giovedì 30 aprile 2009

Siete stanchi? Non m'interessa!

Il tema vero è come trasmettere la voglia e la necessità di sogno ai propri figli.
Con delicatezza, senza intrusione.
E senza qualunquismi beceri.
Bisogna imparare, o re imparare, a trasferire sui figli non quelle ambizioni personali rivelatesi fallimentari, non quegli obiettivi che tutti si danno nella propria vita e che spesso non si raggiungono mai, idee, concetti e pensieri che permettano loro di usare il proprio cervello.
Non siamo più di fronte al qualunquismo di recente memoria che ha votato per 50anni DC/Vaticano e bloccato di fatto un paese, non dobbiamo più oggi fronteggiare una marcia dei 40mila in stile Torino o una manifestazione della cosiddetta Maggioranza Silenziosa, oppure avere a che fare con un disimpegno diffuso. Oggi purtroppo la questione è molto più complessa.
Il pericolo, sempre più formidabile, è quello della lobotomia diffusa, del lasciare fare, del non porsi il problema. Ma anche della sempre più diffusa mancanza di solidarietà, dell'indifferenza.
Dobbiamo avere la capacità, e la voglia maledizione!, di parlare con i nostri figli, raccontare, spiegare, discutere, tradurre, semplificare.
E' faticoso, molto, ma la sera a casa, dopo la giornata, dobbiamo ritagliare spazi non solo per giocare con i Gormiti, o peggio posteggiandoli davanti alla Lobotomizzante, ma anche per leggere, fare vedere e spiegare che oltre alle pochezze di oggi c'è anche spazio per qualcosa di più giusto.
Dobbiamo avvicinarci a loro insegnando, ascoltando.
E non mettendoci i pantaloni a mezza chiappa o il cappellino da pirla!

martedì 28 aprile 2009

La parola al figaccione di turno

L'attore Hugh Jackman si confida a una delle riviste Rcs (la potete leggere qui) e ci dà la linea.
Uomini siete tutti cerette e lacrime. Avete perso il senso del vostro ruolo nella società, la vostra coscienza maschile, il vostro potere virile.
Ma uomini a chi? Ma di chi sta parlando questo totem palestrato?
L'articolo è un chiaro esempio (e poi dicono degli uomini) di vassallaggio sessuale. L'autrice trattiene a stento uno svenevole eccitamento adolescenziale nel riportare le linee guida del Jackman-pensiero. Osserva la sua maglietta verde attillata sui muscoli scolpiti come se fosse un quadro di Raffaello, ammira la sua gentilezza all'antica (sposta la sedia, versa da bere...) come fosse l'ultimo dei principi azzurri. E azzarda l'assoluto dei concetti: ha un solo difetto, è sposato. Urca!!
Allora, tutti sappiamo che la cosiddetta stampa rosa e di costume ha le sue regole.
Che le lettrici di questa rivista hanno anche loro il diritto di sognare intorno all' 'uomo più sexy del mondo'. Tutto ok.
Cavoli loro. E cavoli anche della professionista dell'informazione che firma. Fa il suo lavoro.
Ma Gesù, è possibile sentirsi additare come un mollaccione dalla lacrima facile con cremette di ogni foggia, solo perché il figlio dei canguri ha raggiunto un po' di notorietà con i suoi filmetti da oratorio e deve conquistare l'ennesima copertina in posa plastica?
Ogni giorno, basta che qualcuno 'un po' famoso' butti dentro la testa, dica la sua su un tema a caso (la crisi del maschio, la coltura delle ostriche in Bretagna, la finale di Wimbledon, Obama...) e all'indomani apriti cielo. Partono le sentenze.
Vendetta, tremenda vendetta.
Parto, lancia in resta, alla ricerca di Charlize Theron, le faccio un'intervista in ginocchio, se serve le faccio anche la spesa e vado in posta, e compilo diligentemente, in duplice copia, un articolo da Premio Pulitzer.
Sperando che la maglietta sia aderente, trasparente, eccitante, vanescente e, perché no?, abbia una minigonna che non farebbe da sciarpa neanche a TopoGigio.
Ma per piacere, bastaaaa!!!

Suini con la febbre?

Ricorrono sempre di più le epidemie, le pandemie, le tragedie, i disastri ambientali e alimentari. E poi le crisi finanziarie, i fallimenti.
Voi direte: normale!
Normale un cavolo.
Questo è il mondo al servizio del profitto che avete costruito.
Questo è il mondo, mascherato dietro alla parola 'liberismo', che si è sviluppato, in particolare negli ultimi vent'anni.
Un mondo che giustifica tutto (persino se stesso) di fronte alle uniche parole d'ordine: fare soldi, consumare sempre di più, crescere. A tutti i costi.
E' un mondo ormai asfittico, in cui il denaro, sempre di più!, sta soffocando il libero pensiero, la creatività, la voglia di lasciare il segno.
Oggi ci ritroviamo a discutere intorno a crisi sempre più ricorrenti, a disastri ambientali e alimentari sempre più serrati, a modelli che si incriccano, senza però convincerci che ormai un modello di sviluppo sta tirando i suoi ultimi respiri, e che è necessario un nuovo ordine.
Avete dato per morto l'unico vero sogno del '900, avete fatto 'cadere il Muro', avete detto che gli operai non esistono più ormai (glielo dite voi ai parenti dei morti della Thyssen, vero?), vi siete dichiarati vincitori.
Ma ora i conti non tornano più, eh? Che ne dite?
Ve la fate qualche domanda, almeno adesso?

lunedì 27 aprile 2009

Capricci, ma con i ricci!

Degli squali?
No, sbagliato, poveri cocchi,
sono la luce dei miei occhi.

Il mondo con lo sguardo
oggi fulminerei,
e tutto quello che incontro io frantumerei.

Voglio fare i capricci,
voglio dire 'no, non voglio' come dice Pilù,
voglio litigare anche con tu.

Occhio a chi mi passa per le mani,
a chi si avvicina,
perché oggi non esiste medicina.

E al mondo tutto posso solo dire,
perché sono vero e assoluto scorpione,
attenzione oggi al mio pungiglione.

Voglio provocare e punzecchiare
con il diritto/dovere
di prendere tutti a calci nel sedere.

Sono stufo, marcio, pieno di livore
e oggi non voglio parlar d'amore.

Ma attenti tutti, quelli e quelle,
ne succederanno delle belle

sabato 25 aprile 2009

25 aprile?

Oggi è la festa della Liberazione.
In tutto questo chiasso quotidiano fatto di Tv, giornali, ma soprattutto social network, blog, email, comunicazione virtuale e irrituale, la Festa della Liberazione sembra ormai un pallido ricordo.
Ho fatto un giro rapido (parziale si intende!!) sulla rete oggi e a parte i luoghi istituzionali, i giornali e i loro siti, tutto il resta brilla di una totale noncuranza, neanche un rimando, un piccolo ricordo.
Sono stomacato.
Dopo (anche oggi!!) il continuo tentativo di equiparare fascisti assassini con i partigiani liberatori, dopo il costante obbiettivo di cancellare la data dal calendario, dopo le dichiarazioni di ministri (ministri!) che denigrano la Resistenza, dopo giornalisti completamente rincoglioniti che scrivono ormai da anni libri illeggibili da rimandare al mittente, assistere a questo silenzio diffuso intristisce e soprattutto preoccupa.
Un futuro tetro si delinea all'orizzonte.
Un paese sempre più lobotomizzato, senza memoria, che si vende al miglior offerente.
Ecco cos'è l'Italia oggi. E nulla più.

venerdì 24 aprile 2009

Un evento di alto profilo

Volevo segnalarvi un convegno che si terrà in una location di prestigio, a Milano, nel mese di maggio.
L'argomento?
Presto detto. BiBì quando chiama Pilù partorisce un suono degno di un dialetto Navajo: Ai oo uaaa. Lo chiama con violenza, con determinazione, quasi in modo imperativo, quando adotta questa versione.
Da qualche giorno sta prendendo piede un'altra tendenza. Ai oo uaa uaa, cioè con una ripetizione della sillaba finale. Quando utilizza questa seconda versione, il tono è più dolce, lamentoso, quasi nostalgico.
E' necessario aprire il dibattito per avere delle risposte.
Quali sono i significati dei due modi di chiamare il fratello? Quali le loro origini? Quali i possibili sviluppi futuri? La soluzione è la terza via?
Il convegno vuole dare risposte a queste domande.
Parteciperà Umberto Eco che affronterà il tema dal punto di vista semiologico-linguistico.
Ci sarà Umberto Galimberti per avere una disquisizione filosofico-psicologica.
Ringraziamo fin da ora per l'intervento di Pietro Ingrao per una visione d'insieme dalla Resistenza a oggi e gli eventuali riflessi sulla politica contemporanea del duplice richiamo.
Ma con grande soddisfazione posso annunciare che gli interventi si concluderanno con una relazione tecnico-specialistica del Mago Zurlì, che cercherà di comprendere, e far comprendere, se questo urlo di richiamo sia semplicemente un suono della giungla tramandato nel tempo oppure sia un chiaro segnale di propensione al bel canto. In questo ultimo caso, un posto al prossimo Zecchino d'oro non glielo toglie nessuno e il papà si ritira vivendo di royalties.
Segue catering, caffé e ammazzacaffé.
E forse anche l'invito.
Grazie dell'attenzione e alla prossima.

giovedì 23 aprile 2009

Fenomeni squaleschi

Oggi la mamma di tutti gli squali si è involata all'alba per Roma.
Si svegliano verso le 7 e un quarto e mi aspetto il delirio, senza lei.
BiBì in particolare. Pilù ormai è grande.
Lei si sveglia chiamando la mamma, come tutti i giorni e io mi avvicino al letto con circospezione. Sfodero il miglior sorriso dei manuali del papà perfetto e sono investito da un acuto callasiano doc, e da una serie di 'nononono...'.
La vedo dura. Cerco di distrarla con l'aiuto di Pilù.
E lei, dopo poco smette, mi guarda e - evento degli eventi - mi sorride e urla 'Papà' gettandosi tra le mia braccia.
Sono spiazzato anch'io da tanta tenerezza, abituato a essere relagato al ruolo di assistente comprimario.
Ed è tutto un'escalation. La cambio tra le risate, la vesto tra solletici e scherzetti vari, andiamo a fare colazione tutti e tre come in uno spot del Mulino Bianco, usciamo di casa correndo, tra il sole e il caldo di questa giornata.
Al nido non vuole lasciarmi più, la abbandono tra le braccia dell'educatrice in lacrime, disperata. Me ne vado con il senso di colpa quotidiano al massimo, per portare Pilù alla scuola materna.
E Pilù, nel tragitto, mi dice: 'Papàààà, tu sei il papà più buono del mondo'.
Cercando di non uscire di strada penso... 'sicuramente il più fortunato'.
Anche se pure oggi ho dimenticato a casa il cellulare, e mi tocca tornare indietro.

mercoledì 22 aprile 2009

Mamma li turchi!

Dopo i piduisti massoni, i fascisti, i razzisti, i localisti, non potevano mancare gli imbecilli.
Con questa legge regionale - che vieta di mangiare in pubblico kebab, ma anche pizza e gelati - abbiamo finalmente toccato il fondo, da cui è obbligatorio risalire.
Aldilà del divieto in sé, il concetto legislativo di limitare la libertà personale dei molti da parte dei pochi - e pure stupidi - è assolutamente aberrante.
Il punto di partenza lo sappiamo tutti, ed è il solito: attaccare, delegittimare e discriminare lo straniero immigrato e spostare sempre di più il livello di regime.
Tra un po' sarà vietato solo pensare a un chicken tandoori, bersi una birra Corona, oppure leggere un libro di Sepulveda o di Rushdie.
Tra un po' ci metteranno le panchine con scritto sopra 'lumbard e nient'alter' o autobus riservati ai senegalesi.
Tra un po' introdurranno nella bergamasca la coltivazione intensiva di zafferano così da non importarlo più, per cucinare un vero e proprio risotto alla milanes verament padan.
Tra un po' ci vieteranno di espatriare verso sud.
Tra un po' ci chiuderanno i giornali perché sono scritti in italiano.
Tra un po' ci proibiranno di riunirci in più di due, rigorosamente un maschio e una femmina 'perché sennò chissà che idee ci facciamo'.
Tra un po' vorranno uscire dalla Ue e poi saranno veramente cavoli amari per tutti
Tra un po'...
E quello sale nei sondaggi. Povero paese!

martedì 21 aprile 2009

Aumentano i secondi matrimoni

Lo dice un rapporto pubblicato (la notizia sull'Unità di oggi la trovi qui) dall'Istat.
E' una delle informazioni in un mare di dati e percentuali che fotografano il mondo della famiglia 'legale' del Bel Paese, i suoi trend e le sue follie.
Ma rimaniamo al titolo. Aumentano i secondi matrimoni.
Oggi è sempre più difficile reggere un rapporto a due così stretto e impegnativo come quello che ti impone il matrimonio. Che non dobbiamo dimenticare, è pur sempre un contratto tra le parti, che sancisce diritti e doveri e che impone regole.
Aumentano i secondi matrimoni perché a nessuno, a questo mondo, è negata una seconda possibilità, neanche al condannato per omicidio plurimo.
Nel matrimonio c'è l'appello, ma - forse solo per pochi pazzi suicidi - non esiste la Cassazione che offre una terza possibilità. Sarebbe pura follia e sicuramente non c'è il tempo.
Oggi è tutto maledettamente difficile, complicato, anche l'amore.
L'importante è non demordere.

lunedì 20 aprile 2009

Terrore!!!

A un certo punto comincia a correre, velocissimo.
E io, dietro, con affanno. Sembra sfuggirmi ma poi mi riavvicino.
- Maledizione, gli anni!!!, penso, mentre il cuore ormai è in gola, pulsa come un martello pneumatico.
Gira l'angolo, e ogni volta che cambia direzione, sembra rallentare, come se mi volesse aspettare. Ogni tanto si volta pure.
E io mi raccatto e mi riavvicino.

A un certo punto, non so come, gli acchiappo il maglione e quasi istantaneamente, si ferma. Stringo con tutte le mie forze la maglia, in modo che non possa scappare e contemporaneamente possa recuperare il fiato.
- Porca miseria Pilù, sei impazzito? Ma dove te ne scappi?
E lui si gira, senza un'ombra di sudore, senza alcun affaticamento.
- E colpa tua, è solo colpa tua!! mi sbatte sul muso, ridendo, ridendo di me. Con gli occhi sbarrati, con odio.
E non è la sua voce, è una voce roca, da adulto.
Io lo guardo, terrorizzato, non capisco, incomincio ad ansimare, ho paura. Mollo la presa e lui scappa di nuovo e io non sono più in grado di rincorrerlo.

Poi mi sveglio, di colpo, ansimando come un mantice, senza capire dove sono.
Riprendo a poco a poco la calma, sono le tre e mezzo di notte, mi bevo un bicchiere d'acqua e mi preparo a una notte d'insonnia.
E mi domando se tutto questo abbia un senso, un significato.
E se ce l'ha, non lo voglio sapere.

domenica 19 aprile 2009

Dietro al vetro

Per la mamma di un amico che ci lascia, tristemente, ecco in arrivo una nuova protagonista: Viola!!!
Da oggi sono zio (almeno di striscio) per la terza volta. Dopo i due figli di mio fratello, oggi arriva anche quella di mio cognato.
E' sempre un'emozione fortissima vedere i bimbi appena nati, da dietro il vetro, come nei film, con tutte i parenti aggrovigliati che sorridono, indicano, mandano baci. E' un momento di vera felicità, pulita.
Dopo poco inizieranno i commenti - Assomiglia tutto al padre!, E' tutta la mamma!, Ha gli alluci del nonno! e così via, lasciando spazio poi ai pensieri più reconditi velenosi.
- Non è per dire, ma intanto lo dice, ma il mio nipotino era più bello, più intelligente, più ricco e... Insomma le solite stupidaggini che fanno parte del copione.

E' stato bello l'altro giorno soprattutto perché con me c'erano gli squali. E se Bibì naturalmente non si rendeva conto di cosa succedeva, Pilù era tutto pieno nella parte del cugino grande. Voleva vedere, capire, domandava, correva.
E a un certo punto ci siamo ritrovati soli, io e lui, e ha voluto sapere come fosse nato, cos'era la sala parto, i dottori. E io raccontavo, con particolari, anche i problemi che ci sono stati, il cordone ombelicale intorno al collo, i medici preoccupati, l'affanno prima del parto, S. che soffriva maledettamente.
E' stato bello raccontare, con lui che non si perdeva una sola parola. Mi guardava totalmente rapito e irradiava una luce straordinaria. Un'emozione forte, tutta nostra, che nessuno ci potrà mai levare.
Quanto è importante parlare con i propri figli, raccontare.
Non fatevi sfuggire le occasioni per farlo.

venerdì 17 aprile 2009

Amici, quelli veri

E' di ieri, ma c'è anche oggi con tanto di filmato che documenta il servizio fotografico, la notizia di una Reunion dei protagonisti di Marrakesh Express di Gabriele Salvatores. Dopo anni. E se anche solo per uno scatto fotografico per una copertina, il fatto ci fa volare a quegli anni (anche prima!!), alle battute del film, all'amicizia, quella vera.
Anche 'noi' eravamo in quattro, più un quinto sempre lontano.
E anche noi abbiamo condiviso quasi tutto, a volte anche le donne, maledizione!!, le vacanze on the road, le passioni politiche (a volte molto lontane!!), le discussioni cosmiche sul senso della vita e sul significato della morte.
Le famose vacanze in Grecia nel 1977 (è una frase anche del film), suonare la chitarra e cantare canzoni di lotta sulla spiaggia di notte con oltre cento persone intorno, l'autostop (poco perché siamo sempre stati un po' snob), piangere insieme la morte dei genitori di alcuni, condividere le separazioni e le fine dei matrimoni di altri.
E anche noi, eccheccavolo!, avevamo le nostre frasi, che hanno travalicato il tempo e le mode.
Una su tutte. Naturalmente mia. Non violo il copyright di altri.
'Se non c'erano i Beatles noi non eravamo qui'. Frase lapidaria pronunciata al tramonto su un spiaggia cretese, forse, a seguito di una discussione biblica mai terminata sul senso di essere lì e sul suo perché, sulle nostre generazioni, sulle nostre scelte.
Oggi tutto è più difficile. Ci si vede poco, qualcuno abita lontano, ci sono i divorzi, le famiglie, i figli, la stanchezza e il riconglionimento che avanza.
Ma sembrerà banale, ma dio mio quanto è vero!, ogni volta che ci si ritrova tutto rinasce in pochi secondi. Quell'intesa immediata, quelle cose che è inutile dirsi - e che nella vita di tutti i giorni sei obbligato ogni secondo a puntualizzare - quel sistema di scherzare/rsi, quel modo, caldo, comodo, piacevole e confortante di stare insieme.
Sono sensazioni meravigliose che appartengono a noi, solo noi, e tutto il mondo fuori può solo guardare.
Questa è amicizia. Sapere che c'è e che se serve arriva. E tutto il resto all'inferno.

giovedì 16 aprile 2009

Serata tra amici

Ieri sera. Tra vecchi amici che più vecchi non si può.
Un bella serata, tranquilla, serena. Ho addirittura, per pochi secondi, parlato di calcio, figùremes!
Gli squali si sono fatti sentire verso la fine. BiBì a un certo punto ha cominciato a ululare alla luna, come solo lei sa fare. Pilù (erano ormai le 23,00, orario pazzesco per quell'età) ha cominciato a lamentarsi, a trascinarsi, a mugugnare, ad appoggiarsi ai muri, a strisciare. Insopportabile.
Allora prendi su tutto quanto, ti organizzi e torni a casa. Di corsa.
Si addormentano che è quasi mezzanotte e io penso che bimbi di questa età non devono andare in giro per la città a quest'ora. Anche perché la paghi.
E infatti stamattina sono venuti a riscuotere.
Pilù insopportabile che si trascina, mugugna, si appoggia ai muri, striscia e soprattutto urla 'voglio stare a casa!'. Bibì molto più pragmaticamente evita ogni preambolo e si mette a urlare a squarciagola perché non c'è la luna ma diluvia.
E la giornata inizia così, sotto l'acqua, arrivando in ritardo a una riunione, imbufalito.
Ci sono certi millenni in cui io...

mercoledì 15 aprile 2009

Un ricordo

Chi c'era bene, chi non c'era pazienza.
16 aprile 1975, piazza Cavour, tardo pomeriggio Claudio Varalli (Mls, l'evoluzione del Movimento Studentesco) viene freddato da un colpo di pistola da un fascista di cui non faccio il nome per non sporcare.
Il giorno dopo, in un'enorme manifestazione, dopo l'assalto alla federazione del Msi in via Mancini, viene travolto e ucciso da un camion dei carabinieri Giannino Zibecchi, dei Caf.
Due giorni di fuoco, che segnano la Nuova Resistenza e confermano, ancora oggi, che non bisogna mai abbassare la guardia di fronte al fascismo e alla sua longa manu.
Oggi, domani, dopodomani ci ritroviamo a ricordare, non solo per commemorare, ma soprattutto per non dimenticare. Mai.
Per chi volesse saperne di più, uno spazio straordinario della memoria della storia più recente lo trovate cliccando pernondimenticare.net, sito che raccoglie foto, documenti e sensazioni di un tempo in cui la parola 'politica' aveva, almeno per molti giovani, un senso pulito e di speranza.
Domani sera si terrà una manifestazione in occasione dell'anniversario dei fatti (le informazioni le trovi qui), per non dimenticare ma soprattutto perché c'è ancora tanto bisogno di antifascismo.
L'elaborazione fotografica in alto è dell'archivio fotografico di Per non dimenticare.

martedì 14 aprile 2009

ReadingList

Di ritorno da questo ponte pasquale, ho deciso di aggiungere un nuovo 'gioco' all'altro mio spazio nella rete, il topo con gli occhiali, l'archivio di tutti i miei pensieri e delle mie note sul leggere, l'unico 'hobby' che posso coltivare con intensa continuità e sommo piacere per la mia mente.
E' un gioco innocente, un divertissement letterario, che intende aiutare quei quattro disperati che leggono queste pagine nella scelta di libri che io ritengo di qualità, interessanti, divertenti; insomma belli da leggere.
La rubrica, che avrà, spero, cadenza settimanale (ma se anche non sarà così non sarà un dramma!) intende suggerire alcune ReadingList che prendano spunto da quello che sono le scadenze e le ricorrenze della settimana che è appena iniziata, ma anche dagli spunti che emergono nel periodo (cronaca poca, dibattiti sui temi tanti...).
Io non ho la versione moderna della biblioteca d'Alessandria, soprattutto faccio altro di mestiere e quindi il mio leggere, sebbene intenso, trova il suo sfogo nei ritagli di tempo tra il lavoro, il riposo notturno e lo spazio 'obbligatorio' quotidiano per i miei squali. Ma soprattutto è totalmente random, e quindi senza nessun obbiettivo particolare.
Quindi, sempre in teoria, ogni lunedì, comparirà sul mio spazio letterario, una reading list (che si chiamerà ReadingList, guarda che fantasia) che indicherà qualche scelta, qualche orientamento.
Con una promessa: come è mio stile, concentrerò in poche righe tutto quanto penso sia interessante e utile in merito a tale libro, senza sbrodolamenti finti intellettuali né pretese di fare un lavoro che non è il mio.
Solo un gioco, ma spero ben fatto.

venerdì 10 aprile 2009

Non guardate le tv

Signori miei,
io a Milano non ho più la tv. Cioè ho staccato l'antenna e uso il video per vedere dvd (per lo più Winnie the Pooh e Pimpa), e quando riesco qualche film.
Non la frequento più e non sono quindi abituato. Non ci piacciamo a vicenda.
Da ieri sera mi trovo nel mio ritiro in montagna, l'unico buco che ho per rifugiarmi e per scappare da Milano.
Qui la tv c'è e il pomeriggio uggioso, i piccoli squali sconvolti da una lunga camminata mattutina, e la pigrizia del primo giorno di ferie, mi hanno indotto all'infausto gesto, ad accendere.
Suddivisi in maniera bi-partisan (qui si vede a malapena Rai e Mediaset) i programmi verso la seconda metà del pomeriggio ospitavano presunti programmi di informazione in cui lo schifo militante dava il meglio di sul terremoto. Interviste con disperati, presunte indagini sulle inefficienze che assolvevano tutto, ma sopra ogni cosa, i servizi sui funerali di quasi trecento persone. Un'infamia di qualunquismo, di patetica partecipazione, di finte lacrime. Che si ripetevano negli altri programmi, in cui i conduttori ben addestrati scoppiavano in lacrime in diretta giustificando tutto con il ben noto 'the show must go on'. E poi il padrone del paese che, con casco o senza, spadroneggiava su tutti i canali, in diretta, in differita, in registrata, e che prometteva, caldeggiava, piangeva, abbracciava...
E poi quiz imbecilli, x-Factor, la punta di diamante di questo paese pensante, e poi chiappe al vento in pieno pomeriggio.
Ho spento, ho resistito poco più di mezz'ora.
Signori miei, scusate tanto ma io non capisco, non riesco farmene una ragione: ma come si fa solamente ad accenderla?
Come si fa ad accettare simile merda impunemente, senza indignarsi, senza incazzarsi, senza spegnerla subito, immediatamente, ora now?
E poi mi rispondo. Con quasi il 50% degli aventi diritto che vota per questa gente, con un paese illegale nel dna, con zone in mano completamente alla criminalità in combutta con politici locali, con il capo dei capi che è capo anche di tv e di reti commerciali che gli permettono di controllarne anche altre, beh, non c'è alternativa.
Rinconglioniti siamo, rincoglioniti saremo sempre di più, e sempre più a fondo cadremo giù!!!
E io intanto stacco l'antenna anche in montagna, non si sa mai...

giovedì 9 aprile 2009

Sveglia!!!!

Oggi, ore 6,30, come in caserma, tutti svegli.
BiBì urla come una pazza, non si sa bene per quale motivo.
Pilù mi sveglia letteralmente per dirmi che 'la lotta tra i signori del Vulcano e quelli della Foresta è un casino totale'. E così per un'ora.
Voglio assolutamente finire il libro che ho sul comodino da troppo tempo, anche perché non merita così tanta dedizione. Mi innervosisco (ci vuole pochisssssimo), il mal di testa vive e lotta insieme a noi, cresce il disagio.
La giornata promette molto poco, sembra anche che ci sia un sole che non te le manda a dire.
E allora?
Allora a un certo punto mi si avvicina Pilù, borbottando che lui ha un sax e delle trombe (ma quando mai?). Io lo guardo interrogativo.
Lui si avvicina, lentamente e tutto a un tratto spiffera:
- Papàààà, lo sai cosa farò da grande?
I miei genitori di fronte a una domanda del genere avrebbero auspicato ingegnere, el dutur, oppure in banca. Io da padre moderno, politicamente schierato, consapevole e solidale, nonché democratico, mi aspetto che dichiari che si mette a capo del partito per la rivoluzione proletaria, oppure scrittore di libri straordinari e immancabili che lascino il segno nella letteratura mondiale.
Io lo guardo con fare ebete e occhi di bue, e allora lui mi viene in soccorso:
- Vabbé, te lo dico io. Io voglio fare il suonatore di trombone.
E io me lo vedo già a capo dei Berliner a suonare il trombone in una sinfonia di Strawinskij, piuttosto che nella più famosa band jazz del mondo.
E allora azzardo. - E perché?
E lui - Perché così faccio del movimento con le braccia.
Mentre scoppio a ridere, mi domando: trova un solo motivo per cui oggi, ma anche domani, tu non possa essere felice, uno solo...

mercoledì 8 aprile 2009

La coppia scoppia!

Oltre all'indagine dei milanesi 'traditori' (due su quattro), ora arriva un'altra indagine, che abbraccia tutto il Bel Paese (lo trovi qui). E quale il responso?
Una su quattro, o giù di lì. Siamo vicini al 30%, anche qui equamente divisi tra uomini e donne.
Porca miseria, un paese di farfalloni traditori di mogli/mariti/compagni-e/padri/madri, che senza neanche un senso di colpa, si aggirano nelle piazze alla ricerca di potenziali concubine e uomini oggetto.
O meglio, probabilmente si incontrano quelli che dicono di tradire con quelli che dicono di non tradire: il 100%!!! Ma questa è più che altro un paradosso.
Ma se i traditori sono da sempre il diavolo, chi non rispetta i patti, chi rompe i contratti, 'chi se ne va', i traditi, ancora più da sempre, sono gli abbandonati, chi rimane solo, chi ha perso.
Qui si va contro corrente, si vuole mettere sul palco degli imputati il tradito, l'abbandonato.
Dovete rassegnarvi, cari poveri traditi. La colpa è vostra che non vi siete accorti, che non 'c'eravate', che dormivate, che vi crogiolavate nel vostro giorno/notte/giorno, senza mai aprire gli occhi, annusare, ascoltare, assaggiare.
Cornuti e mazziati? Proprio così, cari pelandroni.
La felicità si costruisce tutti i giorni, e non esiste né sabato né domenica.
E se volete piangere fatelo almeno in silenzio, senza bagnare troppo in giro che ho appena pulito.

martedì 7 aprile 2009

E' possibile misurare il dolore?

Le immagini che si susseguono dai luoghi disastrati sono impietose. Spesso morbose. invadenti. Ma si sa, per un punto di share o per un click in più si fa questo e altro.
Ricordo il terremoto in Cina di qualche tempo fa. Sul sito del Corriere ha troneggiato per tutto il giorno in home page la foto di una bimba, con i codini, morta, in primo piano, con il volto tumefatto e gli occhi socchiusi.
Come oggi ero a casa a badare ai miei figli, influenzati. Ho tempestato per tutto il giorno il sito di email, chiedendo a squarciagola la rimozione della foto, dal mattino. Non è mai stata rimossa, fino a quando hanno deciso di cambiare l'impostazione della pagina, a fine giornata.

La corsa alla solidarietà questa volta è stata rapidissima, grazie anche ai social network che hanno accelerato il passaparola. Un ministro ha dovuto addirittura chiedere di smettere di far arrivare sangue. Ce n'è troppo.
Una dimostrazione che questo paese ha ancora un'anima, un cuore, che quando qualcuno ha bisogno corre. A dispetto dell'immagine di violenza e indifferenza quotidiane che ci viene trasmessa con obbiettivi politici molto chiari.

Vediamo ora cosa succede.
Gli unici che non potranno più vedere sono i genitori dei bimbi volati via. Li fai nascere, li cibi, li educhi bene o male, impazzisci per loro, li ami fin nelle viscere, e poi una notte due grandi mani piene d'odio scuotono il mondo e tu rimani con il padre di tutti i dolori, l'unico incolmabile: vedere la morte dei tuoi figli.
Insostenibile.

lunedì 6 aprile 2009

Ma come si fa?

Raccontare amenità, discutere su stupidi temi, chiacchierare liberamente di tutto, far finta di fare l'intellettuale...
Come si fa oggi?
Una madre muore con i tre figli in braccio, un'altra che si sacrifica salvando la figlia, 1/10 o chissà quant'altri bimbi schiacciati sotto le macerie.
Paesi rasi al suolo, centro città sventrati, urla, morti, sofferenze infinite.
Come si fa oggi?
Non si può convivere con lo sguardo terrorizzato di un bambino, con gli occhi persi di un vecchio. Non si può.
Ecco, oggi, non si fa. Punto.

sabato 4 aprile 2009

- 'Chi è...

... il più grande gruppo musicale della storia mondiale della musica di tutti i tempi?', domando a Pilù, praticamente ogni giorno, appena si distrae un attimo. La mia è una classica azione pianificata di plagio culturale, al fine di tutelare la memoria, la qualità e combattere le brutture di oggi.
E lui, a comando risponde - 'i BEATLES', urlando come un pazzo.
E io gongolo.
Un padre a cinquant'anni si accontenta di poco, visto che è circondato dall'indifferenza e dall'insensibilità musicale.
E' chiaro che alla somministrazione controllata di 'Taxman', 'Octopus's garden' e 'Hey Jude' e tutte, ma proprio tutte le altre canzoni dell'intera produzione musicale del gruppo, è necessario affiancare straordinari esempi di onirici viaggi lirico-musicali con 'Il coccodrillo come fa' oppure con 'Il valzer del moscerino'.
Ma io mi accontento.
A volte mi lascio andare a sentire qualche canzone dei Rolling Stones o Simon&Garfunkel, ma velocemente guarisco e rientro a Liverpool in un battibaleno.
Quando voglio proprio osare chiedo:
- Chi è il più grande batterista del mondo?
E Pilù alzando i pugni:
- RINGO STARR, e questa, lo ammetto, è veramente forte.
Comunque con 'Good night', ninnananna composta da Paul, presente sul doppio Bianco, ha fatto addormentare entrambi i miei figli molte volte.
Per ora BiBì è esente, ma è solo questione di tempo.

venerdì 3 aprile 2009

Aiutooooo!

Non lo auguro a nessuno.
Giornata piena a casa con i due squali malati. E piena vuole dire dalle 8 alle 18.
Dieci ore filate con Pilù, che sta meglio, e vuole a tutti i costi portarmi sull'astronave 'gnegneprais' con quello con le orecchie a punta per cacciare i ladruncoli e ingalerarli (arrestarli).
Costruisce delle cose straordinarie con il Lego, idee di puro design che potrebbe vendere all'ufficio creativo della major che produce il telefilm. Per me, che riesco a malapena a pensare un quadrato e non un rettangolo, una fantasia ' produttiva' di questo genere mi affascina oltre che sorprendermi. Si rinchiude per delle mezz'ore a costruire, distruggere e ricostruire macchinari complessi, aerei futuribili e mezzi di trasporto su strada veramente inusuali. E tutti perfettamente stabili e simmetrici.
Ma la giornata è fatta anche di dieci ore filate (che valgono venti) con BiBì, tra i 38 e i 39 di febbre, tutto un fascio di nervi che ogni 10 minuti invoca la mamma a squarciagola.
Nel mezzo bisogna anche un po' lavorare, ricevere e fare telefonate, tessere relazioni.
Eppure, oggi, riesco a gestire la cosa senza problemi, ma soprattutto con una calma e un distacco che mi dà quasi da pensare.
Io che scatto dopo tre secondi di pianto interrotto, riesco a sopportare relativamente con pazienza (un concetto bandito dalla mia vita) tutto ciò, e a gestire le mie tensioni in modo direi sublime. Sono affascinato da me stesso.
I casi sono due: o sto diventando più saggio oppure l'inquinamento di Milano, in rapida crescita, ha una sorta di funzione anestetizzante. E dopo le ultime rivelazioni internazionali in cui si annuncia che viviamo nell'area più inquinata del mondo, beh penso purtroppo che sia la seconda che ho detto.
Un ringraziamento a chi ci 'guida' per le azioni preventive degli ultimi anni (inesistenti) e soprattutto per la presa di coscienza del problema e dei piani conseguenti per rientrare nei parametri (ancora più inesistenti).

mercoledì 1 aprile 2009

Guado

Siamo forse a metà del guado.
Le due rive sono a distanza più o meno uguale.
Andiamo avanti o torniamo indietro e ricominciamo da capo, magari trovando un altro fiume?
Cambiamo idea oppure testardamente perseguiamo l'obbiettivo per paura di essere tacciati di incoerenza o peggio di paura?
Il perfetto combattente deve sapere quando ritirarsi dalla guerra ormai persa.
L'eroe invece si immola.
Chi ha ragione?
Bisogna decidere in fretta, anche perché si rischia di prendere un raffreddore se si sta troppo a mollo...

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...