Da un po' di tempo si torna a casa, dopo il lavoro alla sera, con un solo obbiettivo, chiaro e limpido.
- Papà, ci massacri?
Questa è la domanda prima che sento con ancora il cappotto addosso, appena entrato.
Cos'è?
Presto detto.
Gli Squali appena mi vedono si buttano nel lettone, sotto le coperte, incuranti della temperatura.
Io allora devo far finta di cercarli. L'operazione deve essere in genere accompagnata da dei ruggiti che infondono un'aria terrificante e da giungla. Loro rispondono con gridolini e urla smodate, nell'attesa.
Io mi avvicino circospetto, loro in genere non mi vedono neanche, e quindi io mi sento ancora più scemo.
Quando arrivo al letto comincio a casaccio a scatenare un solletico pazzesco. Loro si dimenano, ridono.
Poi escono allo scoperto e mi attaccano, come le Tigri di Monpracem.
Insomma il tutto finisce in una rissa degna dei migliori bar vicini ai porti.
Loro si divertono come matti, anche perché la cosa in genere va avanti circa un quarto d'ora e più.
Io ne vengo fuori a pezzi, dopo una fantastica giornata di lavoro.
Poi mi cambio, si cena e si finisce la serata in bellezza.
Speriamo che nessuno mi veda dalla casa di fronte...
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...era gobba pure quella, era gobba pure quella...la famiglia dei Gobbon!!! Questo è un pezzo di una canzone - di origine imprecisata - ch...
Ahahahahha bellissimo!
RispondiEliminaI padri giocherelloni del terzo millennio.