Parliamo di cose serie.
Ieri Pilù mi chiama dalla montagna in lacrime, singhiozzava.
- Che succede, amore mio? gli chiedo senza sapere se preoccuparmi davvero o sorridere.
- Stavo giocando e una scheggia mi è entrata nel dito.
- Oddio, e ti ha fatto male?
- Malissimo!!, e te pareva.
Poi mi hanno raccontato che sono dovuti andare al centro turistico per avere cerotti e medicazioni e, soprattutto, oggetto del vero terrore!, una pinzetta per mettere fine all'inusitata intrusione (quante volte l'ha fatto mio padre con me?).
Urla smisurate, pianti, diperazioni. Ma poi tutto si è concluso senza ricovero in ospedale e interventi vari a cuore aperto.
Sono tappe queste.
Sono scalini di crescita.
BiBì sicuramente avrà osservato il tutto un po' da lontano, piegando la testa e, proprio come fa il suo amato papà, avrà alzato un sopraciglio e guardato la scena con distacco e una buona dose di caustica perplessità.
Oggi li rivedo, per grazia ricevuta.
Non ne posso più di non averli intorno.
Ho bisogno di qualcuno che mi trasmetta affetto e amore.
Punto.
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