mercoledì 30 settembre 2009

Fatto? Male. Le correzioni? Peggio.

Ci sono giorni in cui proprio non esiste continuare a lottare contro i mulini a vento. E oggi è uno di quelli.
Cammini e ti trovi una gamba che ti fa lo sgambetto; sorridi e ti guardano ringhiando; lavori e ti mettono i bastoni tra le ruote; annaspi e qualcuno ti mette un piede sulla testa. addirittura a momenti mi investono, stamattina.
Fatica, fatica, fatica. E ancora fatica. Gratis, tra l'altro.
Chissà se l'uomo si è creato per arrivare a tutto questo...
E se c'è stato un Dio a fare tutto ciò, beh l'ha fatta grossa.
Un lavoro fatto male, nei tempi sbagliati, con un risultato disastroso.
La certificazione di qualità non l'avrebbe raggiunta, quella no!

martedì 29 settembre 2009

Ups de noantri

Passeggini di ogni foggia e colore assaliti e sfondati da bambini ormai in età da matrimonio, o peggio, da divorzio. Bambini giganteschi, quasi in età scolare, che riempiono queste carrozze moderne e che dovrebbero sostenere al massimo 15/20 chili. Piedi a penzoloni, spalle contrite, e mamme affaticatissime che spingono sudando il pesante fardello.
Ma il problema vero è quello che sta dietro.
La necessità sempre di fare in fretta, la paura, le bici, le auto, i gas, la sicurezza in genere...
Come non capirle queste mamme in perenne corsa contro il tempo? Come non comprendere i papà sempre più con la lingua a penzoloni? Si fa presto a criticare, cari giornalisti...
Per quanto ci riguarda, Pilù ormai non ci sale più da un pezzo e BiBì invece lo porta regolarmente con sè. Il che significa che ci ostiniamo a trascirnarlo in giro noi, mentre lei se ne guarda bene da utilizzarlo. E quando ci sale si lancia in equilibrismi sempre più temerari: in piedi, in ginocchio, lo spinge lei, lo prende anche un po' a calci, e così via.
E infatti il suo passeggino sta perseguendo una sorta di mutazione genetica in corsa: è sempre più spesso una sorta di trolley gigantesco dove scaricare ogni tipo di peso e ingombro.
Con gran sollievo della schiena del suo vecchio papà.
Grazie BiBì!

lunedì 28 settembre 2009

Mannheimer è un mio stagista!

La Merkel trionfa!!!
In Italia sappiamo quello che succede...
In Francia c'è il parente stretto del Nano Bagongo, anche se più serio (e ci vuole poco).
Il parlamento europeo ha la maggioranza di destra.
In Gran Bretagna ci manca poco...
Bene e la sinistra?
In questi paesi - e quindi in Europa - le sinistre si sono 'immolate' a una politica semi centrista, ibrida, senza alcuna connotazione, dando un colpo al centro e uno alla botte.
E infatti l'Spd crolla, il partito socialista francese arranca, tutti i partiti della cosiddetta sinistra democratica o genericamente di centro sinistra (con o senza trattino) si barcamenano tra crolli o riduzioni sensibili dei loro consensi.
E in più le astensioni volano, i votanti si riducono e la protesta del non voto si alza.
Chiaro no?
Se essere di sinistra, se avere un'anima profondamente democratica e di progresso (parole ormai ammuffite, non trovate?), se volere ancora una società che punti all'eguaglianza e alla solidarietà, sono ormai concetti buttati sotto il tappeto, sepolti vivi, beh allora che chi invece ritiene che siano ancora validi, anzi, ancora più validi, perché dovrebbe buttare il suo consenso scegliendo solo il meno peggio, o forse il peggio del peggio?
E lo vediamo in Germania. La Linke vola, ma nello stesso tempo le astensioni decollano.
Quindi gli 'oltranzisti' di sinistra, delusi dalla Spd si spostano chi verso il partito di Lafontaine, chi invece - quelli che proprio non ce la fanno più! - verso l'astensione.
E il paese è quindi in mano alle destre. Ma dopotutto, avesse vinto l'Spd quale sarebbe stata la differenza?
E da noi, peggio che peggio, la sinistra radicale non ha raccolto neanche il minimo per essere presente in parlamento, tanta è la delusione a sinistra. Forse perché è ancora peggio del peggio, come tutte le sue divisioni ormai al limite del parossismo.
Quindi? Boh, e andiamo avanti, tornando indietro.
Fino alla fine, e vedremo cosa succede.
O meglio, andate avanti voi, che a me vien da ridere.

domenica 27 settembre 2009

Verità filosofica

'La verità in filosofia significa che un concetto e la realtà concreta corrispondono'. Mica lo dico io, lo dice Hegel.

BiBì oggi a pranzo, un fenomeno.
- Pimpa brava, dice sfogliando un libro della sua beneamata, sparpagliando pasta dappertutto, senza quasi un indumento addosso, sferzando tutto e tutti.
- Anche tu sei brava?, le domando.
- No, risponde senza esitazione alcuna.
- Ah, andiamo bene, commento. E io sono un papà bravo?
- No, tu no papà bravo, tu papà Paolo.
Colpito e affondato.

venerdì 25 settembre 2009

Si salvi chi può!

Un paese bloccato, fermo, incapace di andare avanti. Ecco cosa siamo.
Sembra che ognuno abbia una parte sostanziale e da protagonista nella crescita e nello sviluppo, e invece è solo un attore non protagonista, una ballerina di terza o quarta fila.
Qui le decisioni non si prendono, nessuno si assume responsabilità. Chi deve parlare aspetta sempre qualcun'altro che lo faccia prima, per adeguarsi o per, meglio!, poi tacere.
Un paese dei privilegi, gestito da pochi, da una cupola che di fatto è sopra tutto. E che prende decisioni solo sulla base della propria convenienza.
Un paese di vecchi, di privilegiati, che oscurano qualsiasi cambiamento, qualsiasi novità, qualsiasi orientamento che li metta in discussione.
E, purtroppo!, non è più una questione di governo di destra, di sinistra o becero come quello attuale.
Nessuno mai appoggerà decisioni che mettono in discussione un sistema economico basato su asset industriali tradizionali. Nessuno appoggerà lo sviluppo di tecnologie che contrastano i consolidati guadagni. Nessuno appoggerà mai un presidente del consiglio che abbia meno di 70anni. Nessuno si schiererà a favore di chi è contro questa gerontocrazia vecchia, stantia e immobilista nei suoi privilegi.
Qualcuno, però, sembra ancora farcela a venirne fuori.
Un esempio per tutti? Beh Sally, della truppa di Charlie Brown. Lei ha effettivamente un vantaggio competitivo su tutti: ha i riccioli naturali.
Per questo motivo domani vado dal parrucchiere.

giovedì 24 settembre 2009

Siamo tutti Nureyev

Allora, io sono ormai sul viale del tramonto e non faccio più testo. Con due figli piccoli a oltre cinquant'anni ho poco da frequentare la Milano da bere, la Roma da mangiare piuttosto la New York da broccolare. E soprattutto sono fuori da tutti i giri.
Ma quello da sempre.
Ma porca di una miseriaccia schifosa, è possibile leggere simili cose?
E' possibile che in un momento come questo, con una crisi pazzesca nonostante quello che ci raccontano, con una disoccupazione dilagante e un degrado dei valori di convivenza impressionante, con un ambiente che ci lascia poco scampo ormai, ci sia qualcuno che si inventa anche i collant da uomo? E per venderli ce li passa pure per 'eleganti e sobri', trendy, insomma?
Ricordo ancora l'imbarazzo, seppure nella solitudine, di infilarsi la cosiddetta calzamaglia prima di andare a sciare, prima dell'avvento di tessuti e capi di abbigliamento che hanno la capacità di tenerti caldo senza aggiungere imbarazzanti strati 'della salute'.
Ricordo ancora i primi weekend/ponti in montagna con amici e fidanzate al seguito in cui si cercava di cammuffare i mutandoni della nonna in modo da non 'sputtanarsi' a vita.
I primi di lana, e anche spessa. Poi arrivarono quelli un po' più discreti, che uniti ai calzettoni e ai golfoni (di pile niente da fare, ancora), ai berrettoni grandi e che pizzicavano come carta vetra, ti facevano assomigliare a tanti yeti in gita parrocchiale.
E ora questa sottospecie di rintronati si inventano i collant da uomo?
Ma voi ve lo vedete Giuliano Ferrara con i collant? E Bruno Vespa che intervista (si fa per dire) il Nano Bagongo, anche lui collant-munito con pancera incorporata, busto, graffette per tenere su la faccia e quant'altro?
Bene io no. Ma anch'io avrei qualche seria difficoltà a indossare l'odiato capo, nonostante la voglia di sperimentare.
Totò, sant'uomo gridava: ma mi faccia 'n piacere!!! Anch'io.

mercoledì 23 settembre 2009

Assolto per mancanza di prove

Pilù ha quasi cinque anni. BiBì appena compiuti i due. Due pulci nel deserto.
Eppure l'altra sera, un po' per caso, facendo pulizia nel computer, mi sono ritrovato a rivedere vecchie foto e soprattutto antichi filmatini di amena vita familiare.
Quei pezzi di arte cinematografica che quando li vedi tu ti divertono un sacco, ma che ammazzerebbero anche la nonna più romantica e sensibile del mondo. Peggio ancora se li fai vedere agli amici; ti odieranno per tutta la vita.
Ma tant'è. Torniamo a noi.
Rivedere quei filmati in cui Pilù stenta a parlare oppure gattona in giro per la casa, oppure ritrovare BiBì sdraiata ancora incapace a reggersi sulla schiena, non solo ti fa capire che il tempo scorre e va, ma soprattutto che la nostalgia fa presto a prendere il sopravvento. Non è necessario aspettare vent'anni per rincorrere il passato, per cercare di ritornare indietro.
Basta poco, o meglio basta sempre meno tempo. Deve essere direttamente proporzionale all'età che si conquista di giorno in giorno.
E con una conferma, perdipiù scientifica: il dna non è paglia.
Sentire Pilù che blatera e cerca di farsi capire nello stesso modo e nello stesso tono di BiBì oggi, vederlo ridere proprio come fa sua sorella, vederlo urlare per qualcosa con la stessa incazzatura violenta che contraddistingue tutte le giornate di della principessa, beh fa impressione. Due gocce d'acqua.
Questi filmini, come detto ammazzerebbero anche dei rinoceronti. Ma hanno un vantaggio.
Li ho fatti quasi tutti io. E quindi non compaio mai, o quasi.
Quindi posso confutare con forza quella tesi balzana, che qualcuno ha messo in giro - sarà il solito comunista - che io invecchio: mi spiace, non ci sono le prove.
Quindi non è vero.

martedì 22 settembre 2009

La forza della ragione

Dopo 'Non ci sono più le mezze stagioni', 'Una volta qui era tutta campagna', oppure 'la Mamma è sempre la mamma', bene oggi conio il nuovo detto/verità/tormentone/proverbio:
'Non ci sono più i nemici di una volta'.
Come i padri alla ricerca perenne del potere perduto, come le mamme che lavorano in costante senso di colpa verso i figli, come gli stupidi ormai troppo stupidi anche per sé stessi, anche i nemici stanno attraversando un momento di crisi. Di riposizionamento, diremmo noi.
Un tempo il nemico ti attaccava diretto, magari in modo violento, ma aveva le idee chiare in testa. Sapeva cosa voleva, pianificava una strategia di approccio e poi colpiva!!! E a volte o spesso vinceva pure. A torto o a ragione, intendiamoci. A volte addirittura i nemici erano gli amici e viceversa.
Insomma essere nemici, un tempo, era una professione nobile, trasparente, decisamente ben retribuita.
Oggi, come per tutto, ci troviamo a dover far fronte a una schiera di nemici rattoppati, con golfini fatti dalla fidanzata alla domenica, pantaloni sgualciti, barba sfatta. Neanche i denti si lavano!!!
Intediamoci, si mettono d'accordo la sera prima su cosa dire e cosa fare, pianificano e soppesano le strategie d'attacco.
E quando è il momento della battaglia lanciano le loro sparate, fanno la voce grossa, spargono anatemi, avvertimenti, minacce. Abbaiano e, come sempre accade, senza mordere.
E allora basta schierare le truppe di difesa, in modo compatto, lance in resta, basta rinsaldare i cordoni, bastano poche parole ben assestate e chiare, e i nemici si ritirano buoni buoni, senza neanche combattere, come docili agnellini.

L'ultima volta che ho incontrato l'Alighieri, mentre mi raccontava di come si era scottato una volta all'Inferno, mi ha detto:
- Non ti curar di loro, ma guarda e passa.
E io gli ho risposto - Caro Dan, ricordati che oggi il mondo ormai è senza palle, pur sparandone in giro a manciate.
Ci siamo salutati menandoci, reciprocamente, grandi pacche sulle spalle e ridendo a crepapelle.
L'ho perso mentre prendeva le direzione di Firenze.

lunedì 21 settembre 2009

Fidanzata, una e trina

Ieri è venuta in visita la fidanzata di Pilù, Marghe, cioè l'amica con cui ha passato le vacanze al mare. Era dalla metà di agosto che non si vedevano e quindi c'era del palpabile imbarazzo appena incontrati.
Che è durato crca 45 secondi!!
Poi tutto si è scatenato verso giochi infiniti, lotta sul letto (me ne sono andato per discrezione), corse in giardino con biciclette e monopattini, palle e scivoli...
Insomma un pomeriggio all'insegna dello sport e 'dell'amore'. Uno spettacolo.
E BiBì? Eh BiBì ha toccato con mano, una volta di più, che cosa è la gelosia per suo fratello, la voglia di coprirlo di baci e contemporaneamente di legnate, la necessità fisica di averlo tutto per sé.
In certi momenti cercava di partecipare, di infilarsi tra i due, di accaparrarsi un momento di celebrità e attenzione. Ma si sa, l'amore è cieco e talvolta pure stronzetto e calpesta tutto e tutti quelli che stanno intorno. E BiBì è stata calpestata più di una volta, anche fiscamente parlando, in questi giochi convulsi.
E lei ha urlato, come non mai, per l'eventuale e involontario dolore, ma anche per la furibonda rabbia che le accecava gli occhi.
E la sera ha fatto un po' la sostenuta con suo fratello, per fargliela almeno un po' pagare. Ma poi le è passata, aggirandosi - ancora padrona, finalmente!!! - per la casa con fare spavaldo e incenerendo tutto e tutti con una sola occhiata.
E Pilù? Quando gli ho chiesto se era soddisfatto del pomeriggio e della sua fidanzata mi ha risposto secco e deciso:
- Fidanzata? Sì, una delle tre.
- E chi sono le altre due? gli chiedo.
- Una è l'istruttrice di sport del campus estivo (notare, almeno 20/22 anni...) e l'altra è la francesina compagna di campus.
- Ma se non le vedi da mesi, ormai?
E mi risponde, guardandomi negli occhi: - Io non dimentico niente.
Mi ha fulminato. E io l'ho abbracciato.
E pensare che io per uscire di casa devo fare l'elenco mentale delle cose che matematicamente dimentico...

domenica 20 settembre 2009

Giusto spostare, altroché.

Io la decisione di rinviare la manifestazione per la libertà di stampa la condivido. Prendo spunto dal blog di Lidia Ravera, che si dice contraria e perplessa della decisione, per osservare che la decisione è stata giusta per tre motivi.
E cioè:
1) Fare la manifestazione mentre si piangono morti servitori dello stato (anche se in una missione sulla quale non ho nessun problema a definire 'sbagliata') non è giusto. Senza retorica né facile sentimentalismo. Noi siamo diversi.
2) Fare la manifestazione avrebbe autorizzato tutta la melma che ci circonda di criticare, di infiltrare, di manipolare, di falsificare. Probabilmente lo farà lo stesso il 3 ottobre, ma avranno in meno la cartuccia dei poveri morti da 'utilizzare'. Sicuro, l'avrebbero fatto.
3) Fare la manifestazione, un po' cinicamente, in questa situazione avrebbe avuto scarsa attenzione mediatica. Già ce l'avrà, vista la situazione. Quindi...

Troviamoci tutti il 3 ottobre, con la forza della ragione. Senza alcun ripensamento nè rammarico.

sabato 19 settembre 2009

I sogni sono desideri

Coglioni
farabutti
sinistra che dovrebbe morire ammazzata
banditi
fannulloni
....
Il dibattito ormai decolla verso livelli impensati.
Questa destra fascista e arrogante ha la capacita' di mostrare il peggio di se' ogni giorno che passa, insensibile e sorda ai segnali di crollo imminente.
E io saro' sulla riva del fiume, ad aspettare il lieto evento.
Champagne per tutti quel giorno!

venerdì 18 settembre 2009

Il bimbo idrovora

Pilù poco fa, prima di addormentarsi, mentre BiBì tra le braccia della madre urla come un ossesso.
Come ogni sera Pilù trangugia una quantità industriale di latte.
- Ma non puoi bere un po' più lentamente, gli dico mentre gli faccio compagnia prima di addormentarsi. - In quel modo ti va di traverso, bevi più lentamente, no?
- Papà, mi risponde nella penombra, dovresti saperlo. I liquidi io li bevo molto rapidamente. Sono fatto così. Io sono un'idrovora!!
Mi ritiro in buon ordine, borbottando tra me e me, che in fondo ha ragione, dovrei saperlo.
Ma è possibile a quasi 5 anni?
Mah...

Papà nervoso, Pilù talentuoso

Oggi l'educatrice di Pilù mi ha confermato quanto pensavo.
Pilù è estremamente sensibile, curioso, costantemente in movimento con la mente. E quindi un po' diverso dagli altri.
Inoltre, ma guarda un po!, è un seguace delle regole del loro rispetto.
Stamattina, appena salutato, mentre mi fermavo a parlare con la signora, sbirciavo con l'occhio quello che faceva.
Tutti bambini, o quasi, in giro per la classe a generare caos, mentre lui era da solo seduto con un gioco in mano.
E quindi chiedo - Ma perché tutti sono in giro e lui è seduto solo al tavolo?
- Perché è l'unico che rispetta le consegne. Al mattino appena si arriva, in attesa che inizino le vere e proprie 'lezioni', la regola è un gioco a testa, seduti e possibilmente in silenzio. Pilù è l'unico che la rispetta.
E di rimando entra nell'aula e urlando non poco riporta l'ordine precostituito.
Io cho ho contestato tutto e tutti e ancora oggi non mi rassegno, non so se preoccuparmi o gioire della cosa. Vedremo. Il modo giusto per scardinare le regole è prima di tutto conoscerle.

Comunque io devo imparare a non agitarmi. E uscire da questa continua logica di 'protettore senza se e senza ma'. I bambini si sanno gestire benissimo da soli, almeno nel loro ambiente. Pilù non è certamente un animatore da villaggio turistico, ma ha una marcia in più rispetto a tutti gli altri: cervello e cuore da vendere.

giovedì 17 settembre 2009

Sacco nero o sacco giallo?

Gli anni che passano, oltre ai capelli grigi e alle giunture che scricchiolano, portano anche a qualcosa di peggiore. La sensazione sempre più forte che tutto sia già stato detto.
Sempre più spesso, ascoltando, ho la netta consapevolezza che tutto quello che esce da 'quella' bocca di turno l'abbia già sentito, che sia la solita trippa riscaldata.
Frasi fatte, concetti stantii, osservazioni passate per acute e invece banalità sconcertanti, interventi illuminanti che invece fanno calare le tenebre; un disastro.
E io di rimando, ormai me lo dicono in molti, mi estraneo, viaggio con la mente.
- Ehi ci sei ancora? mi sento rimbrottare.
Il mio esempio è 3BO, in Guerre Stellari che a un certo punto chiede a Luke Skywalker:
- Padrone, se per lei va bene mi spegnerei per un po'.
E si spegne, accasciandosi su se stesso.
Ecco io nelle conversazioni, sempre più spesso, mi ritrovo dapprima a valutare cosa dicono e quasi sempre a concludere che in fondo non mi interessa, che tutto quello che mi riversano addosso non fa altro che sconcertarmi, annoiarmi, fino allo spegnimento.
Forse sono io che non funziono più. E tra un po' il 'mio' Skywalker mi spegnerà d'autorità e mi porterà alla discarica.
Speriamo almeno di essere riciclabile.

mercoledì 16 settembre 2009

Granitiche certezze

E' possibile che gli Squali siano consapevoli di essere amati oltre ogni limite?
Forse sì. Sicuramente non sanno che i loro genitori, qualsiasi cosa possa accadere, getterebbero la loro vita per la loro felicità.
Punto.

Povera Italia, ma sul serio

Io credo che il mondo in senso lato, e la Ue in senso istituzionale, debbano farsi carico, insieme alla parte sana di questo paese, del problema B., del suo malgoverno, ma soprattutto delle sue manifestazioni senza controllo.
Quest'uomo, ormai è provato, ha una serie di problemi che ormai lo sta portando a essere contro tutto e contro tutti, a insultare tutti quelli che non si allineano, a occupare tutto e tutti. E il problema sessuale si aggiunge.
Dopo i coglioni, ora ci sono i farabutti.
Qualche segnale, timido, di presa di coscienza emerge dal fatto che ieri sera, nonostante la sua occupazione della Rete 1 con il suo più fidato collaboratore, la gente gli ha voltato le spalle, preferendo altri programmi, partite, fiction o altro ancora.
Una situazione allarmante. Imbarazzante con l'estero che ormai gli ha voltato le spalle definitivamente, sia a livello istituzionale sia mediatico.
Oramai tutti, tranne i suoi reggicoda a libro paga, stanno aspettando che se ne vada, che politicamente sparisca, che si ritiri, che vada a giocare con i suoi nipotini.
Il tempo stringe, ormai.
La domanda è sempre la stessa: ma quando avverrà cosa succederà?

martedì 15 settembre 2009

proprio perché non se ne può più!

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=73302&sez=HOME_PERSONE

Echissenefrega!!!!

Neanche con la pioggia

Neanche sotto un diluvio insistente, neanche con l'abbassamento della temperatura che rinfresca le menti e sveglia le più restie, neanche con tutto questo il paese sembra risvegliarsi.
Siamo allo sbando economicamente, i servizi ormai sono in via di smaltimento, i conti vanno a rotoli, il regime avanza ad ampi balzi, l'informazione tutta è in mano al solito bagongo, che querela tutto e tutti, basta che non tifino Milan, la Tv mostra il peggio del conosciuto oggi, e di tutto rimando il popolino becero e ignorante si scanta risentito e mostra la sua fiducia a questo disastro.
Il problema vero è che il paese è ormai perduto, affogato nella mediocrità, nell'ignoranza, tra chiappe e culi.
Amarezza molta, delusione grande, preoccupazione enorme.
Che paese lasciamo ai nostri figli?

lunedì 14 settembre 2009

Papà, giochiamo?

Bisogna rendersi conto che sono loro che guardano te, e non il contrario.
Sono loro che ascoltano tutto quello che dici, e non il contrario.
Anche se sei tu, caro papà, che devi decidere tutto, ma proprio tutto. E per il meglio.

I bambini crescono, a dismisura, e ogni giorno dimostrano la loro presenza autorevole e violenta.
Non ne fanno passare una. Hanno una memoria sconvolgente, ricordano tutto e nei momenti più strani riscoprono qualcosa che hai detto in un particolare frangente su un qualsiasi argomento.
E allora ti rendi conto che fare il papà non è un mestiere a mezzo servizio, che non esiste pausa pranzo o relax. Fare il papà è un'attività 24ore su 24, sette giorni alla settimana e 365 giorni all'anno.
Sempre, sempre.
E quando hai un attimo di stanchezza, quando ti lasci andare a un'affermazione instintiva, quando ti parte un vaff... per un qualsiasi motivo, sappi caro papà, che i tuoi figli l'ascolteranno, la registreranno e te la butteranno in faccia appena sarà necessario. Così, naturalmente, senza cattiveria.
E tu rimarrari a bocca aperta, penserai - ma come fanno a ricordare questa cosa? - e cercherai di giustificarti, di tirarti fuori dall'impaccio. Ti arrampicherai sugli specchi se quanto avevi detto era una benemerita cavolata.
E penserai di dover recuperare, di aver perso parte della tua autorevolezza, della fiducia dei tuoi figli, del loro amore.
E invece, ti accorgerai che i bambini ricordano tutto, ti presentano sempre il conto, ma che poi tutto dimenticano, e cancellano tutto con un abbraccio e un semplice "Papà, giochiamo?"

domenica 13 settembre 2009

Svolta epocale

Capisco che per molti non significhi nulla, ma per me è una svolta epocale.
Oggi, 13 settembre 2009, nel pieno del declino nazionale, mentre il
mondo va rotoli sempre più rapidamente, dopo 5 anni sudati, è stato
eliminato il fasciatoio.
Cinque anni, signori, cinque secchi anni.
Pilù per almeno due anni e mezzo e BiBì per oltre due anni.
Un fasciatoio che ha visto cacche e pipì di ogni foggia e consistenza,
che ha conosciuti momenti di autentica tensione, che ha visto disastri
da visita dei Nas e relativi sequestri.
Ora tu entri in bagno e sembra di entrare in una piazza d'armi.
Sto progettando mentalmente cosa fare di tutto questo spazio
inutilizzato: una campo da tennis, una piscina con idromassaggio, un
museo di arte medievale.
Penso però che si opterà per riempirlo con una scarpiera o un mobiletto di supporto.
A poco a poco le cose evolvono verso una presunta normalità.
Chissà quando se ne andranno di casa....

venerdì 11 settembre 2009

Goduria profonda

La sensazione è straordinaria.
E la consapevolezza ancora più potente.
Ma quando ti accorgi che quello che stai facendo porta risultati; quando hai la consapevolezza  che avevi ragione - eccome!!; quando ti rendi conto che ormai i 'nemici' sono nell'angolo; beh, allora a quel punto il panciotto si gonfia, i bottoni sembrano partire come missili terra-terra, e il tuo orgoglio raggiunge livelli smisurati.
Sono molto contento di quello che sto facendo, ma ancora di più perché molti non erano in linea con quanto pensavo e ora devono abbassare la cresta.
Una volta tanto arrivo al week end con un po' di stanca tranquillità.
Fine settimana con i figli che metterebbe kappaò anche Cassius Clay, ma almeno con la mente un po' libera.
Sperando che non piova.

giovedì 10 settembre 2009

Forse non tutti sanno che...

I bambini sono meraviglie che ci vengono donati.
Noi li cresciamo, con fatica ed errori.
Con amore.
Loro ti ricambiano con sorrisi, infinite gioie e intelligenza.
Ma ci sono giorni in cui, a scelta:
- vorresti essere a Kathmandu in attesa di partire per la tua spedizione sognata
- essere tra le braccia di 50 donne che ti coccolano e ti amano
- svegliarsi in un agriturismo di lusso sui colli senesi con colazione sulla terrazza
- prenderli e cucinarli in salmì
Sono stanco, ma non mollo.
Ci sarà il momento per riposare.

martedì 8 settembre 2009

Rischiooooo!

Mike Bongiorno....
Un pezzo di storia se ne va, ma soprattutto un pezzo di storia di ognuno di noi.
Io sono della generazione 'Rischiatutto'.
Era un appuntamento obbligatorio, il giovedì sera. A casa nostra non se ne perdeva una puntata, anche perché non c'era nulla da vedere sull'unico altro canale Rai.
Ricordo che ero alle medie e che il giorno dopo in classe si commentavano le risposte, l'andamento della sfida, le vittorie e le sconfitte. Ricordo addirittura che la professoressa di inglese aveva preso a modello il quiz e aveva inventato una prova scritta alla lavagna con dinamiche simile al programma televisivo. In quel modo ci si divertiva a farsi interrogare.
Potenza di Mike!!!
E ricordo, chissà perché?, che a mio padre non stava simpatico, e durante la trasmissione continuava a criticarlo, deriderlo, schernirlo. Soprattutto dopo la frase 'e ora passiamo dall'altra parte' che sanciva un cambio di scena e di gioco. Lui non la sopportava.
Strano tipo mio padre.

La forza del destino

Come da adolescenti e da giovani, anche a 50 anni gli amori finiscono, eccome.
Quando ero giovane immaginavo questa età come ormai l'oblio, la fine dei sentimenti, delle voglie, degli stimoli. Pensavo ormai ad anni in cui quello che è fatto è fatto, in cui niente è più lasciato al caso, in cui non c'è più nulla da raggiungere.
Naturalmente oggi la penso in modo differente. I tempi sono cambiati e a 50anni si è ancora quasi dei giovanotti, anche se un po' stempiati. Ma soprattutto, essendoci dentro, ti accorgi che il tempo passa, ma che la forza di vivere e di fare esperienze rimane giovane e intergra.
Tutto questo non consola la notizia di un'amore che finisce, e che lascia solo dubbi davanti piuttosto che certezze.
Ma si sa, la forza di libertà e di vita è più grande di tutte le convenzioni e di tutte le pigrizie. Ancora di più a questa età.
E quindi avanti così, sperando che decisioni di questo tipo siano le più giuste e che facciano soffrire il meno possibile.
Voglio proprio vedere come va a finire....

lunedì 7 settembre 2009

Profumo di pino

Le 'mie montagne' hanno una caratteristica indistinta e unica. Il cielo ha un colore blu intenso, violento, che fa da sfondo a un panorama affascinante.
Le montagne scure, ancora verdi, nelle valle stretta, si stagliano definitivamente, le creste sono perfettamente disegnate, come se fossero state ritoccate a mano.
E' sempre stato così, soprattutto in questo periodo dell'anno, il più bello.
Quest'anno i fiumi sono pieni d'acqua, tutto è verde, l'estate non ha, come spesso accade, asciugato e ingiallito.
Tutto chiude: dai rifugi agli impianti, ma anche gli animali che spesso si fanno vedere d'estate, stanno preparandosi al lungo inverno. Le mandrie stanno per fare la strada di ritorno dagli alpeggi, per riprendere posto nelle calde stalle più in basso.
Tutto è bellissimo, lento, sereno, morbido, calmo.
Potessi anch'io avere un po' di serenità.

venerdì 4 settembre 2009

Desiderio di omologazione

Oggi ho conosciuto uno che mi ha detto che si è affezionato al suo IPhone.
Un po' di tempo fa, un altro che si sentiva sentimentalemnte attaccato al suo palmare.
C'è gente in giro che tratta la propria auto come se fosse sua figlia: la lava, la lustra, c'è addirittura qualcuno che la copre di crema protettiva. Li si vede ancora la domenica mattina (negli anni '60 e '70 era una vera e propria malattia collettiva) che, con secchio e spugna, occupano piazze con fontanella per occuparsi della propria 'famiglia mobile'.
Lo stesso con le moto.
E intendiamoci, è gente normale, che ha famiglia, lavoro, interessi, anche cultura.
Eppure la cosa lascia perplessi, almeno me.
Ma la domanda delle cento pistole, che mi batte nella testa è: perché io no?

giovedì 3 settembre 2009

Shakespeare docet

E' un mondo che si arrotola su se stesso.
E' un teatro di strada, dove ognuno interpreta una parte senza aver mai letto il copione e senza aver mai conosciuto il regista.
Gli attori si aggirano per le strade, mangiano, lavorano, tornano a casa la sera. Educano figli attori e fanno fare pipì a cani di scena.
Tutti si agitano, sudano, corrono, soffrono, ridono.
Tutti pensano che la commedia in scena sia eterna. Nessuno sa invece che sta per finire, che siamo quasi alla fine dell'ultimo atto.
Che tra un po' partiranno gli applausi oppure i fischi, che i giornalisti si precipiteranno a scrivere le loro critiche, che chi ha assistito alla rappresentazione si scambierà commenti, critiche, insulti.
E allora chi ha recitato bene verrò pagato, e verrà anche scritturato per la stagione a venire;  chi avrà fatto solo la sua parte senza passione si barcamenerà in futuro nelle sale di provincia in commedie di mezza tacca; e chi avrà recitato come un cane arrabbiato dovrà trovarsi un altro lavoro oppure scomparire.
E quel giorno ci sarà qualcuno che sul fiume, ghignando, vedrà passare i loro corpi.

mercoledì 2 settembre 2009

E chi ci ferma più?

BiBì è una forza della natura, fatta è finita.
Nel suo secondo giorno di nido pensavo avesse qualche defiance, qualche cedimento chessò! alla stanchezza, all'emotività.
Stamattina siamo arrivati, in un ritardo folle (notte a occhi sbarrati con sonno che cala impetuoso alle 6,30 e relativo risveglio improvviso alle 8,30), a cinque minuti dalla chiusura. Trafelato la tiro giù letteralmente dall'auto, prendo il passeggino, il cambio ed entro nell'edificio.
Una ressa da non credere. Quasi tutti i suoi compagni davanti alla porta a vetri, accalcati, con i genitori appresso. Un casino infernale, perché quasi tutti frignano, si agitano, urlano come degli ossessi.
- Che succede? mormoro a una depositaria della scienza educativa che mi passa accanto.
- Niente, per molti bambini è il primo giorno, al massimo il secondo. C'è un attimo di smarrimento. E' normale.
BiBì mi guarda, io la prendo in braccio e la porto verso l'entrata del salone di sua competenza.
Con tutto quel frignare intorno, mi aspetto che si faccia condizionare e che parta improvvisamente anche lei con una sinfonia di urla e pianti.
E invece lei li guarda, a un bambino rifila una manata per avere spazio, punta la sua educatrice, mi dice ciao con la mano ed entra splendida solitaria nel salone, sculettando in modo vergognoso.
Io rifaccio la strada in senso contrario, con fare trionfante, passando in mezzo a tutti i genitori ansimanti, che mi guardano, invidiosi e affascinati.
E io penso - Cavoli vostri. BiBì è difficile, ha un carattere forte come il granito, non te ne fa passare una, ma di converso non si ferma, quasi, di fronte a nulla.
Eccheccavolo, un po' di soddisfazione.
Magari domani mi smentisce in diretta e io devo fare ammenda.

martedì 1 settembre 2009

Primo giorno di scuola

Pilù continua nel suo soggiorno 'all'estero' dai nonni. La sua scuola inizia settimana prossima. Pilù va per i cinque, ma ormai è grande, lanciato, verso una crescente autonomia. E come sempre non si riesce a parlargli, al telefono intendo. Mi saluta, anche con slancio parliamo per 10 secondi e improvvisamente passa il telefono ai nonni e tronca repentinamente la conversazione.
Ma il tema vero era il ritorno di BiBì al nido, dopo l'interruzione estiva.
Ero preoccupato, visto il caratterino del soggetto, l'assenza della madre, la presenza esclusiva del padre. Mi prefiguravo scenate oltre il lecito, pianti interrotti, isterie di ogni genere.
E lei? Neanche un plissè.
Si è svegliata di un buon umore formidabile, mi ha sorriso, abbiamo giocato, fatto colazione (con una caramella!!), si è fatta vestire senza problema, abbiamo preso l'auto e siamo arrivati a scuola.
Lei è entrata, con fare militaresco, ha accolto una delle educatrici abbassando gli occhi e facendo finta di essere timida, e poi ha visto la SUA educatrice, in fondo allo spazio occupato dai suoi compagni di 'corso'.
Mi ha guardato, io le ho detto - Entri? Mi dài un bacio prima?
Mi ha squadrato, mi ha stampato un bacio sulla bocca degno di Rita Hayworth in Gilda, si è girata ed è letteralmente corsa tra le braccia aperte dell'insegnante.
Uno spettacolo, vero e proprio. Mi sono commosso, che ci devo fare?
E visto che mi si annacquavano gli occhi senza ritegno, e non volendo farlo vedere (gli uomini veri non piangono MAI!) ho urlato nel salone - Ma questa maledetta allergia non passa mai?, mi sono girato e me ne sono uscito.
BiBì è una forza della natura e sono sicuro che sarà una sorpresa, ogni giorno.
E poi tornando verso casa, completamente accecato da queste immagini a momenti tiro sotto una ciclista stupida e imprudente.

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...