lunedì 8 febbraio 2010

All'attacco, miei tigrotti!

Domenica mattina, Milano, Italy.
Nebiun milanese di quelli tosti, non si vede la casa di fronte. Questo vuol dire che appena se ne va arriva il sole. Freddo (siamo sotto zero) e figli da gestire.
- Che facciamo oggi? arriva Pilù. Essere genitori è un po' come avere un'agenzia viaggi o di eventi. Devi sempre avere proposte, idee, piani A, B e anche C.
- Potremmo andare in libreria!! suggerisco io. Il suggerimento è tutt'altro che altruistico, lo ammetto, ma a loro piace. Per fortuna.
- No stiamo a casa a giocare con i gormiti!, naturalmente suggerisce Pilù che se potesse tutti i weekend se li godrebbe a casa. Pilù ha proprio bisogno di casa, di affetto, di protezione.
- Sììììì, andiamo in libreria. Questo è il contraltare, il lato B, l'altra faccia della medaglia. E' BiBì, che naturalmente uscirebbe sempre, farebbe casino sempre, giocherebbe sempre e soprattutto urlerebbe sempre.
Due figli due baci.
Usciamo, prendiamo il tram.
Arriviamo alla libreria. Tre piani, con bar, settore dischi, video, strumenti musicali, e luogo per presentazioni, feste e cotillons. Manca solo la vendita di farmaci e c'è tutto. Che palle!
Al terzo piano c'è la presentazione di un libro per bambini. Decine di bambini urlanti, e le scrittrici del libro, credo, che gracchiano in modo assordante in un microfono a volume altissimo. Impossibile fermarsi, veramente.
Scendiamo ai piani inferiori prima per una sontuosa visita al reparto libri per bambini, e poi a quello per grandi. Io mi aggiro per gli scaffali. C'è troppo casino, non capisco niente e non vedo l'ora di andarmene. Adulti che urlano, bambini vocianti, le rane al terzo piano che gracchiano, rumori di piatti visto che si sta preparando il brunch e chi per esso. E poi musica diffusa. Video in ogni angolo. Sembra di essere in una scena di Balde Runner.
Un casino infernale.
Ramazzo qualche libro, quello che vedo, ma a un certo punto mi casca l'occhio su una ristampa, che mai avrei pensato esistesse.
Emilio Salgari, Le Tigri di Mompracem, Einaudi. Incredibile.
Io ci sono cresciuto con i libri di Salgari, con la Tigre della Malesia, con Yanez e la Perla di Labuan. Putroppo i libri del tempo sono andati distrutti in un allagamento della cantina dei miei dove riposavano in pace. Erano anche illustrati, bellissimi. Mi piange ancora il cuore.
E a un certo punto un'illuminazione.
Lo compro e lo leggo a Pilù. Gli piacerà?

E' sera, con quella tipica tristezza che accompagna la sera della domenica, un oblio stanco e tascinato.
Tiro fuori il libro e propongo a Pilù la lettura - cioè io leggo e lui ascolta.
Mi guarda. Pilù è abituato a 'leggere' e sfogliare insieme i libri. Ma quelli illustrati, con finestrelle, con grandi foto o disegni.
Leggere un romanzo fatto e finito per ora, gli manca.
Io gliela vendo un po'. Corsari, cattivi invasori da scacciare - hai presente, Pilù, quando ti parlo dei partigiani e della guerra?, navi, abbordaggi, scimitarre, cannoni, botte de orbi.
Dice ok a un certo punto, e ci buttiamo sul divano.
E io comincio.
- La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. Meraviglioso.

Lo vedo che si gira verso di me. E mi invita a continuare.
E io leggo, leggo, leggo. Mi interrompe ogni periodo, commentiamo, descriviamo, allarghiamo gli orizzonti. Mi si sdraia addosso. E io leggo, leggo, leggo.
E poi spiego, racconto, descrivo. E lui mi guarda affascinato, si agita, si alza in piedi gesticolando, interpretando con passione, con la voglia di capire.
Poi ci spostiamo sul letto, e io leggo, leggo, leggo.
Dodici pagine ci siamo iniettate. Dodici faticosissime pagine, in circa un'ora.
I primi due capitoli, in cui già compare Yanez, in cui tutte le truppe si schierano in attesa di salpare per una scorreria in alto mare, in cui avviene un abbordaggio, in cui la fierezza e la correttezza famose in tutti i mari della Tigre emergono in tutta la loro possenza. E poi anche la bellissima donna di Labuan, una chimera da raggiungere.
C'è già tutto in queste prime pagine. Avventura, lealtà, amore, amicizia, forza, fermezza e lotta per la libertà.
Pilù è impressionato. Non mi molla più e non vorrebbe mai smettere.
E poi tutti a letto. Sono sfinito.
E stamattina, appena sveglio sapete cosa mi ha chiesto:
- Papààà, leggiamo la Tigre?
Sono soddisfazioni, grandi, enormi.
Oggi sono un papà realizzato.

2 commenti:

  1. Marina mi ha ha rubato l'esclamazione,davvero bellissimo questo passaggio da padre in figlio di una passione, quale la la lettura.. ciao nik

    RispondiElimina

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...