martedì 30 giugno 2009

E' una questione di stile

Era un cappotto bellissimo. Grigio, scuro, leggermente spigato, misto cashmere.
Di eleganza somma, adatto a mille occasioni, ma comunque unico e distintivo.
Era stato acquistato in una sartoria molto esclusiva, che vantava da sempre una clientela selezionata, di alto profilo. Di alto lignaggio, avrebbe scritto Jane Austen.
Ne aveva viste di tutti i colori.
Si 'era sposato' più volte, aveva presenziato alla nascita dei figli, aveva seguito più di un funerale. E poi battesimi, colloqui di lavoro, esami all'università, feste. Ma anche manifestazioni politiche, dibattiti, proiezioni cinematografiche.
Insomma aveva avuto una vita intensa, non in naftalina.
Ed era molto amato, desiderato, cercato. E lui era orgoglioso, per quanto un cappotto lo possa essere. Sapeva di avere un ruolo, ma soprattutto di essere amato.
Poi un giorno, quasi dal nulla, da un mondo moderno fatto di tessutini semi-sintetici, da un negozio di abiti confezionati con lo stesso marchio ai quattro angoli del mondo, un produttino che viene via a poco, un cappottino sbiadito dal taglio improbabile, un surrogato slavato e cicciottello di vestizione, improvvisamente conquista la testa della sfilata.
Diventa 'il' cappotto, spiazza tutti gli altri abiti ordinatamente infilati nell'armadio, e obbliga il vecchio compagno di mille viaggi a una vita su un ometto di legno, avvolto nel portabiti perché le tarme non se lo portino via a pezzetti, con le tasche piene di qualche prodotto più o meno profumato, dietro l'anta più in alto.
E lui, dondolando e ansimando ogni volta che l'armadio si apre, si chiede: ma dove ho sbagliato?

lunedì 29 giugno 2009

So Romeo, er mejo der Colosseo

'Bellissimo' articolo su Corriere.it di oggi. O meglio 'imperdibile'.
Sulla base di una ricerca americana (ma va? chissà quanta gente ci campa su queste inutili analisi di para-costume...), gli uomini e le donne differiscono, in modo sostanziale, anche per come vedono sexy il sesso opposto. O meglio. Gli uomini concordano sugli standard di seduzione e bellezza, mentre le donne, a quanto pare, hanno pareri molto più soggettivi.
La prima risposta di pancia è 'echissenefrega', ma visto che qualcosa bisogna scrivere, che viviamo nel mondo dell'informazione e della moda, e visto che ci occupiamo di comunicazione, vediamo di coordinare i neuroni e di inventare un'opinione.
Dopo di che si torna a vivere normalmente pensando alle cose sostanziali.

Tutte palle, come sempre. O almeno io non mi ci ritrovo, come di consueto.
Sembra che gli uomini concordino sul fatto che le più sexy, le più seducenti, le più affascinanti siano le classiche donne da copertina. Ma quando mai!!
A parte il fatto che quelle sono le uniche che si vedono, visto che tutte le altre sono in giro, vivono, lavorano, soffrono e gioiscono, mangiano, bevono e dormono. E soprattutto non hanno il tempo di farsi fotografare, belle o brutte che siano. Ma comunque la bellezza è sicuramente più soggettiva, più 'personale', più individuale delle statistiche di massa.
La bellezza, forse è meglio ricordarlo, è un mix di fascino, eleganza, lineamenti e curve. Ma anche di testa, di lingua e di ambizioni. Di simpatia, ironia e verve. E poi di dolcezza, di sorriso e di abbracci. Qui si riduce tutto a tette e culi, tra l'altro neanche troppo realistici.
Le donne, anche in questo, si distinguono e in meglio. Usano di più la loro testa e meno gli ormoni che picchiano in testa ai più degli uomini.
E quindi? Quindi, io mi distinguo, mi allontano, anzi mi eclisso da simili cretinate.
Anche perché io ho un vantaggio su tutti.
Io sono il più bello/seducente/fantastico/simpatico/affascinante/elegante/meraviglioso di tutti. E tutti gli altri dietro, in affannosa fila, a sgomitare, perdenti.
Vi faccio sapere la mia prossima copertina...

domenica 28 giugno 2009

Gre-No-Li de noantri


E' arrivato il caldo, e che caldo!
Week end numero due consecutivo a Milano perché qualcuno cade tra le braccia infide dell'influenza. Impossibile muoversi.
Oggi però le cose sono migliorate e tutti e quattro, come una famiglia del Mulino Bianco, felici e con il sole in fronte ce ne andiamo alla conquista del quartiere con le rispettive biciclette.
La formazione: io con la mia, S. con Bibì dietro nel seggiolino e Pilù con la sua con le rotelle.
Si gira, si rigira nella città deserta, breve sosta per il gelato e poi si approda, accaldati, al parco condominiale, motivo vero dell'acquisto della casa l'anno scorso.
Pieno di gente!!! Bimbi, grandi e piccoli, madri ciacolanti, nonni, biciclette e palloni. Insomma, un casino infernale.
BiBì rimane con la mamma (e quando mai la molla?) e io mi ritrovo con la timidezza e ritrosia di Pilù.
Allora mi armo di pazienza e di intraprendenza e lo porto nel mucchio di assassini che stanno giocando a nascondino. Lui non sa neanche cos'è, almeno nelle sue regole precise. Però ci prova, anche con bambini che hanno quasi dieci anni. Corse, rincorse, 'liberi tutti', nascondigli segreti, inciampi.
Ma poi arriva il momento topico. Salta fuori un pallone e si organizza una partita.
Io da lontano, con ansia a mille, osservo.
Ma arriva uno e mi chiede: "Puoi giocare con noi?". E chi si tira indietro?
Io con due bambine, due bischelli tra i tre e i sei anni, e Pilù, contro tre assatanati dai sette ai dieci.
Partita vera. Casino totale, io paro qualche palla fondamentale. Pilù a momenti fa goal, ma glielo impedisce un suo compagno di squadra che gli casca davanti. Sarebbe stato epico.
Stiamo vincendo 6-2 con cinque goal nostri firmati da Lucia, una ragazzina che ogni volta che fa goal mi abbraccia e mi dà il cinque.
Pilù ogni azione viene da me ad abbracciarmi come se fossi il suo eroe e io, scusate se è poco!!, mi sento totalmente nella parte. Viaggio a parecchi metri di altezza per orgoglio e felicità.
Ma mai rilassarsi troppo!!!
In un'azione di difesa rincorro la palla e, e sì porca eva, le gambe mi cedono, nel vero senso della parola. Crollo a terra, forse per un banale inciampo ma soprattutto perché non riesco a reagire e crollo. E mentre rovino a terra in modo inguardabile mi rendo conto che ho più di cinquant'anni, che i figli si fanno prima, che la vita non te ne perdona una, che è inutile che fai tanto il giovincello...
Il crollo avviene su una spalla, in questo momento avvolta nel ghiaccio. Tutti i bimbi mi si fanno intorno, io mi trascino fino alla panchina con un male allucinante. Speriamo bene.
Ma vi giuro, che poche volte negli ultimi anni sono stato così felice come oggi.
Un po' per il momento di massima evasione, ma soprattutto per la luce negli occhi di Pilù che 'giocava nella stessa squadra del papà', e che a ogni sguardo verso di me mi ringraziava, col cuore. Era a i sette cieli. Vero e proprio amore.
Speriamo di non dover rimanere senza ala per troppo tempo.
A 'sto punto urge un programma serrato di allenamento e di ri-potenziamento muscolare!

sabato 27 giugno 2009

Out!

Sembra di tornare indietro nel tempo.
Il tennis è stato una parte importante della mia vita. Ho fatto attività agonistica per oltre dieci anni con alterni risultati. Ma ho soprattutto insegnato a ragazzini e adulti per quasi quindici. Una vita.
Vivevo di tennis. Passavo quasi tutta la giornata in calzoncini (mica quei bragoni orrendi di oggi!), con una racchetta in una mano e decine di palline nell'altra.
Avevo un'abbronzatura (spesso da muratore) che faceva invidia a Briatore. Guadagnavo un sacco di soldi e poi, maledizione!!, le donne mi cascavano ai piedi. Una meraviglia.
Poi, a un certo momento, come con un interruttore basta!, non ne potevo più, ho dovuto smettere, ero arrivato in fondo. Un po' per altri interessi, un po' perché cresci, un po' perché la cosa dopo un po' viene a noia.
Ricordo le sfide in Tv tra Borg e McEnroe, le ora passate davanti al video a sorbire e ad ammirare i grandi tornei.
E oggi, grazie al computer, sono riuscito a rivedere un po' di tennis da Wimbledon. Erano anni che non lo vedevo in Tv.
Beh, è sconcertante. Legnate spaventose, servizi che affonderebbero un un cacciatorpediniere, colpi degni del circo.
Il gioco è veramente cambiato e sinceramente oggi è molto noioso, solo muscoli. Pochi 'divulgano' tecnica e capacità tattica. E' un gioco di sfondamento, quando il tennis è nato come un gioco di fioretto ed eleganza.
Oggi il tennis elbow mi impedisce anche di scambiare dieci minuti di palleggi. Che paradosso!!
E che tristezza.

venerdì 26 giugno 2009

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Ore 7,15, di oggi.
Pilù correndo entra nel lettone di mamma e papà assonnati e comincia, come il suo solito, a riversare parole a profusione, senza controllo e freni.
- Papààà, facciamo che siamo una famiglia di dinosauri?
E io bofonchiando - Se proprio ci tieni... Ma non lo possiamo diventare domani che è sabato? tentando disperatamente e democristianamente di rubare qualche altro minuto al dormiveglia.
- No, e poi perché?
La domanda è lecita, in fondo. Gli insegno tutti i giorni che non bisogna rimandare a domani quello che si può/deve fare oggi, e quindi raccolgo quello che semino.
- Allora tu sei papà collolungo, la mamma collolungo è la mamma e io il piccolo collolungo.
Dentro di me penso che somiglia di più a un Trex e sua sorella a un velociraptor, ma passo sopra.
Si comincia con casini con le lenzuola, finti laghetti dove abbeverarsi, erba da strappare e amenità del genere.
Poi, non so come - ma ormai comincio ad abituarmi a questi repentini cambi di scena - arriva la domanda delle cento pistole.
- Papààà, io ho quasi cinque anni.
- Beh, quattro e mezzo, li compi a dicembre... gli rispondo
- Vero, ma BiBì è molto più piccola di me.
- Certo ne fa due alla fine di agosto quindi è decisamente più piccola. E' un periodo che Pilù continua a misurare gli anni, le distanze tra uno e l'altro, le 'anzianità'.
- E tu quanti anni hai? mi chiede a bruciapelo.
- Cinquantuno, gli rispondo con la pressione che comincia a salire.
- Ah beh, ma tra un po' allora muori, conclude.
- .......

Vabbé, è un bambino. Vabbé, è mio figlio. Vabbé, non sa ancora quello che dice.
Però, perdindirindina!, è dura, molto dura. Anzi è durissima.
Sono andato a farmi una doccia.
Nel frattempo un urlo dalla camera degli squali annunciava il risveglio del velociraptor.
Buona giornata, mondo!!!

giovedì 25 giugno 2009

Altro che paese delle banane!

1- Gli elettori di sinistra? Coglioni (Lui)
2- Repubblica? Un giornale pericolo della democrazia (Ministro - robe da matti! - della cultura)
3- Lettori di Repubblica? una massa di imbecilli (direttore - robe da matti! - di testata giornalista Mediaset)
4 - Repubblica? Non pianificate pubblicità (Lui)
5 - Il privato del politico?Il politico non ha un privato! (direttore di testata giornalistica televisiva che un po' di tempo dopo ha deciso di non dare visibilità alle ultime sul puttanizio perché 'gossip')
6- Abbiamo dato il via a un provvedimento che inasprisce le pene sia per chi sfrutta la prostituzione sia per chi ne usufruisce (Lui - e mo cheffa?)
7- Non venderemo mai Kakà. Kakà è uno dei nostri. (Lui - e ora che è a Madrid cheffa?)

Queste sono solo alcune delle boutade dell'ultimo periodo dell'Imperatore e di alcuni suoi lacché.
E' sconcertante vivere in questo paese.
Ormai si è autorizzati a dire tutto quello che si vuole. O peggio, si è autorizzati a fare tutto quello che si vuole, con la certezza dell'impunità, sia legale sia mediatica.
Ma l'aria sembra proprio cambiata.
L'avete visto l'articolo del Financial Times di oggi, riportato da Repubblica in una lingua più comprensibile? No? E allora leggete qui e fatevene un'idea.
Dopo la poesia futurista dell'altro giorno, gli scricchiolii si fanno sempre più assordanti.
L'unica cosa da capire è come sarà il colpo di coda.
Attenti ai denti.

mercoledì 24 giugno 2009

Ho deciso: faccio outing

Non ce la faccio più. Il mondo lo deve sapere. Anch'io ho una coscienza, e i miei figli devono sapere la verità. Non possono crescere nell'inganno.
Anch'io ho avuto un avventura con una escort.
La cosa è di parecchi anni fa, circa a metà anni novanta. Ero già sposato nel mio primo matrimonio, ero senza figli, e viaggiavo con le ali nel vento nel mondo business.
Erano anni in cui era facile farsi sedurre. Ti aggiravi per la città, guardantoti un po' in giro, e tac, la vedevi e te ne innamoravi.
Certo costava, forse come oggi, ma al tempo non ci badavi. Erano anni di 'grassa', dove non facevi fatica a tirare fuori quattrini, anche per attività come queste al limite del lecito morale. Non c'era ancora l'euro a massacrarti il portafoglio.
E allora un giorno, dopo anche le continue immagini in tv che ti inducono ai peggiori pensieri, dopo aver letto migliaia di riviste in cui quelle immagini ritornavano insistenti, dopo aver detto che era ora di cambiare, di dare una sterzata alla mia vita, ecco, ho deciso, l'ho fatto.
E per un po' di anni è andata avanti. Ma poi ho fatto di peggio. Dopo un po', stufo di questo menage a trois, e ormai sfinito dalla mancanza di novità e creatività nei momenti più intimi, l'ho passata a mio fratello, che se l'è goduta per qualche anno ancora. Dopo ne ho perso le tracce.
Il modello era quello station wagon, millessei di cilindrata, autoradio con lettore di cassette come optional. Il colore era grigio topo.
Mi aspetto da voi però un minimo di discrezione...

martedì 23 giugno 2009

No, la barca noooo...

Si avvicinano le vacanze. E come ogni anno (ai bambini fa bene!!!) si ripresenta il terrificante momento di andare al mare.
Sole che spacca la pelle, mare salato, folla smodata, bambini che urlano (i miei e quelli degli altri) perché il mare li innervosisce (allora perché ce li portiamo? boh), stomachevole odore di creme puzzolenti, tutti che leggono Libero annuendo, tutti che leggono Il Giornale stra-annuendo, donne che hanno bisogno di parlare di tutto, uomini che hanno bisogno di parlare della campagna acquisti dell'Atalanta, traghetti stracolmi, prezzi allucinanti, ragazzotti palestrati con ragazzotte velinate, radio su musiche allucinanti, sabbia dappertutto (nei libri soprattutto), tutti che fanno finta di divertirsi...
Sto esagerando? Ma sì, dài, è solo per aprire il dibattito.
Pensate se un gruppo di signori, su una barca a vela, chessò al largo della Sardegna, tra una scazzata della randa vischiosa e un svirgolata asincrona tutta a mancina, leggesse questo post, che penserebbe?
Da una parte che ho ragione, e dall'altra che il vero mare non è così, che è una filosofia di vita, che è una passione, che... E hanno ragione.
Infatti il mare su una barca è un'altra cosa. Il mare su una barca è sì vacanza, ma è anche la sfida a noi stessi, ai nostri limiti. Il mare in barca è avventura con una punta di esclusività che male non fa (e che fa pure rima, potrei vendere il claim a qualche agenzia viaggi...).
E allora? E allora niente, che devo dire?
Io ho avuto il mal di mare (giuro!!) sugli scogli sentendo solo il rumore delle onde, ho visto tutti i santi e le madonne nelle mie traversate su traghetto per qualche isola, ho una resistenza nell'acqua pari a quella che ha BiBì senza salvagente, e soprattutto, questo è il vero problema!!, soffro il caldo da morire, ho una pella chiara come il marmo e mi ustiono regolarmente.
Bella la barca, da riva però, e in inverno.
E a quei fantomatici signori che navigano al largo invio un augurio di straordinarie traversate, di trovare le calette più sperdute e solitarie, di godersi i migliori fondali, ma non solo. Di annaffiare le grigliate con il vermentino più aromatico, di godersi le migliori fritture e pane carasau a profusione. E buon vento, come credo si dica nell'ambiente.
Una volta a casa, però, tutti a dieta!!!

lunedì 22 giugno 2009

Forse Obama ha letto un mio post...

Il primo è stato Obama. L'altro giorno, nella ricorrenza del papà yankee, si è lasciato andare a incoraggiamenti nei confronti dei padri. 'Siate buoni padri', ci suggerisce.
Ma lo sapete che un quarto dei padri Usa abbandonano la propria famiglia entro il secondo anno di vita del figlio? Pazzesco, e noi ci lamentiamo, ci definiamo superficiali, distaccati, egoisti. Forse siamo anche un po' ipocriti. Chi non sta bene in famiglia preferisce, per convenzione e pigrizia, scegliere di rimanere con tutto quello che ne segue.
Ma comunque la nostra società mostra segni di maggiore stabilità e consapevolezza di sé.
E oggi Repubblica rincara la dose. Triplo paginone centrale sul tema delle difficoltà a essere padri oggi, alle lotte quotidiane contro le culture distorte, una società che si dice basata sulla famiglia e che di fatto tende a sfasciarla, contro il traffico e la cronica mancanza di tempo e servizi.
E tutti a sputare sentenze, gli attori e Bill Gates!!!, su cosa bisogna fare e cosa non, su come ci si deve comportare e cosa invece lasciare stare.
E' facile essere qualunquisti. Se hai denaro a profusione, se hai la possibilità di organizzare la tua giornata come diavolo vuoi, se i tuoi figli nascono e crescono nel privilegio, beh, fatto salvo le intelligenze dei genitori che non si comprano, tutto è decisamente più semplice.
Lo scrivevo in un post di qualche tempo fa (ormai mi cito, neanche B...) che il tempo di qualità da dedicare ai propri figli è la base su cui costruire un'educazione sana e forte.
Ma è una fatica spaventosa. Ci sono giorni, come oggi per esempio, in cui vorresti essere da solo sul cucuzzolo, riposarti e leggere e riposarti, senza pensare a nulla se non a se stesso. E invece, è proprio in giorni come questi, che devi tenere duro, per non perdere tutto il vantaggio conquistato in quelle giornate in cui ti sentivi un leone e avevi energie da regalare.
E poi tenere duro per cosa? Per passare del tempo con Pilù che si abbevera letteralmente con qualsiasi cosa gli racconti? Per correre con lui nel parco e catturarlo al volo (finché ci riesco a sollevarlo...) e 'massacrarlo' di solletico e di baci? Oppure rincorrere BiBì che quando ti avvicini (con lei ci vuole poco...) comincia a ridere a crepapelle in modo contagioso? Oppure leggerle una storia della Pimpa con lei seduta tra le mie gambe che urla in continuazione i nomi dei personaggi e improvvisamente si stufa e lancia il libro a metri di distanza?
Insomma non voglio cadere nel melenso e banale, ma stare con i figli fa bene alle ossa, alle braccia e gambe, ti tiene sveglio e 'gggiovane', ti aiuta a pensare e a ricordare.
Ma soprattutto ti riempie il cuore, per definizione muscolo cardiaco, che si può quindi estendere all'infinito.

sabato 20 giugno 2009

Futuro futurista

schriik, triik, scraak,
senti come scricchiola,
schriik, triik, scraak,
ma senti come cigola
bum, barabum, ambaradan
attenti attenti!!
casott, cagasott, scassatut
sta cadendo, sta cadendo...
booooommmmm!

venerdì 19 giugno 2009

Per i posteri

Io sarò stonato,
ma ricordo sempre
le cose che dimentico

(Io, in ufficio, il 18 giugno 2009)

Sesso? No, siamo solo amici

E finalmente!!! E ora basta con questo lassismo, con questa libertà a tutto tondo. Finiamola con questo pericoloso andazzo che ci autorizza a fare quello che ci piace.
La sentenza, cari signori, in particolare uomini!!, è chiara, e in quanto tale inappellabile.
Anche un'amicizia, intima, di complicità reciproca, di condivisione, magari nata sul posto di lavoro e quindi per conoscenza professionale, ma senza alcun coinvolgimento né di natura sentimentale né tanto meno sessuale, se impugnata dalla moglie gelosa di questo ménage sospetto, porta al processo, alla causa di separazione e relativo divorzio, e condanna il marito con troppe amicizie all'assegno di mantenimento. E allora poi sono cavoli amari.
In sostanza, state molto attenti.
Se avete qualche amica, magari un po' intima, sul lavoro o no, con la quale siete in sintonia, con la quale andate daccordo, magari dividete obbiettivi o hobby, magari semplicemente parlate con lei di cinema o libri oppure di partite di calcio, beh state attenti perché vostra moglie potrebbe seriamente arrabbiarsi e portarvi via casa, figli, macchina e anche il bidet.
La morale è una sola. E immagino che la troviate da soli.
Io vi suggerisco la mia, che come sempre è la migliore.
D'ora in avanti tutte le amicizie dell'altro sesso (o dello stesso, a seconda dei gusti), ovvero quelle più intime, visto che comunque rischiate la bancarotta (e guardate che un divorzio vi porta su quella strada, provare per credere!!) suggerisco di andare fino in fondo, e combinare dal lunedì al venerdì incontri clandestini con amiche per passare alle vie di fatto. Il week end è per la famiglia.
Senza ritegno e freni, ma soprattutto senza se e senza ma.
Unico distinguo: le amiche devono essere carine.
Almeno ci si diverte e si va a gambe all'aria belli soddisfatti.
Procura della sentenza? Treviso, naturalmente.
Devo fare qualche domandina a mia moglie...

giovedì 18 giugno 2009

Comincio a crederci anch'io

L'Italia? E' meglio il calcio mercato.
Questo il titolo della videochat di Corriere.it di oggi. Con Severgnini e l'ad dell'Inter.
E' chiaro che il titolo è un pretesto, immagino!, per parlare di calcio, delle trattative del calcio mercato, Kakà, Pipì e Mavalà. L'argomento mi affascina zero.
Ma il titolo della chat è intrigante, e da certi punti di vista stimolante.
Entriamo nel merito.
L'Italia, il paese, il dibattito(?) politico, gli alti temi affrontati, gli obbiettivi... tutto è cosi delirante, talmente basso (nonostante i tacchi) e orribilmente volgare che ormai chi ha un po' di sale in zucca si eclissa.
Come?
- I più imbecilli si drogano, magari anche pesante e perdono l'intelletto
- I più imbecilli alla pari, bevono, si alcolizzano e si buttano via
- Gli intellettuali, chi utilizza in modo intensivo il cervello, si buttano sui libri e sulle conoscenze venendone fuori pazzi
- Chi c'ha il fisico si getta a capofitto su tutti gli uomini/donne e incroci vari e a un certo punto si sgonfia
- Chi è già morto in testa e non solo, compra TuttoTv e si rovina l'esistenza 24 ore su 24 davanti alla Tv.

E allora? Cosa ci resta?
Il calcio naturalmente. L'unico vero traghetto verso la sanità mentale, verso l'autoconservazione fisica e intellettiva, il vero e unico viatico verso la felicità.
Quindi l'anno prossimo ho deciso che mi faccio la tessera del Milan e dell'Inter, e per doveri familiari anche dell'Atalanta (tanto, il passaporto per le trasferte ce l'ho).
Compro tutti i giorni la Gazza e ogni lunedì vado al bar a litigare sulla formazione del giorno precedente con il Mario, il Franco e il TzeTzè.
E basta tirarsela!!!

Ps. Devo ricordare a mia moglie che al prossimo compleanno mi regali delle canottiere, uniforme autorizzata per il tifoso doc da divano.

mercoledì 17 giugno 2009

Armiamoci e partite!

Ecco qual è la filosofia, ampiamente diffusa, oggi.
Oggi tutti sputano sentenze, si piazzano al centro senza saper neanche prendere le misure, si arrogano il ruolo di leader.
E più sono piccoli e più urlano, più sono inutili più sgomitano.
Ma ormai qualcosa comincia a cigolare. Si cominciano a vedere le prime crepe.
Il buzzurro è in rotta di collisione.
Il cafone di turno comincia avere, lui stesso!!, dei dubbi.
L'importante è essere preparati.
Il mondo sta cambiando e io non ho niente da mettermi! (Cerini docet)

martedì 16 giugno 2009

Una preghiera laica

Cari genitori lettori.
Sappiate che il nostro mondo puzzolente, la nostra società ormai in via di estinzione e di decomposizione; certe persone squallide e di un'ignoranza bestiale che oggi fanno i gradassi e ostentano potere e danari; bene, sappiate che saranno spazzati via dai nostri figli, unica speranza di oggi.
La loro purezza, la loro voglia di cambiare, la loro speranza saranno l'unico propellente per fare piazza pulita di tale pochezza.
E lo faranno con la solo forza dell'intelligenza e della cultura, le uniche vere armi contro le quali gli uomini stupidi nulla possono.
Abbiate fiducia.
E in attesa mandate giù un po' e non cessate di indignarvi, vi prego.

Figli miei, che fare?

Da un po' di tempo Pilù frigna.
Cioè si lamenta in continuazione, scoppia a piangere per un nonnulla, racconta che nessuno vuole giocare con lui, che a scuola lo emarginano, che non ha giochi, che nessuno lo ascolta.
Ufff, ogni volta che comincia questa tiritera a me viene l'ansia, mi si stringe il cuore, me lo vedo in un angolo a scuola, solo, deriso, con qualcuno che gli tira addosso pure un pomodoro.
Tutti i riscontri con le educatrici naturalmente sono negativi. Pilù è molto sensibile, non ce n'è!, ma è perfettamente introdotto, gioca con tutti, ha simpatie e antipatie come tutti, e gioca e si diverte come tutti.
Quindi il problema viene generato da una richiesta di attenzione maggiore in casa.
Oddio, 'sti bambini di oggi fanno una vita d'inferno.
Sveglia circa verso le 7, subito pressati per arrivare in tempo a scuola, perché i genitori arrivino in tempo al lavoro, colazione con l'imbuto, entrata a scuola con un rapido bacio, tutta la giornata fuori a doversi misurare con educatrici, operatori vari della scuola e sciami urlanti di compagni. Ma non è finita.
Baby sitter che li va a prendere alle 18,00, a casa cena senza i genitori, che poi arrivano tra le 19,00 e le 20,00 sfiniti al giusto punto. E poi si gioca un po' e dopo poco a letto. E i sabato e domenica non bastano a recuperare.
E' chiaro che le richieste di attenzione, sebbene a senso alternato, scoppino prima o poi.
E i genitori con sensi di colpa giganti si aggirano nelle loro giornate con un pensiero fisso: è sufficiente quello che faccio?

lunedì 15 giugno 2009

E fateli leggere 'sti bambini!!!

E chi non ci crede è un fesso.
Leggere, fin da subito, con i tuoi figli è uno dei metodi più facili e sicuri per far crescere bambini equilibrati, sensibili, affettivamente più sicuri, e soprattutto amanti del bel leggere, uno degli antidoti alla pochezza dei nostri giorni.
Questa è la tesi dell'iniziativa Nati per leggere, che ormai da dieci anni suggerisce iniziative e organizza incontri per sensibilizzare le famiglie italiane alla lettura con i propri figli.
E io ve lo testimonio di persona.
Pilù è nato e cresciuto in mezzo a i libri, ha genitori che fanno della lettura uno degli obbiettivi quotidiani, ha mosso i suoi primi passi con un libro in mano, ha sfogliato, guardato, stracciato libri da subito. Ogni sera una parte del nostro stare insieme comprendeva la 'lettura' di libretti colorati, ricchi di immagini e dalle storie più disparate.
Ancora oggi uno dei suoi massimi divertimenti è sedersi e sfogliare libri, leggere insieme ai suoi genitori qualche storia illustrata. E' dell'altro giorno il primo acquisto di un libro vero, di Rodari, per una lettura/racconto in condivisione. Speriamo che funzioni.
Pilù ha quasi cinque anni, ha un linguaggio che neanche il figlio del re possiede, una capacità critica molto sviluppata e una creatività e fantasia da invidia. Sarà un caso...
E BiBì, la seconda, e come tutti i secondi cresce un po' più 'abbandonata', ha sì una predilezione verso i libri, ma risente evidentemente della mancanza di esclusività e di tempo. Ma è ancora molto piccola e quindi tutto è ancora da vedere.
"Andate in libreria, perché vi piaceràààà", recita la canzone 'Il topo con gli occhiali' dello Zecchino d'Oro di non so quando.
Ed è proprio vero.
E spegnete 'sta Tv, forza!!!

domenica 14 giugno 2009

Ciao Ivan

Dio mio, il tempo passa e te ne accorgi perché quelle persone che hanno passato con te una parte della vita se ne vanno.
Ivan della Mea ci ha lasciato. Cantautore, scrittore, promotore culturale, militante politico. Cofirmatario dell'appello alle ultime elezioni europee per sostenere il voto comunista.
Di lui, toscano trapiantato a Milano, ho un ricordo nitido, personale.
1974, 1975 o forse più tardi, alla Palazzina Liberty, al tempo uno dei centri alternativi della cultura e dello spettacolo grazie all'opera e all'azione di Dario Fo e Franca Rame.
Era una manifestazione, al pomeriggio di una domenica assolata, a sostengo di una iniziativa di lotta. Una manifestazione come tante, all'epoca.
A differenza di quanto vi raccontano, gli anni '70 erano sì duri e puri, ma ci sapevamo anche divertire, cantando, ballando, giocando, facendo l'amore (e altroché). E pensate che non c'erano né Facebook e neanche gli happy hour, guarda un po'...
Comunque ricordo che durante il pomeriggio in cui si alternavano diversi gruppi che andavano alla grande nell'arcipelago politico del tempo, arrivò lui, senza preannuncio, facendo una sorpresa anche agli organizzatori.
Cantò per mezz'ora, canzoni sue, canzoni famose di lotta, canti partigiani.
Ma concluse con un Internazionale che mi ha sempre accompagnato in questi anni. Lui, solo, con la chitarra, realizzò una versione del canto di lotta più famoso al mondo, facendola uscire dagli schemi marziali e militareschi ai quali eravamo abituati. Ci librò un Internazionale sommesso, sussurrato, con una base musicale fatta di arpeggi e suggestioni.
E immaginate, tutti in piedi, pugni verso il cielo e lacrime agli occhi.
Questo per me è Ivan delle Mea.
Ps. Più di metà di quelli che alzavano il pugno allora, oggi votano gli amici degli amici...

venerdì 12 giugno 2009

Fate la nanna coscine di pollo

E' di stamattina la notizia del secolo.
Tenetevi forte perché è uno tzunami che vi sconvolgerà la vita!
Eccoci. Pronti? Ok.
Le donne sposate dormono meglio.
La notizia arriva dalla Associated Professional Sleep Societies (Usa), una di quelle associazioni che su Cuore sarebbero cadute nella rubrica 'Mai più senza'.
La donna sposata, si presume felicemente, riesce a spararsi ogni notte che Dio manda in terra, otto ore filate di sonno profondo, di qualità e straordinariamente riposante.
La notizia spiazza.
Con l'uomo, in quanto maschio, sempre più in crisi e ormai inutile anche nell'avvitare una lampadina, oltre che per gli aspetti strategico-familiari, è una notizia che ridà fiato al sesso 'forte'.
Con questa novità, attesa per anni e ormai disillusa nel 97% degli uomini della terra, oggi, ci sentiamo rinfrancati.
L'unica cosa che mi lascia, un pochino solo!, perplesso è che siamo utili alle nostre compagne come sonniferi, e la cosa non mi sembra dia un'immagine particolarmente positiva.
In compenso il giorno dopo, loro, ben riposate e scintillanti possono fare, decidere, organizzare, acquistare, vendere, voler bene, odiare, educare...
Noi, negli spazi che rimangono e per le nostre menti sempre più atrofizzate e inutili, ci possiamo finalmente dedicare alle cose che ci riescono meglio: chiamare la mamma, puntare le ventenni, giocare a calcetto, metterci i diti nel naso e a volte anche pensare.

giovedì 11 giugno 2009

"...una ricordanza, una ripetizione..."

Oggi va così, ci si ciba di nostalgia.
Ogni tanto ho dei riflussi violenti dei tempi passati, dei 'bei' tempi andati, e amenità del genere.
Sarà che stanotte, la prima notte di sonno pieno dopo settimane, ho sognato qualcosa di simile al passato. In un nebbioso sogno si manifestavano la mia famiglia, il liceo, amici che non so più neanche dove vivano, e le vacanze, quelle vere, mica quelle sciacquette di oggi. Un frappè di passato che faccio fatica a mettere a fuoco, ma che improvvisamente mi fa masticare amaro.
Devo ancora comprendere se la nostalgia è direttamente proporzionale allo stare bene, oggi, se entra prepotentemente nella vita di ognuno in particolare quando il quotidiano dà segni di stanchezza. Una risposta affermativa a questo quesito, perdonatemi, è banale. E non ci si può fermare alla banalità.
Io ho sempre convissuto con grande serenità con la nostalgia. Il ricordo, il 'rimembrare' è sempre stato parte della mia vita, senza per questo soffrire il presente. E' un piacevole diversivo alle pochezze di tutti i giorni. Basta un piccolo appiglio, un'improvvisa coincidenza e la mente viaggia, riprende odori di un tempo, riascolta suoni ormai dimenticati, prova sensazioni ormai sopite.
Ricordare non è rifuggire. Ricordare è raccogliere se stessi.
Vi rimando alle meraviglie letterarie di Leopardi. Io sono solo un suo indegno servo.

mercoledì 10 giugno 2009

Al prossimo compleanno, specchi per tutti!

Un mondo che rispetta solo se stesso, ecco cosa siamo.
Un mondo dove tutti additano l'altro, ma che non si guarda mai allo specchio.
Pensate all'argomento dimissioni. E senza entrare in politica, quello è un mondo a parte che riguarda sempre meno la vita di tutti i giorni.
Pensate nelle aziende, nello sport, nei giornali, nello spettacolo, in famiglia.
Tutti sono straordinariamente bravi a prendere posizioni, anche forbite, intendiamoci!, per motivare e responsabilizzare il vicino per quello che non è stato fatto oppure per le cose che non funzionano. Tutti in prima fila, sgomitando, a scagliare la prima pietra, a 'lapidare' il prossimo, responsabile di 'tutto'.
Ma non c'è più nessuno, o almeno pochi eletti, che avanzino dubbi su se stessi, che rimettano il mandato in mani altrui, che siano in grado, con accettabile freddezza e onestà, non dico di ammettere errori o responsabilità, ma perlomeno di mettere in discussione certezze incancrenite.
La frase rituale è "perché dovrei dimettermi, io? Non ho nulla di cui vergognarmi!"
Usiamo male gli specchi oggi. Solo per lustrarci, per contemplarci, ammirarci.
Ogni volta che ci guardiamo ce ne andiamo con la certezza che tutto vada bene, che siamo all'altezza, che siamo nel 'giusto', che siamo belli.
Non è tutto oro quel che luccica, soprattutto se lo vediamo riflesso in uno specchio.
Siamo un mondo di pavidi boriosi.

martedì 9 giugno 2009

Le donne, che mascalzone!!!

Rientriamo nel nostro piccolo mondo.
Ieri BiBì ha attaccato Pilù in modo diretto.
Deve aver rubato il libro del comandante Giap (per chi non lo sapesse era il capo supremo delle truppe Vietcong che hanno spazzato via gli imperialisti nella guerra in Vietnam) che ho nella libreria, studiato attentamente tutte le tattiche di guerriglia e poi applicato, con una buona dose di personalizzazione.
Insomma, gli è andata incontro, gli ha un po' sorriso e velocemente gli ha agguantato le guance con violenza fino a quasi stritolarle. Lui, bambascione, si è messo a urlare come un pazzo (mica si libera...), e allora è intervenuta sua madre.
- Non si fa così, BiBì. Lascia stare tuo fratello, le ha ri-ricordato.
E lei l'ha guardata, ha tolto le mani dal viso, e fissando sua madre negli occhi, ha fatto partire una saetta con il piede destro destinazione stinco sinistro di Pilù.
Questa è BiBì.
Ma poi è capace, come ieri sera appena arrivato, di corrermi incontro, prendermi per mano, portarmi nella sua camera e abbracciarmi con foga.
Povero Pilù, lo aspetta una vita che ancora deve decifrare.
Ma soprattutto deve ancora imparare una cosa che suo padre, alla sua veneranda età ancora non ha capito: le donne.
Per completezza di cronaca, dopo bacio e abbraccio, BiBì ha cacciato un urlo allontanandomi con violenza e tornando alla carica delle guance di suo fratello...

lunedì 8 giugno 2009

Guarda, i comunisti...

Sull'astensionismo dilagante mi astengo da qualsiasi parere. Non ci sono parole!
Per quanto riguarda il teatro dell'horror che ci viene propinato ad ogni post scrutinio delle schede, niente di nuovo sotto il sole.
Quello tiene, quello crolla, quella mantiene, quello non scompare. Che palle!
L'unica cosa veramente importante è che la sinistra vera, come è di consuetudine dal 1921 a oggi, si è presentata divisa, auto-massacrata, con sguardi d'odio reciproci e un risultato elettorale in linea con le premesse: niente 4% e ciao ciao Strasburgo, alla faccia dei loro elettori e delle necessità della società tutta.
E così, anche in Europa come in Italia un anno fa, oltre due milioni di voti 'comunisti' o comunque alternativi faticosamente raccolti, non hanno rappresentanti, a differenza di un gruppo parlamentare delle sinistra alternativa europea che conterà per oltre la metà del gruppo socialista. Mica paglia!!
E allora? E allora niente.
E già si sentono le sirene del dopo voto che sentenziano che la 'falce e martello' è ormai scomparsa, che ideali di uguaglianza e solidarietà e pace sono ormai morti e sepolti e che sarebbe ora che gente come Vendola e Mussi entrassero nel Pd e buonanotte. E quelli di Rifondazione li mandiamo in riserva: 5€ l'entrata, gratis per militari e bambini. Zucchero filato per tutti.
Li sento già i papà con collettone e occhialoni e pelatona e suvvone, dire ai bambini:
- Vieni Maicol, oggi è domenica. Ti porto, con tua sorella Sceila a vedere i comunisti. Stai lontano dalle gabbie perché cercano sempre di mangiare ai bambini. Tieni uno scatolo di onestà in tasca perché a loro ci piace molto. Ce lo butti lì e si sbranano tra loro per chi lo deve magnare. E' divertente, vedrai. Un tempo erano tanti ma si sono suicidati di pirsona pirsonalmente.
Ci rimane solo un piccolo blog...

sabato 6 giugno 2009

Se serve vi vengo a prendere a casa con una limousine

Ai milioni di lettori di queste note, e in particolare a quelli che non vogliono andare a votare, beh, questo post è per loro.
Siete delusi, incavolati neri, ormai completamente sfibrati da questa politica, da questi partiti, da questa casta sempre più ingombrante?
Siete davvero sfiniti da corna, siparietti, veline, porcate e denigrazione quotidiana delle regole e del concetto 'alto' di democrazia?
Siete stomacati da leggi ad personam, privacy ad personam?
Siete ormai sul limite del vomito dell'intera politica nostrana?
E come darvi torto, anch'io.
Ma una riflessione mi sorge spontanea.
Se non votate, se tra oggi e domani ve ne andate a fare shopping come nulla capitasse, se pensate che non è più affare vostro, se pensate che intanto 'è uguale', beh allora sappiate che sì è un vostro diritto non votare, ma anche un vostro dovere dopo stare zitti, e molto.
Basta lamentarsi, basta schifare tutto, basta additare, basta giudicare.
Se pensate che così vi lavate la coscienza, se così non siete complici, sappiate invece che lo siete due volte: con la volta indifferenza e con la vostra, perdonate!!, stupidità.
Oggi ci si alza, si fa la doccia, si fa un'abbondante colazione, ci si veste in maniera dignitosa, si va ai seggi e si vota, e a sinistra.
Questo deve esser mandato a casa, anche votando turandosi il naso, graffettandosi la bocca e e chiudendo se serve anche qualche altro orifizio.
E se non lo capite, signori miei, allora tutto è proprio perduto.

venerdì 5 giugno 2009

La carità, faaate la carità

Qualunquismo?
Uno degli spauracchi massacrato e combattuto negli anni '70, oggi è di moda, dilaga nei salotti, non più solo nei bar. Il qualunquismo ormai ci circonda, ci veste, ci fa compagnia in ogni nostra attività quotidiana. E diventa credo.
Gli immigrati? a casa loro e comunque devono venire qui solo se parlano correntemente l'italiano e diventano italiani. E comunque non hanno voglia di lavorare. Vengono qui solo per rubare.
I politici? E' di ieri l'analisi che rivela, secondo il popolo bue, che i maggiori responsabili della corruzione siano i politici e le loro organizzazioni. Come chi corrompe sia meglio di chi è corrotto...
I partiti? ma sono tutti uguali, eh dài, non te ne sei accorto? sono lì per 'spartirsi la torta' (dio come la odio questa espressione).
Le donne politico? sono lì perché eh eh eh, noi lo sappiamo perché.
Calciatori? pensano solo ai soldi, non c'è più l'attaccamento alla squadra, alla bandiera, alla città.
Gli operai? non esistono più!
La Fiat? Cassa integrazione e incentivi dello stato quando va male, e quando va bene, gli utili se li tiene ben stretti!!
I veri ricchi? I dipendenti pubblici: non fanno una mazza tutto il giorno e il loro stipendio è assicurato. E chi li caccia quelli?

E così via.
Discussioni sempre più alte, che volano nei meandri più arguti del ragionamento e partoriscono analisi profonde e assolute.
Un mondo di mediocrità, di semplicismi. Un mondo che ormai non si chiede più un perché e un percome, che si lascia andare non alla cose più facile, ma alla banalità assoluta.
Questo è stato da sempre un paese, tra mille difetti, che si è fatto domande, che ha sempre messo in discussione tutto, che ha posto questioni. E' un paese che ha avuto la forza, in momenti terribili, di rialzare la testa, di riscattarsi, di ricominciare da capo.
Ha avuto la capacità di ricostruirsi una storia, un passato, e guardare con onesto ottimismo il futuro.
Oggi ha deciso di mettersi prono e accettare tutto, in cambio di qualche tetta e una manciata di euro.
Siamo diventati un paese accattone, facciamo la carità e quindi ci vendiamo al migliore offerente.
Bisogna ricominciare, bisogna rimboccarsi le maniche.

giovedì 4 giugno 2009

Maradona è meglio 'e Pelé

Le campagne elettorali degli ultimi anni (credo che siamo il paese, dopo la Svizzera, che si reca alle urne con la maggiore frequenza, un vero sfinimento!!) sono allucinanti, insulse, violente, senza alcun contenuto.
Ma si assomigliano tutte, soprattutto nei giorni che immediatamente precedono il voto.
Alcune citazioni di queste elezioni europee/amministrative. Ditemi voi se non le avete già sentite e risentite.

L'Unto: votare Pd (Pds prima e poi Ds) è un voto inutile
Democratici (prima Pds e Ds): astenersi è un voto a Berlusconi
Democratici: votare a sinistra è un voto buttato
Idv: votare Pd è votare per Berlusconi
Grillo: votare per tutti fa schifo e siete tutti imbecilli
Sinistra vera: noi unica opposizione (unica verità)

E' la solita musica. Tutto viene riciclato. Tutto è stato già detto. Tutto è stata già urlato in faccia agli italiani.
Che come ebeti guardano, ascoltano, si girano e se ne vanno.
Chissà quale tasso di astensionismo riusciremo a raggiungere questa volta?
E poi giù inchieste, analisi, relazioni dei guru della politica, interviste richieste o imposte, conteggi incrociati. Una sequela di parole, anch'esse inutili, che ci sommergeranno per settimane, riempiranno pagine di giornali, permetteranno a blogger dilettanti (o mio dio...) di riempire i server con post inutili come questo.
E poi?
Tutti al mare a mostrar le chiappe chiare, e chi si è visto si è visto.

Altro che processori!

La cosa che mi colpisce maggiormente nell'educazione dei figli è la loro capacità di assorbire, memorizzare, imparare.
BiBì è piccolina ancora, ma si distingue. Ora non sa ancora parlare, o meglio blatera e aumenta il suo vocabolario di versi e libere interpretazioni ogni giorno che passa, ma è in grado di comprendere e capire molto, anzi moltissimo.
E infatti bisogna stare molto attenti.
Stamattina presto, circa le 7,30. S. uscita ancora più presto per un volo.
Gli squali si destano, in ordine sparso. BiBì chiama come di consueto sua madre e alla mia apparizione dà fuori di matto. Ma si calma immediatamente di fronte al mio sguardo truce e minaccioso, Pilù si rigira nel letto mugugnando.
La camera è ancora al buio e io mi avvicino a BiBì per prenderla e portarla verso una colazione fatta di latte, biscotti di vario tipo e ciuff a gogò (il suono che ripetiamo ogni volta che un pezzetto di biscotto si suicida nel candido liquido). Naturalmente il pavimento della camera è cosparso di ogni ben di dio e il mio piede, rigorosamente nudo, fa la conoscenza, a scelta, con un Gormita in libera uscita, una lancia dei playmobil rigorosamente in piedi oppure un pezzo di costruzione ramingo.
Malissimo, porco cane!!! E lancio, di puro istinto, un 'ca..o', cercando immediatamente dopo di mordermi la lingua, far finta di tossire, canticchiare...
E lei? Lei che dice a malapena mamma, papà, aioaaa (da un po' ha eliminato la u), latti e pappa cheffà?
Comincia a dire in perfetto volgare fiorentino del '400 'ca..o, ca..o, ca..o', aggirandosi per la casa.
Pilù, da sempre minacciato di non ripetere o dire parole di dubbia provenienza, comincia a ridere e dice 'Papàààà, BiBì ha detto ca..o, BiBì ha detto ca..o'.
Io mi tolgo la lancia, o presunta tale dalla pianta del piede, e comincio a urlare 'BiBì piantala!!!', ma sono poco convincente perché mi viene da ridere, e non riesco a trattenermi.
Cambio scena. Tutti in cucina, l'episodio sembra dimenticato. Siamo tutti alle prese con la vasta offerta di biscotti acquistati alla fabbrica della Galbusera al ritorno dalla montagna.
Tutti blaterano, io cerco di mantenere un po' d'ordine, ma tutto è inutile.
L'ennesimo pezzo di biscotto sta per effettuare il suo salto carpiato per affondare nel latte e al posto del politicamente corretto 'ciuff' riemerge un 'ca..o'.
Faccio finta di niente, fulmino Pilù con lo sguardo perché già stava partendo con un intervento che quelli di Fidel all'anniversario della rivoluzione in confronto sono una passeggiata, concludiamo la colazione e li porto entrambi alle loro scuole di pertinenza.
Quando ho lasciato BiBì nelle braccia della sua educatrice, mi ha guardato con un sorriso straordinario e mi ha dato anche un bacio.
Ma sono certo che il ghigno era satanico e che passerà la giornata a ripetere 'ca..o' .
Quando mi processeranno spero solo nella clemenza della corte.
Sì, ma che fatica fare i genitori...

mercoledì 3 giugno 2009

Cioè cazzo compagni, nella misura in cui...

E parliamo di politica, dài!!! Un po' di politica non la si nega a nessuno, neanche al più imbecille (basta guardare e ascoltare...).
Elezioni europee. Argomento ostico e talmente lontano dalla 'ggente' che si prevede un'astensione record, che più record non si può.
L'Unto si presenta, nonostante tutte le regole scritte e non scritte, glielo impedirebbero. Ma tant'è, oggi nessuno si scandalizza più di nulla. Anzi. Chi è più furbo, al limite con la legalità, oppure chi è più inquisito e condannato, allora quello è il 'nostro' candidato ideale.
Dall'altra parte abbiamo scenari apocalittici. I Rosellini hanno Franceschini che si agita con grande impegno e sta facendo comunque un buon lavoro dal punto di vista propagandistico/comunicazionale. E' presente, è aggressivo, non ne fa passare neanche una, ed è simpatico. Programma politico? boh!
Poi c'è il Forcaiolo di professione, l'ex pulotto, l'ex PM, che urla, sbraita, attacca, si agita come uno scarafaggio sulla schiena, fa il garante della legalità, dà quell'impressione di essere 'l'unico che gliele canta' e poi si presenta anche lui alle elezioni sapendo bene che appena eletto darà le dimissioni. Programma politico? tutti in galera tranne me! (non è proprio così ma oggi voglio andare giù con l'accetta).
Poi c'è il gruppone al comando, fatto di amici degli amici, post/pre/fascisti, galoppatori di professione, arraffatori di garanzia, e chi più ne ha ne metta. Programma politico? Chiaro come il sole: Italiani? a me!!!
Poi ci sono quelli scomparsi, almeno in Italia. Ma anche scomparsi sono riusciti a presentarsi con due/tre/enne liste. I compagni resistono, si agitano, non si rassegnano, lottano. Ma in questa agitazione un po' fine a se stessa perdono pezzi, consensi, appealing si direbbe oggi. Ma, come dice un cartellone elettorale, sono l'unica opposizione che c'è. All'ombra del più bel simbolo che ci sia. Basta buttare il voto con la scusa del 'voto utile'.
Andate a votare, carissimi. Almeno quelli che votano a sinistra, vera o annacquata. Gli altri, se non cambiano idea, se ne stiano a casa. E' meglio.
Quello va fermato!!!
Il 6 e il 7 giugno si decide il futuro dei nostri figli.

martedì 2 giugno 2009

In riserva?

Qualcuno ha visto ieri sera 'I giorni dell'abbandono', Canale5 in prima serata?
Il ponte repubblicano l'ho speso, con un freddo cane, in montagna, dove esiste la Tv, ed è pure collegata. E ieri gli squali, sfiniti, si sono ritirati ancora prima delle nove di sera.
Straordinario!! tutta la serata per noi.
E sono capitato su questo film con protagonisti Margherita Buj, sempre in linea con le sue turbe mentali, e con il commissario Montalbano alias Luca Zingaretti.
E' l'ennesima storia dell'uomo stronzo che lascia moglie e figli per la solita squinzia di vent'anni più giovane. Niente di nuovo sotto il sole.
Ma il film ha un acuto, in pochi secondi di dialogo. Il film è tutto lì.
Lui, verso la fine, la riincontra e improvvisamente le dice:
- E' che a un certo punto ho smesso di amarti. Ho fatto di tutto per impedirlo, ma alla fine ho smesso di amarti'. Parola più parola meno.
Perché la questione, se questione si tratta, è tutta lì. Non è un problema di ragazze giovani con la seduzione negli occhi e nelle gambe, e anche un po' più su; non è una questione di sesso, di fantasie sopite; non è la voglia di fuggire; non la volontà di fermare il tempo e accettarne la fine.
E' che a un certo punto, improvvisamente, senza alcun allarme, smetti di amare, smetti di guardare la tua compagna con gli occhi di sempre, smetti di vivere con lei.
Poi le scelte sono svariate. Si resta, si sparisce, ci si allontana per poi tornare, si trova la giovane fascinosa che passa in quel momento, ci si annienta nell'infelicità quotidiana.
Se volete strapparvi il cuore definitivamente vi consiglio la più bella prova di De André, 'La canzone dell'amor perduto'.
Il problema è sempre lo stesso. L'amore può finire, come la benzina, e tutti i benzinai in zona sono o a secco o in sciopero. E non puoi neanche fare l'autostop, con la tua tanichetta...

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...