venerdì 22 ottobre 2010

Un giorno, leggendo

Leggere le notizie è ormai un percorso di guerra, a ostacoli.
Ma soprattutto, aldilà delle consuete critiche che possiamo fare ai mezzi informazione - sempre più sensazionalistici e pettegoli e cinici - la lettura dei quotidiani è ormai una cosa per stomachi forti (e io non leggo Giornale e Libero, perché sennò chissà...).

Guardate questa rapida carrellata di oggi. Tutto su Repubblica tra l'altro....

1 - I rifiuti a Napoli
Una storia infinita, che loro signori avevano detta di avere risolto, visto che sono il partito del fare.
E quando invece ci si accorge che non hanno risolto nulla, che hanno solo buttato polvere negli occhi, per giorni si sono nascosti e poi hanno cominciato a spararne una più grossa delle altre, fino ad arrivare a sparare quella più grossa di tutte.
In più, paradosso nel paradosso, anche il nuovo presidente di regione, dopo aver impallinato Bassolino dandogli le colpe di tutto (e ne ha molte, intendiamoci...), lancia questo messaggio patetico che in un paese civile farebbe rivoltare le budella anche a chi digerisce i sassi.

2 - La giustizia.
Poi c'è questa, che se non parlassimo di cose serie, ci sarebbe da cominciare a ridire per non fermarsi più. Questo signore pensa, e a questo punto comincio pensarlo anch'io, che siamo un paese di deficienti. Ma si può essere così spudorati? Si può essere così impuniti da prendere per i fondelli il mondo intero? E poi ottenere pure i voti?

3 - Leggi ad personam.
Dopo la prima porcata della legge elettorale, ecco la seconda (forse qualcun'altra mi è sfuggita...) del nostro rappresentante di pura razza padana.
Quelli della Roma ladrona, del "terun turna a ca' tua", quelli dei soldi nostri a casa nostra, e amenità cantando, dopo aver piazzato tutte le loro famiglie, figli, moglie e mariti, amanti, cani e canarini, sulle poltrone pubbliche a spese nostre, eccoli imparare benissimo dal loro capo dall'altezza contenuta (o sono loro i suggeritori di tutto?) come 'regolare' le leggi a seconda degli interessi personali di uno o 36 collaboratori in sensibile difficoltà. Bello, i paladini della legalità e della modernizzazione dello stato, bravi, bravi...

4 - Castellamare di Stabia.
E poi c'è quest'altra, che a paragone delle altre che ci precedono fa un po' sorridere, ma che invece fotografa con esattezza dove va il paese, che cosa fanno gli amministratori per farsi 'pubblicità', che cosa si inventano invece di gestire la cosa pubblica e di essere al servizio del cittadino. È la cartina tornasole di un paese che ormai è in guerra perenne, dove tutti sono contro tutti.

5 - Ciao ciao Italia.
E poi c'è l'ultima, la più triste, la più drammatica. Anche se è una via d'uscita per scappare da questa gabbia maleodorante e malsana che l'Italia è oggi.
I giovani se ne vanno, disperati, stufi marci, delusi, arrabbiati, tristi. Stranieri a casa loro, ecco cosa sono. Giovani che non torneranno mai più indietro e che il nostro paese rimpiangerà, molto presto. Ma dopo tutto come dar loro torto?

1 commento:

  1. Senza contare la povera Sara Scazzi.

    Mi vorrei soffermare sul punto 1 con annessi roghi di tricolore. Io sono davvero insostenibilmente soverchiato da un sentimento di indignazione verso un luogo che nominalmente fa parte del mio amato paese in cui esiste una zona in cui NON ESISTE ALCUN STATO DI DIRITTO. Non me ne riesco a fare una ragione. Esiste solo il "chiagni e fotti". E mi ulteriormente insopportabile questo odioso vittimismo, questo succhiare il latte dalla mammella statale senza avere alcun senso di responsabilità civile e sociale. Chiedere e basta. Volere e basta. E siccome con la camorra è complesso arrabbiarsi ecco che ci vomitano addosso tutta la loro rabbia per vivere in un luogo in cui lo stato non esiste.

    Da come mi spiegò mio padre all'età di 7 anni: lo stato siamo noi, siamo io e te.

    Lo stato sono loro e sono loro a non esistere. Sarò cinico ma non provo alcun senso di compassione o di pena.

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