sabato 31 ottobre 2009

Sìììì, casinoooo!

Uno spettacolo vero e proprio.
Oggi, per questa orripilante usanza di Halloween, direttamente importata dai colonizzatori di armi e di cultura, Pilù ha avuto la possibilità di partecipare alla sua prima festa delle zucche vuote.
Ma a parte le considerazioni inutili sulla ricorrenza, Pilù è stato spettacolare.
Dopo un tragitto in macchina non cortissimo in cui è riuscito pure ad addormentarsi, Pilù si è ritrovato calato, in catalessi, improvvisamente in una realtà che non conosceva, circondato da sciami di ragazzini vestiti da streghe e maghetti che urlavano e correvano in giro per il palazzo.
Eppure dopo un primo momento di sbandamento, in cui si nascondeva dietro le mie gambe, ha cominciato a capire i flussi e gli equilibri, e ha pianificato una strategia degna del miglior combattente.
E a un certo punto mi chiede:
- Papàààà, posso andare anch'io a fare casino?
- Siamo qui per questo, Pilù, gli rispondo con fare fermo, anche se con un'ansia che non vi dico.
Bene. Detto e fatto. Non l'ho visto praticamente più.
Ogni tanto, nel giardino dove ci si ritrovava, lo vedevo sfrecciare insieme a una banda di assatanati che correvano alla scoperta di non so quali demoni nascosti nel buio.
Un soddisfazione per gli occhi. Per quasi un'ora, ininterrottamente.
Siamo rientrati a Milano che era sera inoltrata, e con l'ora solare buio pesto da ore.
Lo pensavo sfinito e che sarebbe crollato nel viaggio di ritorno. Niente da fare, sveglio come un grillo.
E prima di arrivare a casa, passando davanti all'ennesimo inutile centro congressi e uffici in costruzione alle porte della città, concede anche il pensiero profondo, guardando il palazzo che nella notte, illuminato, si erge nel nulla.
- Un palazzo tutto di vetro. Ma non può reggere, un palazzo solo di vetro senza sostegni che reggano la struttura.
Giuro, testuali parole.
Speriamo non sia un presagio...
E intanto BiBì a casa con il febbrone.

venerdì 30 ottobre 2009

Bambini saputelli

- Mamma, chi è questo?
BiBì per ora usa sempre la forma 'chi è' per chiedere quasi ogni cosa.
Aveva di fronte un libretto illustrato, con foto e disegni di bimbi.
- Questo è un gruppo di bimbi. Di che colore hanno i capelli questi tre bambini? le propone sua madre.
Lei guarda il disegno con attenzione e comincia a sentenziare.
- Questa bruna, indicando la bambina anche scura di carnagione (libretto politicamente corretto al 100%, con bambini di diverse razze e foggie). Per ora l'utilizzo del verbo essere è un optional.
- Questa bionda.
- Brava BiBì, le dice sua madre. E continua.
- E questa?
Lei guarda con attenzione l'illustrazione, gira la testa cambiando l'angolazione, mi guarda cercando aiuto, ma non trova soluzione.
E allora, dall'altro angolo del tavolo interviene Pilù che, vista l'indecisione della sorella, non vedeva l'ora di far vedere a tutti che sa tutto ed è il fratello maggiore.
- Ma BiBì non lo sai? quella è castagna.
Bisognerebbe riprendere queste scene, per rivederle, rimbambiti, quando saremo vecchi.
Meno male che almeno ce le scriviamo.

giovedì 29 ottobre 2009

Meditate, gente, meditate

Sempre più spesso vivo un disagio. Profondo.
Un disagio di insicurezza, di precarietà, di preoccupazione per i miei figli.
Ogni giorno ricevi notizie, scambi informazioni, affronti temi in merito all'educazione, allo sviluppo e alla crescita dei figli.
Si sa, avere i figli è un po' come avere il cane. Tra proprietari si parla e si discute solo di dove lo porti, di cosa mangia, di cosa fa... E con i bambini è uguale.
I temi sono sempre gli stessi. Quando sono piccolissimi il tema prevalente è la cacca e i pannolini e le malattie; quando diventano un po' più grandi è la scuola, l'educazione, gli sport...
Io sono preoccupato di come la scuola, rigorosamente pubblica!!, riporti i corretti messaggi, educhi i miei figli alla consapevolezza e l'importanza della cultura, e avvii una crescita controllata anno dopo anno.
Oggi infatti tutto ciò non è scontato. Anzi.
I continui tagli ai finanziamenti, l'eliminazione di professionalità di affiancamento e i continui 'attacchi' alla funzione pubblica della scuola, stanno di fatto raggiungendo l'obbiettivo. Scardinare il ruolo dello stato nell'educazione delle nuove generazioni, rendere la scuola pubblica un ripiego per chi non ha i fondi per iscrivere i propri figli nelle più blasonate (e religiose) scuole private, e quindi liberarsi di un problema.
La sanità, i servizi strategici (telecomunicazioni, acqua, trasporti), tra un po' anche l'aria e poi tutto sarà in mano a pochi imprenditori, magari anche virtuosi, che però di fatto controlleranno la vita di ognuno di noi.
Oggi sono negativo, molto, ma io non vedo via d'uscita.
E i miei figli, li vedo sempre di più, finanze permettendo, appena possibile, studiare lontano da un paese che tratta le sue nuove generazioni come un fastidio di cui liberarsi velocemente.
Una tristezza che, credetemi!, sta mettendo a repentaglio il futuro di questo paese, non solo come nazione economicamente competitiva, ma nella sua esistenza.
Come diceva Arbore nella pubblicità della birra di troppi anni fa? Meditate, gente, meditate.
E svegliamoci.

mercoledì 28 ottobre 2009

Bevicervello

Così li chiama un mio caro amico quei 'giornaletti' (così si chiamavano i fumetti quando ero piccolo) che ancora oggi compra, soprattutto, mi dice, come funzione di corroborante nelle lunghe sedute meditative nel luogo più ameno della casa.
Bevicervello. Cioè storie da leggere scarsamente impegnative, con difficoltà di comprensione uguale a zero, racconti banali il più della volte di guerra o amore; quelli, per chi se li ricorda, che riempivano L'Intrepido, quel pout pourry editoriale di personaggi e storie intervallate da pagine di pubblicità che reclamizzavano gli occhiali a infrarossi per guardare sotto le vesti delle ragazze, la crema sensazionale che faceva crescere i peli sul petto oppure gli apparecchi ginnici che ti facevano diventare un vero macho in poche settimane.
Bene, per me il vero bevicervello è il Medico in famiglia.
Una fiction in cui la banalità, mista a buoni sentimenti e a tradimenti velenosi, e l'ovvietà la fanno da padroni, rendendo tutto così oniricamente insulso che alla fine della puntata ne esci solo con un lungo sonno, come se avessi passato la serata in una fumeria cinese di oppio.
E' un'accozzaglia di finti personaggi, di nonni invadenti, di padri che vanno e vengono, e odiosetti nipoti che si agitano tutto il giorno senza mai una preoccupazione reale: danaro, salute, politica....
Mai un monolocale dello IACP (o come si chiama adesso), mai una Panda scassata come auto, mai un luogo di lavoro sgangherato, mai una donna/uomo brutti. E tutti sembrano far finta di lavorare.
Un perfetto bevicervello, non c'è che dire.
E poi il protagonista cinquantenne che si 'spazzola' la giovane dottoressa lascia molte, molte speranze...

martedì 27 ottobre 2009

Pilù e BiBì salveranno il mondo

Sarà banale, ma molto vero. E lo studio qui riportato non fa che confermare quanto il buon senso e un po' di educazione civica e ambientale suggeriscono quotidianamente.
E noi dobbiamo insegnarlo ai nostri figli, in modo convinto, senza mollare, senza compromessi.
Il mondo va ormai a catafascio, con la politica che è peggio di un reality, lo sport che sempre di più è presa della malavita e del doping, lo spettacolo è deprimente.
Ma l'ambiente, la nostra cara e amata terra, l'aria, le acque, e soprattutto l'eredità che lasceremo ai nostri figli sono temi che non possono essere dimenticati. E dobbiamo fare qualcosa.
Lo studio ci invita proprio in questo senso.
Dopo che i partiti sono morti, dopo che le ideologie hanno l'nfluenza A e quindi sono più di là che di qua, dopo che le passioni per cambiare il mondo si sono ormai messe a letto per non risvegliarsi più, insomma dopo che le grandi iniziative politiche/economiche/sociali sono ormai scomparse, è il singolo che deve darsi da fare, nella sua sfera personale, nella sua vita quotidiana, nei suoi gesti.
Se è difficile coibentare meglio il proprio condominio - pena il linciaggio da parte dei condomini taccagni -, è comunque possibile intervenire nel proprio appartamento per evitare dispersioni di calore; ma soprattutto, e non ci costa proprio nulla!!, è sufficiente spegnere gli apparecchi elettronici in stand by, chiudere l'acqua mentre ci si pulisce i denti, evitare di lasciare luci accese inutili nella casa, separare con cura i rifiuti in modo da evitare da una parte le multe della società di raccolta, e aiutare dall'altra un migliore riciclaggio delle materie riutilizzabili.
Ci vuole poco, e lo studio ci conferma che basterebbe che ognuno facesse un po' la sua parte e le emissioni di CO2 si ridurrebbero in modo consistente.
Insomma insegnamo ai nostri figli, anche giocando, che la terra non è infinita, che l'acqua diminuisce, che l'aria si sporca e che, almeno un po', possiamo contribuire a fare in modo che le cose, invece, non peggiorino.
Il ruolo dei genitori, in questo caso, è fondamentale.
Se gli adulti ormai sono 'persi', puntiamo almeno sulle nuove generazioni, porca miseria!

lunedì 26 ottobre 2009

A ciascuno il suo

Facciamo una rapida analisi della situazione politica, alla luce dei risultati delle primarie, della presunta crisi di governo (Tremonti e l'Irap), dei distinguo che emergono continuamente dagli interventi del presidente della camera, dei richiami del presidente della repubblica, delle risse continue con magistrati e loro organismi, dei sondaggi ondivaghi e degli ossequi imbarazzanti che i peones fanno al loro capo quotidianamente.

Ricapitolando.
1) Quelli di destra si fanno le donne. O meglio le escort, cioè battone. In pratica, come il Pelatone di Piazza Venezia (non c'erano ancora le moderne tecnologie di trapianto capillare), ostentano virilità, continuità e resistenza anche oltre gli anni e il fisico. Uomini veri.
2) Quelli della cosiddetta sinistra (quelli rosa, insomma) hanno altri usi e costumi. Essendo più sensibili e un po' politicamente corretti non manifestano discriminazioni e quindi attingono anche, o prevalentemente, nel mondo dei 'diversi'. E quindi sotto con il trava di prima scelta. Uomini meno veri o presunto tali.
Se fossimo una società perfettamente bipolare con maggioritario secco sarebbe finita lì.Ma siccome non siamo così, nonostante le apparenze e le voglie di nessuno, ci dobbiamo aspettare dell'altro, in un prossimo futuro.

3) Quelli di centro un po' bigotti ostentano sicurezza. Ma il loro scandalo sessuale si abbatterà presto come risposta ai loro presunti voti di castità. Infatti sarà qualche moglie/marito insoddisfatti che reclameranno pubblicamente un po' di sadomaso, orge di gruppo e sesso in pubblico, per controbilanciare anni dove non si è schiodato un tubo. Uomini a metà.


4) E quelli della sinistra vera? Quelli dei senza se e dei senza ma? Devono stare attenti. Questa continua attenzione al rispetto di tutto e di tutti, questa tendenza cosmica verso la difesa del più deboli, questo orgasmica voglia di salvare il mondo senza mai guardarsi le spalle fa correre loro dei bei rischi: prima o poi qualcuno potrebbe far girare quei filmati segreti nelle segrete segretissime del Kremlino negli anni '50. Per esempio quel pomeriggio con Breznev e Svetlana Seminova...
Vigilanza, compagni. Vigilanza.

domenica 25 ottobre 2009

Primarie ghiacciate

Stamattina incontro uno che mi chiede al volo:
- Dove vai a votare alle primarie?
- Primarie? chiedo io
- Sì, le primarie del Pd. Dove voti?
- No grazie, gli rispondo. Io voto a sinistra.
E' restato di ghiaccio, e io me ne sono andato soddisfatto, soprattutto per la mia prontezza di riflessi.
Quando ci vuole ci vuole.

Quesiti cosmici

Ho un problema, che in confronto la fame nel mondo+influenza A+guerre e terrorismo insieme, sono niente.
Devo ampliare la mia libreria del salotto che ormai scoppia. Quella lunga in corridoio lo è già.
Ho libri dappertutto, in seconda fila, sui mobili, sui tavoli. Non ci stanno più, ormai.
E la libreria che ho in sala, Ikea doc, naturalmente non la fanno più. E ho uno spazio consistente che può essere riempito da una libreria nuova di zecca che dia ossigeno ai poveri libri compressi e in crisi d'aria. Ma non so che fare.
Libreria simile che la dice tutta che non hai trovato la stessa e quindi fa schifo tutto? Oppure libreria completamente diversa che la dice tutta che non hai trovato la stessa e quindi fa schifo tutto?
Boh. Comunque una soluzione bisogna trovarla.
A) Potrei farmi mettere un camino in casa, spegnere il riscaldamento (con notevole ossigeno per le asfittiche finanze) e bruciare di volta in volta tutti i libri (sono quasi tremila!!).
B) Potrei strappare una pagina sì e una no di ogni libro riducendo a metà lo spazio necessario.
C) Potrei comprare una casa di oltre 300 metri quadrati facendo venir fuori una bellissima biblioteca e tutto lo spazio che voglio.
D) Potrei continuare a vivere così, nella precarietà culturale, riaffermando il ruolo centrale del libro e gettando altro al loro posto.
E) Potrei farmi una pizza con salsiccia e salamino piccante; il tutto annaffiato da una salutare birra.
Ok. Ho deciso.
Stasera pizza per tutti e i libri si arrangino.

sabato 24 ottobre 2009

Sensini di colpina

All'inizio non urlavo mai. Ma c'era solo Pilù, che a parte qualche caso sporadico e ben motivato, è sempre stato molto, anche troppo, 'giudizioso, come si diceva una volta.
Ricordo una sera da amici in cui lui, sicuramente causa l'ora tarda e il suo sfinimento, cominciò una scenata pazzesca; seguita dopo un po', ormai incapace di contenermi, da una delle peggiori prova di me stesso. Le mie urla si sentivano anche oltre provincia.
Oggi, con BiBì, le cose sono diverse. Sono passati anni maledizione, con due figli le cose si fanno sempre più difficili, e lei vale per un plotone di guastatori dell'esercito tedesco.
Prova durissima.
Corriere.it di oggi ci rifila, garbatamente, l'ennesima analisi della giungla familiare, delle colpe dei genitori, dei figli che si educano con il confronto e non con lo scontro.
E la reazione di tutti i genitori, almeno la mia, è la solita: perché non provate voi, studiosi analisti universitari pure americani, ad avere figli e poi vi misurate quotidianamente con il caos che ne deriva?
Ma anche questa reazione è scontata, emotiva, e pressoché inutile al fine di capire.
E allora? Allora credo che sia inutile improvvisarsi santi, pedagoghi da strapazzo, oppure genitori modello. Non lo siamo, o almeno io non lo sono.
Creco di fare del mio meglio. Conto fino a cinque, cambio stanza, discuto, cerco di convincere, ragiono, affronto il tema da diverse angolazioni, vado incontro, ascolto. Ma fino a un certo punto.
Credo che l'unico obbiettivo che i genitori si devono dare è di puntare al meglio sapendo che qualcosa scappa, che la perfezione non esiste, che a volte perdi la calma.
E urli, sì urli, scaricando in quelle urla tutta la frustrazione del momento, ma anche tutto quello accumulato, dentro e fuori, a casa e in ufficio, contro il tempo che passa oppure perché non passa mai.
Almeno tutti siamo consapevoli che, a differenza di una volta (ancora adesso alcuni schiaffi sembrano fare male...), alzare le mani è inutile, dannoso, fa male e basta, e lascia segni che travalicano anche i decenni.
Poveri figli, ma anche i genitori...

venerdì 23 ottobre 2009

Prossima fermata!

Non trovate che sia una notizia bellissima, questa?
Non pensate che dopo un fatto del genere, il mondo abbia qualche possibilità in più di sopravvivere?
'Siccome stavamo discutendo, mi sono dimenticato di atterrare', in sommi capi, il motivo di tanta sbadataggine da parte del comandante dell'aereo della Northwest Airlines diretto a Minneapolis.
Pensate un po'. Un aereo delle ultime generazioni, con apparecchiature elettroniche, strumenti di controllo, procedure sofisticate di verifica, computer all'avanguardia che ricontano e ricontrollano tutto ogni nanosecondo, e tutto questo va in fumo perché un pilota sta discutendo con il proprio equipaggio, a quanto pare, di normativa contrattuale e di rivendicazioni.
Non è bellissimo?
Vuol dire che quando i robot, i replicanti di Balde Runner memoria, quando ci si potrà leggere nel pensiero e tutto verrà regolato da sofisticate macchine che governeranno il mondo, ci sarà almeno la possibilità di far saltare tutto e tutti solo perché qualcuno sta facendo del pettegolezzo ('Ehi, ma hai visto quel replicante di hostess che gonna allucinante ha oggi?', e intanto il razzo diretto sulla Luna prende la direzione di Marte'), oppure perché qualcun'altro ha la bella pensata di vivere un'avventura 'galante' nel bagno dei robot piloti piuttosto che organizzare il decollo. Senza parlare di treni, auto, navi, fabbriche...
Bellissimo. C'è da scriverci un libro. A metà tra la fantascienza e la realtà dei nostri giorni.
A questo pilota dovrebbero dare il Nobel della pace oppure della ricerca ingegneristica aeronavale ultraterrena.
I passeggeri, almeno un pochino, saranno stati meno contenti...

giovedì 22 ottobre 2009

Scout vs Bibì

Parliamo di cinema e libri? Massì, dài!
Parliamo di film e libri con storie familiari e papà che non fanno la solita figura da bambocci che pensano solo a portarsi a letto le ventenni? Proviamoci.
E non vi aspettate un film o un libro di questi tempi infami, tutti chiappe, culi e rutti. Nient'affatto.
Chi è della mia generazione, o precedente, ha sicuramente, se non letto, avuto almeno l'occasione di deliziarsi con il film 'Il buio oltre la siepe' (1962 - il libro era del 1960), storia di famiglia, infanzia e razzismo nel sud degli Stati uniti negli anni della depressione.
Un film straordinario, rigorosamente in bianco e nero, in cui, all'interno della storia di intolleranza e paura del 'diverso', svetta con grande delicatezza il rapporto tra la figlia Scout e il padre Atticus, interpretato da un meraviglioso Gregory Peck. E' anche il film d'esordio di Robert Duvall.
Sì, avete ragione, siamo nell'epoca jurassica della grande Hollywood, ma la cosa non mi tocca affatto. Come per la musica, se vi piacciono i Vanzina, gli Harry Potter e le commediole americane sui college recitate, malissimo, da attori ragazzotti brufolosi, liberissimi. Come dichiara oggi Jorma Kaukonen su Repubblica, virtuoso chitarrista degli allora Jefferson Airplane, 'faccio fatica ad ascoltare la musica di oggi, e suono solo quello che mi piace'. Anch'io, immodestamente, dichiaro senza ombra di dubbio e con la forza della ragione, che ascolto solo musica che mi piace, vedo film solo che mi garbano, e soprattutto frequento solo donne che mi piacciono. Senza se e senza ma.
Ma torniamo al film e alla conclusione.
Il film è un continuo rincorrersi tra la vita familiare e il rapporto speciale tra il padre e la figlia ribelle, e il tema del razzismo, dell'ignoranza, del pregiudizio, del razzismo.
E' un film che, cari papà che leggete, dovete vedere con i vostri figli, sul divano, abbracciandoli. E' un film con il giusto messaggio, con la corretta morbidezza; sebbene fermo nell'intento. E' bello come il sole.
E una volta visto, saprete come sarà Bibì a circa 6 anni, quando inizierà la scuola. Soprattutto il suo primo giorno.

mercoledì 21 ottobre 2009

Colpirne uno per educarne cento!

Ci sono serate che prenderesti uno per colpire l'altro. Squali, naturalmente.
A casa da giorni solo con loro, ieri sera veramente è stata a messa dura prova la mia proverbiale mancanza di pazienza.
Giornata dura ieri in ufficio. Dura, come i tempi che viviamo, in cui la pausa pranzo diventa il momento di stallo tra un disastro mattutino e l'angoscia di quel ti può succedere nel pomeriggio. Veramente dura, durissima, come il granito.
E quindi uno arriva a casa già bello carico da una parte e sfinito dall'altra. E siccome sa di non vivere in uno spot del Mulino Bianco, non si aspetta tutto rose e fiori, fantastiche cene già pronte sulla tavola, e figli sorridenti che ti vengono incontro abbracciandoti e sussurrandoti parole dolci. Ma almeno una situazione normale.
E invece, siciuramente causa la mancanza della madre, gli Squali hanno anche loro i loro problemi, le loro tensioni, le loro ambizioni.
E quindi tutti che parlano e blaterano in contemporanea, tutti che pretendono subito attenzione, giochi, scherzi, caramelle e cotillons.
Non vi sto a raccontare cosa ha combinato Pilù perché ho ancora decenza e soprattutto privacy, ma so solo che ieri sera è stato difficilissimo manetnere il controllo e non lasciarsi andare a reazioni incontrollate.
E in più BiBì, la madre di tutte le rosse furiose, si è messa a boicottare ogni iniziativa - "Giochiamo con il treno? NO!", scassando con manate la ferrovia appena costruita -, ogni proposta - "Mettiamo il pigiama visto che prima o poi dovremmo anche dormire? NO!", scalciando -, ogni idea di intrattenimento  - "Vediamo la Pimpa o i filmatini sul computer o le fotografie o un libro o qual che cavolo vuoi? NO!", con calcio al mio portatile che è vivo per miracolo.
Bene ieri sera ero sfinito, alle dieci cascava la palpebra, e in più dovevo anche sorbirmi il caos del dopopartita che imperversava sotto le mie finestre.
Ci sono serate che prenderesti uno per colpire l'altro. Squali, naturalmente.
Tra poco è il mio compleanno. Chi mi regala un teletrasporto o, in mancanza di questo, almeno una macchina del tempo?
Evvia, fate uno sforzo!

martedì 20 ottobre 2009

Un brusco risveglio

Dio mio che orrore!!
Leggete questo pezzo di Cerami sull'Unità.it, che leggo oggi, ma che è datato 18 ottobre.
Vincenzo Cerami lo conoscete: scrittore, autore cinematografico e tant'altro. Una mente fine, maledettamente lucida, determinata.
Che ci racconta? La fine delle illusioni (delle utopie, di un mondo migliore, di un futuro più 'umano) come unico obbiettivo per la sopravvivenza nell'oggi.
Cinico? Forse. Realista? Boh. Rassegnato? Sicuramente.
"Se riuscissimo a toglierci di dosso, ogni giorno, un po’ di illusioni, guadagneremmo in senso della realtà, e faremmo quindi meno errori", ci spiattella sul muso l'autore.
Traduco. Se la smettete di sognare, se la piantate di cercare il cambiamento, se evitate di cambiare le cose, allora prendete conspevolezza della realtà e vivete meglio.
Sì, cioè forse. Però l'esimio scrittore si dimentica che questa è la strada della rassegnazione, della accettare supini quanto è deciso da altri. E' la via verso la dittatura delle menti e dei corpi. Un incubo. Che forse stiamo già vivendo in questo periodo storico, dove la forza mediatica, il grande fratello orwelliano, sembrano ormai avere preso il sopravvento.
Ma come diceva Borrelli, il nostro slogan è resistere, resistere, resistere.
Un'illussione vi colpirà, cari seguaci della rassegnazione. E un sogno vi seppellirà.
E sarà una gran festa. Vera.

lunedì 19 ottobre 2009

Nanetto 2.0

Sono un uomo simpaticissimo
onesto e bellissimo
anche se non mi vedi, tanto sono bassissimo

Voglio comandare e anche governare
ma nessuno mi vuole amare
forse è meglio che vada a scopare il mare

Blatero cazzate a ogni angolo del mondo
faccio piani per me a tutto tondo
ma sono solo l'ottavo nano di nome .....ndo

Ma la festa è finita
e il mondo saprà
che niente di me rimarrà.

(Coro)
Ciao ciao nanetto
ritorna al tuo mondo
e lasciaci in pace fare il nostro girotondo!

domenica 18 ottobre 2009

Voia de laurà saltumm adoss!

Quando dico che rimango da solo con gli Squali per qualche giorno, molti dei miei amici/conoscenti maschi mi guardano sgranando gli occhi come fossi un marziano.
- Rimani da solo con i bambini per tre giorni? mi sputano in faccia, anche un po' risentiti.
- Eh sì, S. è via per lavoro. Ma qual è il problema? cerco di capire.
Si tenga presente che quasi tutti i miei amici più cari hanno superato i cinquanta, e quindi, come quelli normali, hanno ormai figli che frequentano licei, e alcuni anche l'università.
- Beh io, mi ha detto uno, con i bambini piccoli non sono mai rimasto da solo per ore, figuriamoci per giorni. Ma come fai?
Io mi guardo alle spalle, come se stesse parlando con qualcun'altro, perché non capisco.
- Mai stato con i figli a casa da solo? Mai dovuto decidere se mettere la maglietta azzurra piuttosto che quella bianca? Mai dovuto organizzare una cena per degli assatanati che regolarmente, quando tutto è pronto, ti dicono che non hanno fame? Mai cambiato un pannolino, raccolto il vomitino schifosino?
- Mai, sei pazzo? Io non avrei saputo cosa fare.
E se ne va scrollando le ampie spalle.
Io rimango basito, braccia a penzoloni sui fianchi, sguardo ebete senza speranza.
Siccome credo di non essere un marziano, siccome so per certo di non essere un eroe, siccome ho la certezza matematica di non essere il padre perfetto di tutti i figli di tutto il mondo, arrivo solo a una conclusione, scientifica e ricca di prove inconfutabili: questi sono stronzi, punto.

ps. Per i non milanesi, il titolo è uno dei più abusati proverbi meneghini che tradotto in italiano suona come "voglia di lavorare saltami addosso". Il significato è comprensibile a livello internazionale.

sabato 17 ottobre 2009

Il problema è per chi resta

Ieri i funerali di Nonna Angela. Giornata impegnativa.
Funerali strazianti, anche perché più la famiglia è grande, pluricomposta, e maggiore è il dolore.
Il dolore non si diluisce, come un qualsiasi succo nell'acqua: più acqua hai meno ne senti il sapore.
Il dolore no. Si moltiplica. Più persone soffrono e maggiore è la prostrazione, maggiore è il senso di abbandono, anche se la solitudine si attenua.
Come diceva Pavese, il problema è per chi resta.

Pilù, l'urbanista...

- Papààààà
- Dimmi Pilù
- Ma se noi prendiamo Monterosso, Manarola, Vernazza, Riomaggiore e Corniglia...
- Sì le Cinque Terre
- Noi le prendiamo, le attacchiamo tutte insieme con la colla...
- E allora?
- Allora facciamo Una Terra!!!
E se ne va ridacchiando.
Ma si può?

mercoledì 14 ottobre 2009

Ciao

Nonna Angela ci ha lasciato.
Dopo una vita, lunghissima, di avventure, di gioie e dolori, circondata da figlie, nipoti in quantità e chi più ne ha più ne metta, oggi ha pensato bene di riposarsi un po'.
Raggiunge suo marito, perduto forse troppo presto, e spero, anche quelle persone che non aveva avuto modo di incontrare in questa vita. Sicuramente l'altra Nonna Angela, con la quale sarebbe andata sicuramente daccordo, almeno per l'amore comune della lettura, e la Zia Elena, vulcanico rappresentante di un mondo che non c'è più.
Come faccio a dirlo a Pilù e a BiBì?
Come si fa in questi casi, quando la scusa che 'è volata in cielo' non è affatto spendibile?

... e neanche un po' di vergogna!

E' che in questo spazio si raccontano scene di vita famliare, problemi di crescita, si fanno considerazioni a tutto tondo. Sempre con una certa leggerezza. Il tutto da dietro a una scrivania dell'ufficio, oppure da casa, al caldo, spesso dopo avere cenato e giocato con i propri figli.
Ma quando ti trovi di fronte notizie come queste, che conosci comunque, perché non vivi fuori dal mondo, ma che a volte ti nascondi, allora ti accorgi non solo di quanto sei un privilegiato, ma soprattutto che ogni tanto è necessario riportare la barra al centro, riallineare la percezione con la realtà, e soprattutto liberarsi di inutili questioni, chiacchiere al vento e stupide cose.
Un miliardo di persone che soffrono la fame, nel mondo. Un miliardo, signori - poco meno dell'intera popolazione cinese. Un miliardo.
E oltre un sesto della popolazione. E la parte maggiore saranno sicuramente i bambini, che infatti raggiungono livelli di mortalità in continua crescita. E la crisi naturalmente non aiuta: sono cento milioni in più dell'anno scorso, cento milioni - poco meno delle popolazioni italiane e francesi messe insieme. E cominciano a fare classifica anche paesi che fino a ora non avevano riscontrato problemi di questo tipo.
E in tutto questo, nell'ultimo anno, gli aiuti dei cosiddetti paesi ricchi a quelli più poveri si sono ridotti del 25%. Noi sapete che siamo tra i primi in questa macabra classifica.
Tutto fantastico. Alla faccia di chi ostentava una sicurezza da elefante raccontandoci che la globalizzazione avrebbe consentito di risolvere tutti i problemi più spinosi del mondo, compresa fame e sviluppo. Globalizzazione e libero mercato.
Bene, però ricordiamocelo tutti, sempre, ogni giorno, tutte le mattine quando ci facciamo la barba o ci trucchiamo davanti allo specchio: viviamo sulle spalle dell'altro mondo e ce ne vantiamo pure.

martedì 13 ottobre 2009

Gormiti, che miti, più forti, più uniti....

- Papàààà.
- Dimmi Pilù.
- Lo sai che il signore del mare crea dei vortici marini che fanno cadere tutti i nemici?
- Mi era sfuggito...., rispondo, rimbambito come pochi, alle 7,00 del mattino, ancora a letto.
- E in più il signore della foresta imprigiona i nemici del vulcano con le radici.
- ....
Allora, 'sti maledetti Gormiti mi stanno ammorbando la vita.
Ogni sera avviene una battaglia di campo, sul tappeto, in cui tutti si massacrano, tutti si distruggono e pochi, in genere i buoni, si salvano.
Ma i Gormiti stanno diventando una testa di ponte verso qualcosa di molto, molto più sofisticato.
Senza entrare nei dettagli, che ancora non ho compreso, i Gormiti ora sono bambini oppure i bambini sono Gormiti. Almeno alcuni, e attraverso una sorta di porta ultradimensionale (!) entrano e escono dall'isola di Gorm per tornare sulla terra. Insomma un casino, vero.
E tra i bambini, protagonisti di una serie di cartoni, c'è una bellissima bambina - Jessica, signore dell'aria - di cui Pilù si è perdutamente innamorato.
E ogni sera, questo l'accordo, si prepara per la visione di un'episodio della serie. E ogni sera si fa languido, dice che è bella, non vede l'ora di vederla, tampinando il suo papà.
Comunque è bellissimo vederlo. Gli si illumina il viso e 'trepida per il suo amore'.
E quando gli ho fatto notare che è solo un disegno, mi ha risposto che non gli interessa ed è più bella di tutte le sue compagne di classe.
Come sempre. Le più belle erano quelle della classe accanto.
Pilù sta facendo passi da gigante, e io non ho niente da mettermi.

domenica 11 ottobre 2009

L'interpretazione dei sogni

Ricordo i weekend in cui si passeggiava, si cercava il ristorante con qualche specialità, si visitava tutto con grande curiosita. Tutto il tempo era nostro. E soprattutto il futuro.
Ricordo che ci si aggirava tra paesi medievali, tra bellezze artistiche e naturali.
Ricordo le interminabili ore spese nelle librerie locali, alla ricerca di qualche chicca o semplicemente sbirciando tra gli scaffali.
Ricordo la libertà di partire quando si voleva, di arrivare quando si voleva, di dormire quando si poteva, di mangiare quando lo stomaco reclamava.
Ricordo la voglia di stare insieme, la possibilità di parlare, di condividere, di fare progetti, di sognare.
Poi all'improvviso mi sono svegliato.

venerdì 9 ottobre 2009

Quo vadis? ar cinema! a vedé cosa? Quo vadis!...

Brutti momenti, urge affrontare temi diversi.
Pilù scalpita. Io lo vedo che sta cambiando, che si sta staccando dalle 'gonne della mamma', in senso figurato.
Sempre più sta muovendo i suoi primi passi verso l'indipendenza. Capiamoci, da bambino di quasi cinque anni.
Però sempre più spesso lo ritrovi da solo in camera sua che gioca, incomincia ad avanzare desideri di privacy, in particolare nei confronti di quel ciclone che è sua sorella.
Ma non solo. Sta finalmente elaborando suo idee, pareri, non tanto sulle questioni cosmiche, ma su dove si va, cosa si fa, quali sono i programmi. Si intromette nelle discussioni, fa domande, prende le parti.
Nel week end scorso in montagna si è lamentato in continuazione,probabilmente perché si era fatta un'idea diversa del suo tempo libero, forse auspicava giocare con qualche sua amico, oppure semplicemente stare a casa a sviscerare qualche nuova questione tra i Gormiti e qualche loro nemico atavico.
Sta sviluppando la sua personalità e comincia a manifestarla.
E' meraviglioso essere padri, a parte la fatica, il nervoso, la stanchezza, la voglia di solitudine e di fuggire...
E' meraviglioso perché ogni giorno, indipendente se fai o non fai qualcosa, i tuoi figli, sebbene ancora piccoli, si lanciano a testa bassa aprendosi varchi nella vita, crescono, sgomitano, provano, picchiando spesso testate, benefiche o venefiche che siano.
E ripeto, sono ancora piccoli e tutto è ancora da vedere.
Essere padri è meglio, molto meglio, che andare a teatro o al cinema: lo spettacolo è garantito.

mercoledì 7 ottobre 2009

Ahia!!!

Ahia che male!
Mamma che botta.
Da questa non si tira fuori
e allora? Che si fotta!

Poesia gaelica su pergamena ritrovata oggi tra gli scavi di Troia in Turchia.

Volantinaggio

Ieri, appuntamento di lavoro zona Moscova.
Passo davanti alla questura e mi ritrovo bandiere al vento, telecamere, fotografi, agitazione generale fuori dal prestigioso palazzo.
Mi avvicino con la moto, con cautela e un poliziotto, rigorosamente in borghese, mi allunga un volantino in cui si elencano le sacrosante rivendicazioni della categoria, alla faccia della fandonie distribuite a piene mani sulla sicurezza ogni giorno da questo scellerato governo.
Ma non è questo il tema. L'argomento è che il mondo si è ribaltato.
Negli anni '70 quante botte prese dai 'celerini' perché si distribuivano volantini davanti a fabbriche e scuole.
Oggi mi ritrovo io a cercare il volantino dalla mani del 'pulotto', che mi sorride e ringrazia e che appena mi allontano torna a urlare in un megafono le rivendicazioni del suo sindacato.
E io approvo, con forza e convinzione.
Il mondo si è ribaltato, è assodato. E ormai non riusciamo più a stare in equilibrio.

martedì 6 ottobre 2009

Cornuti 2.0

E mi pareva, che non fosse stato ancora inventato. Mi pareva ammè!!
E finalmente qualche naso fino del business, qualche buon annusatore di opportunità, qualche investitore con denaro a profusione, lo sta facendo partire.
E' il sito degli adulteriiii!!!
Più che degli adulteri direi di chi cerca avventure extra coniugali, o avventure in genere, non più con la consueta fatica frequentando i locali 'giusti', addescando le belle donne indifese (ma dove sono poi?) per la strada magari con il classico fischio da tacchino, piuttosto che puntando l'affascinante vicina in continuo litigio con il marito tonto e insonnolito. L'evoluzione 2.0 delle corna, ma penso anche di tutte le perversioni che ruotano intorno: scambi di coppia, ammucchiate varie, intrecci dei più perversi e chi più fanatsia ha più ne metta.
Giusto? Giusto. Mancava, e naturalmente è arrivato.
Fa specie che il sito, non essendo ancora operativo (mancano due mesi) in molti paesi tra cui l'Italia (che delle bassezze non fa mai a meno), pur non funzionando ancora, ha già 10mila iscritti, DIECIMILA!! Pazzesco, chissà quando parte, e la macchina degli appuntamenti, degli scambi, delle chiacchiere al limite della decenza sarà perfettamente oliata.
E in fondo si sa. Il business che non vede crisi, che garantisce utili illimitati è quello del sesso con le sue mirabolanti varianti.

E allora? In attesa che capiti qualcosa di positivo dal punto di vista politico, aspettando che il clima e l'ambiente si assestino, trepitando per l'arrivo della felicità assoluta e, crepi l'avarizia!, aspettando anche che arrivi Godot, subiamo l'ennesima inutile inziativa che sicuramente farà guadagnare gran soldoni a chi l'ha pensata e realizzata.
Quando Pilù e BiBì saranno in età adulta chissà che cosa avranno di fronte.

lunedì 5 ottobre 2009

Paternità e adeguatezza

Temi cosmici, così di lunedì mattina, forse conseguenti a un mal di testa che mi lascia tramortito, da ore.
Dopo un week end faticoso, in cui BiBì causa non si sa che cosa, ha superato se stessa urlando in continuazione, sbraitando, scalciando e chessò che altro; mentre Pilù ha piagnucolato, piangiucchiato e si è lamentato tutto il tempo; finalmente un attimo di tregua.
Ormai come mi capita sempre più spesso, gli unici momenti in cui riesco a pensare sono quelli che rubo al sonno oppure nei tragitti in moto.
Stamattina, dopo aver depositato Pilù a scuola, il pensiero fisso che mi ha abbrancato è la mia presunta o tale adeguatezza nell'educazione/crescita dei figli.
Tema cosmico, per l'appunto, che viene in seconda posizione dietro al sesso degli angeli e immediatamente davanti al chi siamo e da dove veniamo e dove andiamo.
I bambini appunto hanno reso un week end in montagna uno sfinimento - tra l'altro con un tempo straordinario - e mi sono chiesto se c'è qualcosa nel metodo educativo che non funziona.
Bisogna essere più cattivi? Più buoni? Più duri? Più sensibili? Più bastardi?
Bisogna ascoltare di più, oppure essere meno disponibili? Oppure, più semplicemente, bisogna stare di più con loro invece di andare in giro tutti giorni con la 'scusa' del lavoro?
Sono tutti quesiti, tra il serio e il faceto, senza naturalmente alcuna risposta, soprattutto l'ultima.
Però credo che il 'malessere' dei figli, la loro cronica irrequietudine, il nervosimo dilagante sia da una parte normale (i capricci non li ha certo inventati BiBì), ma dall'altra obbligatoriamente, almeno per un padre militante, essere oggetto di continue interrogazioni sulla qualità della mia presenza e sul ruolo, sicuramente indegno, che sto ricoprendo.
Io non so quello che sto facendo. Non ne ho idea. Vado avanti a tentoni, ogni giorno, tra l'altro a fasi alterne, dimenandomi tra disponibilità e talvolta rudezza, tra affabilità e comprensione e invece chiusure e ostilità.
E le linee guida quali sono? E rispetto a tutto e a tutti bisogna avere un'idea precisa e determinata? Ma come si fa a essere punto di riferimento ogni secondo per un'altra persona?
E' difficile, maledettamente. Ma fino a un po' di tempo fa tutto questo era demandato alla mamma casalinga, chioccia e tutto facente, mentre il papà rientrava la sera con un cervo sulle spalle, garantendo cibo e sussistenza. Non doveva preoccuparsi di nient'altro, più o meno.
E per molti ancora è così.
Ma io, papà conspevole del ruolo, di sinistra e democratico, presente, abituato a usare il cervello in ogni situazione (bene o male non so), con aspettative nei confronti dei propri figli alte, anzi altissime, devo darmi da fare.
Lo sto facendo bene?

sabato 3 ottobre 2009

Messaggio al mondo

Vorrei essere chiaro e conciso. Ma anche determinato.
Attenzione, attenzione!!
Io vorrei avvertire tutti, ma proprio tutti, belli e brutti, dentro e fuori, vicini e lontani, che io so tutto, molto di più di quanto si possa capire e sapere. Io so tutto di tutto.
E che quindi ognuno faccia i propri conti. Molto bene.
E che non mi si può prendere in giro con facilità. E se io assecondo è solo perché sono io che governo la situazione. A dispetto delle apparenze.
E che sono io che un giorno presenterà il conto.
Genere umano avvertito mezzo salvato.

venerdì 2 ottobre 2009

Viaggio di sola andata

Succede anche a me, sempre più spesso. Non so se funziona da antidepressivo, ma qualcosa fa.
Non per il calcio naturalmente: appena divento re lo abrogo con decreto imperiale e con effetto immediato. Ma per altro.
E' pura difesa. Difesa da un presente spaventoso, stomachevole, ai confini della realtà.
Anch'io, appena posso mi rifugio in libri, immagini, musica e ricordi che mi riportano non tanto alla giovinezza - non è nostalgia, o almeno non esclusivamente - ma a un paese e un mondo in cui, è vero!, c'era la guerra fredda, i Cruise e gli SS20 che si fronteggiavano, la Dc con Fanfani e il paventato golpe Borghese con i rumori di sciabole, ma erano momenti in cui il paese, appena poteva, scendeva in piazza compatto a bloccare qualsiasi schifezza, in cui il dibattito politico non era fatto di insulti e di porcate, in cui il parlamento non era fatto di avvocati, in cui le escort si chiamavano battone....
E sempre più spesso mi vedo aggirare tra filmati 'd'epoca', seguire libri che ci raccontano il recente passato, frugare in YouTube per ritrovare atmosfere e immagini omai morte e sepolte, ascoltare musica meravigliosamente datata.
Mi sento sempre di più il gatto che animava il 'Valzer triste' di Sibelius nell' 'Allegro ma non troppo', la risposta italiana di Bruno Bozzetto al sontuoso 'Fantasia' del grande Walt Disney.

giovedì 1 ottobre 2009

'A pizza

Terza mattina in cui BiBì si sveglia senza sua madre e terza mattina consecutiva che apre gli occhi, mi vede e mi sorride.
Terza mattina che fa colazione senza urlare.
Terza mattina in cui si fa vestire con la tecnica della pizza ('pizzia' nel suo dialetto).
Da brevettare.
Com'è? Presto detto.
Prendete vostra figlia, in genere riottosa con il papà e che spesso non si fa neanche avvicinare.
La sdraiate sul letto grande - 'di papàemmamma' - e le dite che LEI è la pasta della pizza. E quindi la impastate, impastate e impastate, facendole un solletico al limite delle convulsioni. Dovete avere preparato prima i vestiti, perché se perdete l'attimo col cavolo che vi ripigliate.
Le mettete una canottiera bianca che è la mozzarella. E anche lì solletico a gogò.
Prendete, meglio se rossa, una maglietta che è il pomodoro. E giù solletico. Poi con il dito indice fate il gesto di versare olio - ghirighirighiri! - e poi un pizzico di sale che diventa un attacco in grande stile ai fianchi della malcapitata.
Poi i pantaloni. A seconda del colore che hanno, diventano la farcitura. Marroni? Funghi. Bianchi? Quattro formaggi? Colore indefinito chiaroscuro? Quattro stagioni. Blu? Allora sono cavolacci amari, perché la pizza al mirtillo non l'ho mai mangiata, neanche in Germania.
Le calze sono le olive e le scarpe possono essere qualsiasi cosa, visto che ormai l'avete completamente gabbata e sfiancata, e non ha più le forze per reagire.
E così potete uscire, anche se voi avreste bisogno di fare una doccia.
E via verso nuove avventure!!!!

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...