Inquisizione si era manifestata.
Punto.

martedì 23 febbraio 2010

Nel blu (di)finto blu

Bello,veramente bello.
Ci mancava.
La capitale morale, da tempo un po' giù di morale e depressa, riceve la sua ennesima mazzata dal punto di vista ambientale.
Non bastano le polveri sottili, non basta l'aria irrespirabile, non bastano le impennate di decessi di persone a rischio causa inquinamento ormai strutturale.
Finalmente anche quei rigagnoli impestati che circondano la città, il Lambro in questo caso, si ritrovano invasi e annientati da orripilanti macchie nere di provenienza industriale.
Mi chiedo che cosa ormai possiamo salvare. E come.
Ormai uscire la mattina è un'operazione disgustosa.
Chi non abita a a Milano forse non ci crede, ma vi assicuro che è la verità.
Da qualche anno la puzza aleggia, l'aria è seriamente irrespirabile e ormai, anche dopo qualche giorno di pioggia, la situazione non cambia. Neanche dopo giornate ventose.
Ci sono mattine, quelle grigie e pesanti - cioè la maggior parte degli esordi milanesi - che si respira un'aria pesante con diverse tonalità di olezzi.
1) Insalata di carburi al petrolio bruciacchiato
2) Misto di puzza di catrame e fogna
3) Scarichi di caldaie alla plastica fusa
Un menù sconcertante, che ti prende una volta alla gola e l'altra ti penetra nei polmoni come se ingurgitassi un budino.
Io che sono pure allergico e vicino all'asma e sono quindi ipersensibile, devo dire che il peggioramento, nonostante ecopass, blocchi e amenità varie, negli ultimi anni l'ho percepito molto chiaramente.
Nessuno capisce, amministrazioni locali e cosiddetta società (in)civile, che un mondo è ormai finito e che per salvarci, interventi e i metodi di vita di ognuno di noi devono cambiare, completamente, con enormi sacrifici, con grandi 'passi indietro' da parte di tutti.
Non ci sono alternative.
Lo dobbiamo ai nostri figli.

lunedì 22 febbraio 2010

De profundis

La notizia è triste, molto triste.
E il compito ingrato di annunciarla è tutto mio, maledizione.
Aiuaà non è più in uso.
O meglio. BiBì ha smesso, senza segnali, senza avvertimento alcuno neanche per i più deboli di cuore, di chiamare suo fratello in quel modo.
Oggi Aiuaà (Pilù) diventa ufficialmente Andrea e quindi BiBì, per par condicio, si apre al mondo con il suo vero nome: Bianca.
Abbiamo scelto due bei nomi per i nostri figli. Ne sono convinto.
Non troppo alternativi ma neanche troppo tradizionali.
Abbastanza solari ma non troppo alla moda.
Non troppo lunghi né troppo corti. E poi con il mio cognome filano bene, senza incartarsi.
E Bianca, da qualche giorno, continua a mormorare 'il mio papà, il mio papà' accompagnando le parole con una abbraccio strettissimo al collo che prima o poi provocherà soffocamento certo.
Andrea lo faceva già da tempo e quindi il gioco è fatto.

I miei figli crescono e vivono in armonia, almeno fin'ora.
E io invecchio, ed è giusto così.

domenica 21 febbraio 2010

Un programma a 60° con centrifuga per l'anima

Per chi ne ha voglia, suggerisco l'articolo oggi in prima di Repubblica, che continua all'interno, sul tema del perdono e del pentimento.
Partendo dai recenti casi della Toyota e di quel farfallone patentato di Tiger Woods, e dalle loro scuse pubbliche in una sorta di gogna mediatica mirabilmente sceneggiata, l'autore ci conduce nel tema del perdono, tra i meandri del pentimento e delle scuse al mondo intero. E conclude che noi, italiani intendo, siamo i campioni del mondo assoluto e totale. Figurarci se ci facciamo mancare qualcosa.
Tutti si scusano, dal Vaticano per la santa inquisizione ai fascisti massacratori; dai traditori e ladri di polli ai giocatori simulatori in area di rigore; dagli inutili ai meno utili.
Si sa, la mentalità cattolica vede di buon occhio colui il quale piega la testa offrendosi al sacrificio dopo aver commesso il peggiore dei crimini. La confessione ne è la pura espressione, l'assoluzione è l'evoluzione naturale, con un'implicita e automatica conseguenza: posso ricominciare a 'peccare', e magari meglio!, tanto comunque basta un colpo di spugna sull'anima e si può ripartire verso nuove avventure.
L'ipocrisia ormai regna sovrana. Gli uomini/donne non tradiscono neanche più liberamente, consapevoli di fare una porcata, ma proprio per quello ancora più divertente. No, tradiscono con la consapevolezza che quando i giochi si fanno complicati, si può seguire la strada del pentimento e quindi della piena riabilitazione.
Ricordo ancora Giovanni Paolo II, dopo non ricordo che omicidio di mafia - forse Borsellino o Falcone - il suo urlo 'Pentitevi!' rivolto agli autori del crimine ma soprattutto a chi 'era' l'organizzazione. Probabilmente, e lo dico senza alcuna ironia, quelli si sono pure pentiti, magari il giorno stesso; per ricominciare il giorno dopo a sciogliere qualcuno nell'acido... Come accendere la lavatrice: i panni si lavano, ma poi li ri-indossi per ri-sporcarli un'altra volta, per poi ri-lavarli e così via.
E oggi cosa succede?
Stiamo vivendo l'ennesimo - ogni settimana, ogni mese... - scandalo fatto di tangenti, corruzione, amicidegliamici, donnine, 'massaggi' al volo. E' ormai il solito copione, a cui il 'nuovo' paese ci sta abituando.
E' una cricca, mooolto allargata, di gentaglia che ormai fa finta di gestire la cosa pubblica con il solo obbiettivo di accumulare potere, soldi, avere donne nel proprio letto che sennò non vedrebbe neanche sul calendario Pirelli, piazzare parenti, amici, cani, canarini...
E ogni giorno assistiamo a questo spettacolo infame della loro finta indignazione, del negare l'evidenza.
Ma ci fosse una volta che qualcuno di 'questi' si pentisse. Che chiedesse perdono.
Mi faccio una cioccolata calda con panna, e non ho alcuna intenzione di sentirmi in colpa.

venerdì 19 febbraio 2010

Rain, again!

Fine delle facce solari. Fine della propensione a un mondo migliore. Fine della luce e del calore.
Come sempre, appena ti illudi nella vita, appena pensi che si possa raggiungere mete, obbiettivi anche ambiziosi; appena credi che tutto sia finito e che la serenità stia entrando nel tuo cuore, booom, un botto solido e sordo ti riporta indietro, ti fa svegliare, ti cancella il sogno in corso.
E quindi oggi, dopo qualche ora di sole e una tardo pomeriggio mite e pulito, ritorna l'inverno, con pioggia e vento.
Stamattina acqua torrenziale, pozzanghere, tutti incavolati neri, auto impazzite, facce storte, traffico furibondo, anche in attesa dello sciopero dei mezzi di questa sera che darà il colpo finale.
Dal sole di ieri alla furibonda ira del cielo di oggi, che in automatico si trasferisce al genere umano, che ringrazia a denti stretti.
Ma, c'è sempre un ma, c'è qualcuno che ci viene in aiuto.
Il Nano? Nooooo, ma dai!
L'amore? Ma non mi fate ridere!
Il sorriso gioioso dei figli? Si vabbé, mica siamo nel libro Cuore!
E allora?
Ma naturalmente i Beatles, l'unico segno di speranza (passato, presente e futuro) del mondo.
Ieri era George che ci beava del suo inno al sole.
Oggi è John che ci racconta la pioggia.
Fine dei post sul tempo.
Dei Beatles non posso proprio dirlo, proprio no...

giovedì 18 febbraio 2010

Here comes the sun

No, non scrivo di Sanremo.
No, non scrivo della Protezione Civile, di L'Aquila e di tutte le cose immonde che ci stanno dietro.
No, non scrivo del Nano e di tutti i suoi amici.
No, non scrivo di tutte le schifezze che questo mondo elargisce a piene mani tutti i giorni.
Oggi parlo solo del sole, che è comparso improvvisamente sulla città.
Della bellezza della sua luce, del suo calore (pochino ma fa la differenza!).
Della sua forza di rendere tutto più vicino, amico.
Della sua naturale capacità di farti sentire meglio, un po' più buono (non tanto, però...), ma soprattutto un po' più felice (almeno un pochino...).
La gente sorride con il sole.

E il pensiero vola a George, impagabile sognatore.

mercoledì 17 febbraio 2010

E vai allora!!!

Questa è l'ennesima mazzata, o meglio l'ennesima conferma di uno stato di cose che impietosamente fotografa il paese, e mette sempre più a rischio la fiducia nel futuro, e anche nelle nuove generazioni.
Non voglio ripetere dati, non voglio fare confronti e incroci. Non voglio vedere il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. A me sembra solo rotto, ma tant'è.
Voglio solo trasmettere il senso di disagio, di malessere, di estrema malinconia per il fatto che ormai il paese è perso, morto, ammorbato da culi e tette e da reality. E da partite di pallone.
E non voglio trarre neanche conclusioni 'facili' dal punto di vista politico.
Non voglio più nulla.
Voglio solo andarmene.
Dove poi?

martedì 16 febbraio 2010

Un mondo di inutili

Ci sono quelli che negano l'olocausto.
Ci sono quelli che dicono che i neri sono razza inferiore.
Ci sono quelli che dicono che i comunisti mangiano i bambini.
Finalmente, ci mancava!, è arrivato uno che dice che i meridionali d'Italia sono più arretrati, oppressi dalla delinquenza organizzata, che mangiano peggio (solo questa urla vendetta!) e sono meno istruiti perchè sono più stupidi, meno intelligenti.
Questo lo dice, in una ricerca circostanziata, tale Richard Lynn, docente (robe da pazzi!) universitario che pubblica questa chicca su una rivista britannica che si chiama Intelligence (un nome un programma).
Allora, aldilà della rozzezza delle tesi che si spiega da sé, aldilà della stupidità profonda dlle conclusioni, aldilà di tutto ciò, la questione che si pone, e che ogni volta che si vota mi batte nella testa, è se il sistema democratico, la possibilità che ognuno possa dire e fare quello che vuole, sia oggi, un plus oppure un minus.
Essere in democrazia non dovrebbe autorizzare chiunque a pronunciare e diffondere ogni schifezza che passa per il suo atrofizzato cervello. Essere in democrazia non significa ergere a ricerca scientifica ogni spudorata tesi razzista o ogni presunta analisi antropologica e sociale con conclusioni palesemente assurde e infami. Essere in democrazia non dovrebbe consentire a chiunque di rendere pubblica, e imporla!, la propria pochezza intellettuale e i propri limiti psichici.
Essere in democrazia, mi permettano i signori del Corriere, non vuol dire essere autorizzati a pubblicare la feccia delle feccie delle notizie.
Proprio no.

Film de' paura

I miei figli stanno superando tutti a sinistra.
Traduco: stanno diventando vere e proprie schegge impazzite rendendo tutto molto, molto pericoloso.
L'altro giorno Pilù, con la sensibilità tipica di chi sa scegliere interlocutori e momenti giusti, in separata sede sussurra a sua nonna una notizia terribile.
- Nonnaaa, A. (la nostra amata Tata che vorremmo non ci abbandonasse mai almeno fino a quando tutti e due gli Squali siano sposati con prole) se ne va a Verona, dal suo fidanzato. Le hanno dato una scuola là e quindi se ne va.
La nonna, allarmata, informa i genitori, cioè noi, e noi caschiamo dal pero.
L'informazione viene condivisa la sera, quindi senza possibilità immediata di verifica.
Si passa la notte insonni. Trovare una persona di fiducia, che voglia bene ai bimbi, simpatica e brava e gentile, a Milano è un'impresa spaventosamente ardua, complicata, ricca di incognite. Quando ce l'hai non la molleresti più, la proteggi gelosamente, la difendi con i denti. E A. è veramente impagabile.
La sera dopo, quando rientro a casa dove trovo gli Squali in compagnia di A., con una paura fottuta, le chiedo lumi in attesa di un verdetto terribile.
- A., è vero che da settembre te ne vai da Milano e ci lasci qui nei guai totali e mondiali? le chiedo con già le lacrime agli occhi, le mani che tremano e il cuoio capelluto che si rizza come gli aculei di un istrice.
- No perché? Sono ancora giovane, prima o poi se le cose funzionano mi sposerò e forse mi trasferirò a Verona. Ma è ancora presto, molto presto.
Avete presente un gigantesco pallone che si sgonfia e si accascia su se stesso deformandosi in modo orrendo e scomposto? Bene, io in quel momento, mischiato tutto a un senso di pace, di rilassamento e di felicità infinita. Il nirvana, nient'altro.
Il futuro ancora mi arride e la vita è una cosa meravigliosa.
Ma pensate che sia finita qui? No, perché Pilù è ricco di risorse. Pilù è come il terreno della Siberia: ricco di gas a strafottere.
Infatti lei mi guarda, di traverso e mi spara a brutto muso:
- Piuttosto pensavo che voi mi voleste lasciare a spasso!
- Scusa? le chiedo.
- Pilù l'altro giorno mi ha detto che a settembre, visto che lui va alle scuole elementari e BiBì va alla scuola materna, tutto nuovo!, cambiate anche la Tata.
Io la guardo con gli occhi fuori dalle orbite.
- Ma non è vero!! le urlo in faccia.
Ci guardiamo, ci scrutiamo e scoppiamo a ridere contemporaneamente.
Pilù ci guarda e non capisce perché.
A quanto pare tutto questo è quanto sta succedendo a un suo compagno di scuola. E' semplice solidarietà cameratesca.
E' inutile sottolineare che i capelli grigi sono, in modo incontrollato, aumentati a dismisura.

lunedì 15 febbraio 2010

Family survey

In agenzia spesso usiamo società di consulenza che ci realizzano e forniscono ricerche di mercato, analisi di settori merceologici, studi su tendenze e orientamenti culturali. A volte hanno senso altre meno.
Ma da oggi fine. Sono costi inutili.
Posso avere tutto questo velocemente, e soprattutto a costo zero!, direttamente a casa mia senza problemi e molto rapidamente.
Pilù ieri si è rivelato per quello che è veramente: un sondaggista/analista di livello superiore. Con grandi doni che non tutti hanno: sintesi, rapidità e straordinario pragmatismo.
La scena.
Ieri, domenica, sulla strada per andare a trovare i nonni, oltre cortina.
Bibì agitata, urlante, incazzosa a livello inverosimile. Insomma lei.
Pilù che cerca di raccontare qualcosa, di fare il fratello maggiore, ma il casino in auto è veramente impensabile. Io comincio a friggere.
A un certo punto Pilù:
- BiBì, vediamo se sei monella.
Lei si zittisce e lo guarda ingrugnita. Io osservo tutto dallo specchietto retrovisore, cercando di non annientare tutta la famiglia con un colpo solo.
E allora cosa fa? La guarda e le chiede: 
- Tu sei Bianca?
Lei lo sguarda, lo scruta e spiattella l'unica possibile risposta.
- NO!
- Vedi sei monella. Punto.
In pochi secondi è stato analizzato il mercato, sono state raccolte le risposte degli intervistati, sono stati incrociati i dati raccolti, e alla fine è stata presentata al cliente una relazione finale che raccoglie le conclusioni.
Tutto a costo nullo, in auto e in pochi secondi.
Tra un po' gli giro la gestione del mio atrofico conto corrente.

sabato 13 febbraio 2010

rob de matt!

Però piangere come un cretino alla fine di 'Alla ricerca di Nemo' quando il papà pesce ritrova il suo stupido pesce figlio, entrambi pagliacci!, e abbracciare Pilù stretto stretto - Papààà, mi fai male!! mi ha detto - come se l'impresa l'avessi fatta io, beh è proprio da papà ormai in scadenza!
Alla mia età bisognerebbe essere più saggi!
Uff...

Lotta antica

La mia antica amica Federica, tanto, ma tanto carina, ci racconta sul Corriere di un messaggio chiaro e inconfutabile che ci arriva da oltre oceano: i figli sono al centro ma non sono IL centro della coppia. Bisogna ritagliarsi i propri spazi, sennò si soccombe.
Bella lì! Il solito deus ex machina di americana cultura che ci racconta e ci spiega la veritas.
Chissà se il signore, che si fa di hamburger tutti i giorni magari circondati da rotelle di cipolla fritte, ha figli, ha una compagna, vive nel mondo di oggi, porta i suoi figli all'asilo, fronteggia tutti i giorni una società sempre più complicata.
I figli sono un impegno bestiale, antico, originario, di sangue.
I figli ti portano via tutto, ti asciugano, ti succhiano amore e affetto. Tutto. E poi non ne hai più per altro, per altri. I figli ti portano via il tempo.
E' tua la scelta.
Starci o non starci. Essere 'genitore' 24 ore su 24, oppure mantenere viva la tua vita. Non serve il guru cow boy per saperlo.
Ma il problema non è essere consapevoli, conoscere, sapere.
Il problema è avere una soluzione.
E' difficile, maledettamente difficile.
La vita dei genitori, oggi e forse anche ieri, è un vero casino.
Devi solo decidere se ti vuoi seppellire sotto una montagna di pannolini e milioni di Gormiti, oppure no.
La coppia scoppia, i figli crescono, ... sul ponte sventola bandiera bianca!

venerdì 12 febbraio 2010

Lui, Lei e l'Altro. E l'Altra? (otto)

Prese fiato. Si bagnò la caviglia dolorante, se la strofinò per bene, fino a quando il dolore cominciò a diminuire.
- Cristo, ma ti sembra il modo? si rivolge all’AlterLui, con evidente irritazione. - Mi hai fatto un male del diavolo!!
- Senti lascia perdere, e ringraziami. Chissà quale vaccata avresti risposto, così su due piedi, senza pensarci, come fai di solito. Ti saresti incendiato come al solito, avresti risposto velenosità gratuite e la cosa sarebbe finita nell’ennesimo, inutile litigio.
E la sua voce interna continuò.
- Guarda che ora devi tornare di là, e devi uscire dall’angolo in cui quella simpatica donna ti ha messo. Sa benissimo di essere in torto marcio, di avere da spiegare, motivare, giustificare. Sa di dover recuperare o comunque di fare una guerra di posizione. Proprio per questo motivo attacca. E’ un po’ la teoria farneticante di bushana memoria della guerra preventiva. Ti ammazzo prima che tu possa pensare di ammazzarmi. Delirante ma tatticamente efficace.
Lui ascoltò. Lui che aveva sempre chiaro in mente cosa fare, Lui che aveva sempre in mano la situazione, Lui che era abituato a ‘guidare’ e non a essere guidato, si stava accorgendo che per la prima volta stava rincorrendo.
Si guardò allo specchio, fece smorfie, si guardò gli occhi, aprì la bocca rimirandosi denti e gengive, si ricompose e finalmente, liberatorio e assoluto, cacciò un urlo che fece tremare i vetri. Un urlo che preannunciava l’attacco. Come gli All Blacks.
Carico, ma anche un po’ rauco, uscì dal bagno e con passo da guardia rossa davanti al mausoleo di Lenin, ritornò dalla sua dolce metà.
- Che succede, chiese Lei visibilmente preoccupata e finalmente un po’ raddolcita.
- Niente, ho messo male la caviglia, mi fa un male d’inferno, ho messo acqua fredda, sembra che vada meglio.
- E quell’urlo?
- Ah, ehm, quello? No, niente, ho inciampato nella vasca da bagno.
Ci fu qualche minuto di silenzio, si scrutarono, Lei girò la faccia dall’altra parte, Lui non mollò, ormai deciso a riprendere in mano la situazione.
Il mio AlterLui è un genio, della strategia ma anche della tattica, pensò.
- Allora carissima, riprendiamo il discorso. Ma seriamente, ‘sta volta, eh?
Lei rimase sorpresa, bloccata, la sua bocca si aprì in una smorfia di sorpresa.
- Anzi, ricominciamo da capo? Cerchiamo di spiegarci, non tanto come due persone civili, ma almeno come due persone intellettualmente rispettose dell’altra? Ok?
Lei annuì, abbassò lo sguardo. Improvvisamente si accorse che ora era Lei nell’angolo. E comprese che non ne sarebbe più uscita fino a quando non avesse chiarito, parlato, raccontato, descritto tutto. Ma proprio tutto.
E Lui cominciò.

giovedì 11 febbraio 2010

La fine dell'impero romano

Quando andavo a scuola, alle elementari dico, si insegnava la storia romana. O meglio si raccontava dell'impero, di Roma caput mundi, portatrice di civiltà e sviluppo nel mondo arretrato.
E poi si raccontava la fine dell'impero. La si descriveva come un mix di territorio ormai impossibile da proteggere e di una decadenza dei costumi e della politica, con corruzione diffusa, una classe dirigente dissoluta e degradata.
Bene. Ora leggete qui sotto e ditemi se i vostri pensieri non vanno all'anno 300 dopo Cristo, quando l'impero dava ormai segni di sgretolamento e si preparava alla sua dissoluzione totale.

Squallore allo stato puro.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/11/news/inchiesta_festa_per_bertolaso-2258530/

Non vi aggiungo, perché ormai puzza di naftalina, tutto quanto successo prima di Natale e per il quale la signora ha preso la decisione di prendere il largo dal suo Nano.

Ma vi giro questo. E' dal sito dell'Unità - i soliti comunisti mangia bambini che si inventano di tutto. Riporta una notizia dal sito di Lina Sotis, nota anarco-insurrezionalista. Campeggia sulla home page del sito del giornale della De Gregorio da un po'. A me non sembra proprio che nessun altro l'abbia ripresa.
Io ho provato una vergogna oltre misura.

http://www.unita.it/news/italia/94700/clooney_a_palazzo_grazioli_per_il_darfur_e_trova_tante_belle_ragazze

E poi l'ultima di ieri. Er gradasso del Tufello. Lo sborone della piazza. L'animatore che campeggia in tutte le compagnie. Il ghe pensi mì della Bovisa. Inqualificabile.

http://www.unita.it/news/italia/94909/lo_stile_berlusconi_vedo_belle_donne_e_perdo_il_filo_preferite_cos_o_marrazzo

I segnali ci sono tutti. Qui siamo circondati da gente di destra, e vabbé, ma soprattutto da gente che ha problemi seri nel rapporto con le donne, con il sesso, e con la propria mente.
Speriamo di essere veramente alla fine.

mercoledì 10 febbraio 2010

Lui, Lei e l'Altro. E l'Altra? (sette)

Puntuale, come sempre, al mattino alla fermata delle metropolitana. Da sempre si infilava nella mischia mattutina, dolce e altera, elegante e algida.
Lasciava tutti a bocca aperta, anche in quei momenti, ancora assonnati, immediatamente prima del lavoro. Sembrava non degnare uno sguardo a nessuno, sembrava vivere galleggiando sopra il mondo reale.
Avanzava tra gli altri con lo sguardo fisso a non si sa che, con passi lunghi, composti. La coda di cavallo che raccoglieva i suoi capelli nerissimi sbatteva a destra e a sinistra a ritmo, cadenzando la sua andatura.
Elegante sì, ma di quell’eleganza nascosta, defilata, geometrica, razionale. Maschile.
Insomma quello stile che solo poche possono permettersi.
Aveva lineamenti decisi. Era bellissima.
Prendendo quella mattina il treno, non sapeva che la sua vita sarebbe cambiata, che avrebbe visto un futuro nuovo.
Un futuro incerto, ricco, difficile. Pieno di incognite. Ma maledettamente nuovo.
Signore e signori ecco a voi, ta taaannn, l’Altra!

martedì 9 febbraio 2010

La comanda

Ecco quanto ha concordato Pilù, detto il farabutto, con la sua educatrice alla scuola materna intorno al cibo e al menù di tutti i giorni.
Inqualificabile. E lei che gli dà anche corda.
Stamattina mi è stato consegnato il documento ufficiale, in una cerimonia pomposa e insopportabile.

Lunedì - Bastoncini Findus o similari (piuttosto la morte!)
Martedì - Prosciutto cotto (questo passa...)
Mercoledì - Uova alla cocque (robe da pazzi!)
Giovedì - Piattone di Delebio (formaggio buono della Valtellina)
Venerdì - Polpette (sua madre le fa molto buone)
Sabato - Risotto giallo (sottoscrivo)
Domenica - Lasagne della nonna (buonissime, ma ci vuole qualche settimana per digerirle)

Dopo il menù, ci sono alcune considerazioni a corollario che intendono dare la linea anche in tema di comportamenti, quantità, modalità, contorni, dolci e affini.
Il documento, in modo austero, quindi prosegue.

Porzioni adeguate alla mia età e non così...
Di verdura, pomodori piccoli, carote intere da sgranocchiare, patate di tutti i tipi.
Per la frutta, mela, ciliegie, frutti di bosco, mandarini e arance.
E poi si sbraca totalmente.
Focaccine, torta al cioccolato, yogurt alla fragola, budino non troppo freddo (!), cioccolato al latte (questo è figlio mio, non c'è n'è), gelato al cioccolato con panna montata e cioccolata calda con panna montata.
E inoltre. Patatine nel sacchetto, succo di frutta e per gradire acqua normale.
E per concludere in un crescendo degno di Ravel: panino al latte con marmellata di castagne ma anche di frutti di bosco.
La conclusione lascia tutti incantati e inchiodati al muro: vorrei dire, sottolinea il disgraziato, che non si deve mangiare tutti i giorni la carne!
Punto.
Attendo, rassegnato, la piattaforma di lotta di BiBì: è solo questione di mesi, ne sono certo.

lunedì 8 febbraio 2010

Veritas














Il problema vero è uno, solo uno.
Non esiste più la bellezza!

All'attacco, miei tigrotti!

Domenica mattina, Milano, Italy.
Nebiun milanese di quelli tosti, non si vede la casa di fronte. Questo vuol dire che appena se ne va arriva il sole. Freddo (siamo sotto zero) e figli da gestire.
- Che facciamo oggi? arriva Pilù. Essere genitori è un po' come avere un'agenzia viaggi o di eventi. Devi sempre avere proposte, idee, piani A, B e anche C.
- Potremmo andare in libreria!! suggerisco io. Il suggerimento è tutt'altro che altruistico, lo ammetto, ma a loro piace. Per fortuna.
- No stiamo a casa a giocare con i gormiti!, naturalmente suggerisce Pilù che se potesse tutti i weekend se li godrebbe a casa. Pilù ha proprio bisogno di casa, di affetto, di protezione.
- Sììììì, andiamo in libreria. Questo è il contraltare, il lato B, l'altra faccia della medaglia. E' BiBì, che naturalmente uscirebbe sempre, farebbe casino sempre, giocherebbe sempre e soprattutto urlerebbe sempre.
Due figli due baci.
Usciamo, prendiamo il tram.
Arriviamo alla libreria. Tre piani, con bar, settore dischi, video, strumenti musicali, e luogo per presentazioni, feste e cotillons. Manca solo la vendita di farmaci e c'è tutto. Che palle!
Al terzo piano c'è la presentazione di un libro per bambini. Decine di bambini urlanti, e le scrittrici del libro, credo, che gracchiano in modo assordante in un microfono a volume altissimo. Impossibile fermarsi, veramente.
Scendiamo ai piani inferiori prima per una sontuosa visita al reparto libri per bambini, e poi a quello per grandi. Io mi aggiro per gli scaffali. C'è troppo casino, non capisco niente e non vedo l'ora di andarmene. Adulti che urlano, bambini vocianti, le rane al terzo piano che gracchiano, rumori di piatti visto che si sta preparando il brunch e chi per esso. E poi musica diffusa. Video in ogni angolo. Sembra di essere in una scena di Balde Runner.
Un casino infernale.
Ramazzo qualche libro, quello che vedo, ma a un certo punto mi casca l'occhio su una ristampa, che mai avrei pensato esistesse.
Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem, Einaudi. Incredibile.
Io ci sono cresciuto con i libri di Salgari, con la Tigre della Malesia, con Yanez e la Perla di Labuan. Putroppo i libri del tempo sono andati distrutti in un allagamento della cantina dei miei dove riposavano in pace. Erano anche illustrati, bellissimi. Mi piange ancora il cuore.
E a un certo punto un'illuminazione.
Lo compro e lo leggo a Pilù. Gli piacerà?

E' sera, con quella tipica tristezza che accompagna la sera della domenica, un oblio stanco e tascinato.
Tiro fuori il libro e propongo a Pilù la lettura - cioè io leggo e lui ascolta.
Mi guarda. Pilù è abituato a 'leggere' e sfogliare insieme i libri. Ma quelli illustrati, con finestrelle, con grandi foto o disegni.
Leggere un romanzo fatto e finito per ora, gli manca.
Io gliela vendo un po'. Corsari, cattivi invasori da scacciare - hai presente, Pilù, quando ti parlo dei partigiani e della guerra?, navi, abbordaggi, scimitarre, cannoni, botte de orbi.
Dice ok a un certo punto, e ci buttiamo sul divano.
E io comincio.
- La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. Meraviglioso.

Lo vedo che si gira verso di me. E mi invita a continuare.
E io leggo, leggo, leggo. Mi interrompe ogni periodo, commentiamo, descriviamo, allarghiamo gli orizzonti. Mi si sdraia addosso. E io leggo, leggo, leggo.
E poi spiego, racconto, descrivo. E lui mi guarda affascinato, si agita, si alza in piedi gesticolando, interpretando con passione, con la voglia di capire.
Poi ci spostiamo sul letto, e io leggo, leggo, leggo.
Dodici pagine ci siamo iniettate. Dodici faticosissime pagine, in circa un'ora.
I primi due capitoli, in cui già compare Yanez, in cui tutte le truppe si schierano in attesa di salpare per una scorreria in alto mare, in cui avviene un abbordaggio, in cui la fierezza e la correttezza famose in tutti i mari della Tigre emergono in tutta la loro possenza. E poi anche la bellissima donna di Labuan, una chimera da raggiungere.
C'è già tutto in queste prime pagine. Avventura, lealtà, amore, amicizia, forza, fermezza e lotta per la libertà.
Pilù è impressionato. Non mi molla più e non vorrebbe mai smettere.
E poi tutti a letto. Sono sfinito.
E stamattina, appena sveglio sapete cosa mi ha chiesto:
- Papààà, leggiamo la Tigre?
Sono soddisfazioni, grandi, enormi.
Oggi sono un papà realizzato.

domenica 7 febbraio 2010

Escalation comica

Ufficiale.
Oggi la politica governativa, oltre a essere al servizio di poteri non forti, fortissimi, oltre a essere prona di fronte a chi sennò andrebbe in galera filato, oltre a essere strumento per fare le peggiori leggi che la storia repubblicana abbia mai visto, bene la politica oggi è anche, scusate il francesismo ma quando ci vuole ci vuole, prendere platealmente e letteralmente per il culo il popolo, bue e non.
Ormai è un'escalation. Dopo i primi teneri e timidi tentativi degli anni precedenti, dopo la 'scesa in campo' (ricordate meno tasse per tutti, oppure il tremendo 'aspettare l'ultimo' o qualcosa di simile), oggi si è persa ogni timidezza, ogni ritegno e si sparano grosse, grossissime, enormi, incommensurabilmente gigantesche.
E negli ultimi tre giorni credo che abbiano anche giocato il jolly (ricordate Giochi senza Frontiere?), perché tutto sembra raddoppiare, tranne la decenza.

1) Le tasse. L'altro giorno er caudillo de noantri, dopo giorni di silenzio e il giorno dopo l'approvazione del decreto sul legittimo impedimento - finalmente libero di un peso!,  si fa risentire e ci rilascia una sconcertante verità: ha abbassato le tasse. Pochi giorni fa la querelle sul fatto che avrebbe prima abbassato le tasse e poi che non poteva farlo perché i conti non lo permettevano. E allora come fare? Diciamo che l'abbiamo già fatto e amici come prima.
La politica come salto della corda.

2) Oggi si fa avanti uno dei più fidati fedeli. Lui non si vuole sottrarre ai processi. Voleva sempre andare, ma sa, signora mia, gli impegni, il lavoro, il Milan, la separazione, il figlio, i nipoti, la spesa...
La politica come 'cucù!.

3) E in più ci rassicura, il fidato fedele. Al termine del mandato il Lui si farà processare.
Mica vuole scappare.
La politica come 'faidate'.

Io non la voglio buttare tutta in politica, anche perché oggi di politico in giro c'è proprio pochino pochino, ma non avete la sensazione, tenue e delicata, che si stiano divertendo tutti come dei matti alle nostre ormai incurvate spalle?
Non vi sembra di essere in un film di Mel Brooks?
Qualcuno di voi ricorda 'Specchio segreto' di Nanni Loy?

sabato 6 febbraio 2010

Vuoi tu prendere...

Ah, non lo sapevo che si doveva fare così.
Se ti vuoi sposare con una rappresentante dell'azienda leader del Web searching devi fare così, altrimenti sei out, sei 1.0 e forse addirittura 0,5.0.
E poi devi mettere tutte le notizie su Facebook, le foto su Flickr, gli odori su Sniff e non so che altro.
Io faccio lo spocchioso, ma intendiamoci questo è il mondo di oggi ed è stupido cercare di ignorarlo. Piaccia o no così è.
Comunque mi sono fatto degli appunti, su carta.
Giuro che se mi sposo con una che lavora a Google seguo le istruzioni.
Vi tengo informati.
Naturalmente su Fb, su Flickr, su FF, sul blog, su Google...

venerdì 5 febbraio 2010

Speranza

E' sempre più difficile capirsi
E' sempre più difficile ascoltarsi
E' sempre più difficile parlarsi
E' sempre più difficile incontrarsi

Ma allora che tutti rimangano in disparte
Ma allora che tutti rimangano sordi
Ma allora che tutti rimangano zitti
Ma allora che tutti rimangano a casa

E il mondo si isolerà
E il mondo sprofonderà
E il mondo starà in silenzio
E il mondo sparirà

E dopo tanto riposo

L'uomo capirà
L'uomo ascolterà
L'uomo parlerà
L'uomo incontrerà

E il mondo rinascerà
Uff...

giovedì 4 febbraio 2010

L'oppio dei popoli

Qualcuno l'aveva già detto, anche se forse non l'aveva proprio teorizzato Marx, come ormai si accetta. Ma comunque il concetto gira nel mondo da un po' di secoli e offre a molti, soprattutti a quelli che il cervello ce l'hanno ancora in funzione, motivi di riflessione, di analisi, di turbamento.
Oggi arriva pure il professore dei professori a dirlo.
Con la sua consueta eleganza, anche se ci va giù mica da ridere.
Però risolleva un problema, ormai tabù o perlomeno sopito, della convivenza di tutti gli integralismi con una società che ha mille dubbi e che si interroga quotidianamente su chi siamo e dove vogliamo andare. E con la scienza.
Almeno alcuni. Altri, invece, a nome e in nome di non si sa chi e cosa, ci continuano a propinare dogmi, verità presunte, leggende e storie campate per aria al solo scopo di a) mantenere le posizioni acquisite, b) essere al servizio di qualcun'altro, c) approfittare del prossimo soprattutto nei momenti di crisi e di debolezze varie.
Io non voglio né banalizzare né tagliare via, e soprattutto né mancare di rispetto verso chi ha credo consolidati e acquisiti.
Quello che contesto, con forza e sempre di più, è la continua ingerenza non solo delle istituzioni religiose nella vita sociale e quotidiana delle popolazioni di tutto il mondo, ma anche la continua pressione culturale e politica che ammornba l'aria, impedisce al mondo di crescere e obbliga milioni di persone a rimanere al palo.
Non è un caso, e ci dobbiamo rassegnare a questa verità!!, che i paesi più avanzati, quelli che raggiungono i risultati migliori in termini non solo economici ma soprattutto sociali e di vivere civile, sono quelli che hanno da sempre avuto la capacità di separare religione e vita di tutti i giorni, dogmi assurdi da ricerca scientifica e modernità, precetti invasivi da cultura e società civile.
Non se ne può proprio più...

mercoledì 3 febbraio 2010

Cameriere, il menù per favore

Oggi Pilù ci ha dato una lezione, oltre che ribadire quanto è furbetto e furfante.
La premessa è che mangia poco, e addirittura sta dimagrendo.
Ore 8,45, arrivo con lui alla scuola materna.
Entro nell'atrio e insieme ci dirigiamo verso l'aula.
Come sempre l'educatrice, quasi una moderna Caronte, accoglie i bimbi, con un sorriso, con qualche battuta e qualche indicazione.
Ma oggi, appena ci avviciniamo alla porta d'entrata dell'aula, mi rimbrotta decisa:
- Basta carne. Troppa!, mi dice con un sorriso a metà bocca, con aria complice.
- Scusi? casco dalle nuvole.
- Io e Pilù ieri abbiamo fatto una lunga discussione sul cibo e sul perché mangia poco in questo periodo. E il verdetto è che gli preparate sempre carne e lui è stufo.
Notare che a casa nostra se si mangia la carne due volte la settimana è già un record.
Sto per rispondere, ma l'educatrice mi blocca e aggiunge, facendomi l'occhiolino:
- E quindi, insieme, abbiamo preparato un menù ideale che copre tutta la settimana e che incontra la soddisfazione del nostro 'cliente'. E mi agita sotto il naso un foglio scritto fitto fitto, con diversi colori, che giorno per giorno - lunedì bastoncini di pesce (ma quando mai li ha visti?), martedì prosciutto cotto, mercoledì... per arrivare a lasagne della nonna di domenica - aggiornano il povero padre sulle nuove direttive in tema di mensa e rancio relativo.
Lei comincia a ridere come una matta, Pilù presente sembra quasi scoppiare da quanto è tronfio, e io con una faccia da ebete ascolto esterefatto.
- Insomma, date ascolto a questo povero perseguitato. Non si può andare avanti così. Le mando il menù per fax, va bene?
Saluto Pilù con un bacio, anche se la voglia di strozzarlo virtualmente è molto forte.
Ringrazio l'educatrice delle preziose indicazioni.
E mi allontano.
Sempre di più mi rendo conto che ormai la riservatezza ed eventuali 'segreti' di casa sono a serissimo rischio.
Se vincessi il superenalotto, l'ultimo a saperlo sarebbe Pilù. Questo è certo.

martedì 2 febbraio 2010

Quella sotto!

BiBì è un genio.
In ogni famiglia il risveglio al mattino è meglio di una sit-com dal tasso comico altissimo.
Almeno credo. A casa mia è così.
Gli Squali sono meglio di tutta la compagnia di Zelig messa insieme.
Stamattina, circa verso le otto, Milano, Italia.
- Mi scappa la pipì!!!, urla Pilù correndo in corridoio.
E' il solito problema, maledizione!!!, di avere un bagno solo.
E BiBì, forza della natura e del terrore risponde.
- Anch'ioooo, tocca a me! E comincia a urlare come una pazza cercando di raggiungere il bagno prima.
Mediazione della madre che finalmente mette in fila la prole che deve asciugarsi.
Prima BiBì.
Poi Pilù.
E quando Pilù ha finito, naturalmente con sua sorella accesa spettatrice, BiBì aggiunge come estrema sintesi:
- Aiouaaa, abbiamo fatto la pipì. La mia è quella sotto.
Poi siamo andati tutti a fare colazione con la sensazione, viva, che tra un po' prendono il comando e ci buttano nella differenziata.

Rassegna stampa

Oggi faccio il blogger di professione. Faccio quello che fanno molti sulla rete.
Raccolgo link ad altrettante notizie e poi le 'commento' grazie al mio autorevole carisma e al mio peso specifico culturale.
So che in questo momento la rete tutta trema e che il mondo intellettuale nostrano comincia ad agitarsi in attesa di.
Un'ultima nota. Le notizie riportate/segnalate sono ad altissimo contenuto e non son da tutti, visto i temi trattati. I bambini mandateli a letto.

Sembra che un giocatore di calcio inglese si sia fatta la compagna di un suo compagno di nazionale. E fin qui tutto bene, anche se il compagno di squadra  non credo che gli sia piaciuto molto. Il problema è che l'impero britannico tutto, dalla patria insulare a tutto il Commonwealth, sembra in british subbuglio perché il cialtrone adescatore è anche il capitano della nazionale di calcio. Quindi il dibattito si apre se sia ancora idoneo alla fascia di eletto e addirittura se sia ancora idoneo a giocare in nazionale. E pensare che ho sempre ricordato che 'niente sesso, sono inglesi'...

Sembra che Danny De Vito, il parente italo-americano che ha fatto i soldi di Brunetta, abbia una mania, come tutti noi. Ogni volta che gira il mondo come turista si fotografa i piedi nudi con lo sfondo un paesaggio, un monumento o chissà che altro. Una notizia che non poteva sfuggire a chiunque, ma in particolare al Corriere che puntualmente riporta in home page, almeno ora. Con tanto di foto, con l'altare sullo sfondo del duomo di Milano. Sembra che qualcuno abbia visto qualche fugace apparizione di uno spirito illustre sepolto nella chiesa meneghina (Visconti?), che si aggirava per la chiesa scuotendo la testa borbottando 'sti ignurant, poden minga sta' a ca' sua?'. Cialtroni nascono e cialtroni rimangono.

Sembra che Carlà non venga al festival. La ferale notizia è stata annunciata oggi. Prima sembrava per una canzone offensiva di non so chi. Poi invece, retifica, causa impegni personali insormontabili sorti nelle ultime ore presidenziali. O che ne so. Il paese, causa questa terribile tegola, si è fermato per qualche minuto. La produzione è calata ( la Fiat ha fatto una festa!!!), il parlamento ha colto l'occasione per una sospensione dei lavori fino alla fine di maggio, la tv ha mandato a reti unificate l'intervento del nano all'ultimo party di palazzo Garzioli. Si è registrata, forse per reazione alla delusione, un'impennata della natalità. Io che non ho mai visto Sanremo, giuro!, per solidarietà, quest'anno lo guardo.

Sembra proprio la verità, dobbiamo rassegnarci. Il Cnr ha sentenziato e quindi da cotanta autorevolezza non si sfugge. La primavera, quest'anno e speriamo solo per questo, sembra proprio che arriverà ad aprile, cioè quando deve proprio arrivare per calendario. Il triste annuncio viene dato, tra singhiozzi e lacrime, oggi, facendoci capire, di converso, che l'inverno treminerà, udite udite!, solamente quando inizierà la primavera. Io non so come reagite voi a questa strigliata infelice, ma io sono sconvolto. Tornando a casa ho escogitato mille sotterfugi per nascondere la verità alla mia famiglia, ma soprattutto agli Squali che, vista la loro innocenza, devono per ora stare alla larga dai dolori terribili di questo mondo atroce in cui siamo costretti a vivere. Appena a casa ho tagliato i fili della luce, ho eliminato i cavi per connetersi alla rete, ho bruciato sul balcone ogni riferimento cartaceo e soprattutto, con un espediente sadico, li ho mandati a letto senza neanche la cena. Così ho evitato le consuete domande di tutte le sere:
- Papààààà, quando finisce l'inverno? E quando inizia la primavera?
Noi ci passiamo le serate intorno a questi temi, che ci appassionano sempre più.
Io sono un papà. Io devo proteggere i miei figli!!!

Ps. Notiziola in fondo.
Sembra che non riesca a trovarla, ma giuro!!, oggi l'ho letta. Sembra che Paris Hilton si stia travestendo da Marylin Monroe. Non so perché, non so per cosa, non so quando.
Le masse popolari, a questa notizia, comunque stanno reagendo e vigilando. Si è intravista, in diverse città, qualche manifestazione spontanea con striscioni e bandiere, inneggiando alla famosa compianta star di Hollywood. Sono comparsi finte forche con la cameriera d'hotel ereditiera appesa a dovere. A Milano qualcuno ha scritto sui muri:
Giò i man dalla Marylin, te capì scaicquetta (la e deve essere milanesemente apertissima, per una corretta pronuncia)?

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...