martedì 31 marzo 2009

Fascino e tempo che passa

Oggi viene rivelata una verità sacrosanta che io penso con convinzione da tempo.
La bellezze immensa di ragazze/donne di 20/30anni non reggono la competizione del fascino di quarantenni e oltre. Niente da fare, la gara è persa in partenza, mi spiace per le giovani squinzie!
La rivelazione avviene da un blog oltre oceano che viene ripreso, saggiamente anche perché interessata, dalla Rodotà oggi su corriere.it.
Gli esempi che vengono portati sono inarrivabili: la Pfeiffer, Cindy Crawford, Demi Moore e qualche altra loro illustre coetanea.
Ma la conferma l'abbiamo ogni giorno, per la strada, in ufficio.
Una volta, il fascino, diciamo così, datato era solo degli uomini. Il brizzolato di lungo corso spopolava non solo sugli yacht ma anche sulle spiagge di Rimini o nel corso delle città. Spesso anche grazie al portafoglio. L'uomo, ti dicevano, ha meno problemi a invecchiare, mentre le donne 'anta' ormai sono sulla via del tramonto.
E quindi? Sono cavoli amari per tutti.

A questo punto le giovani palestrate e avvenenti, da sempre vincitrici e artiste della seduzione, devono rimboccarsi le maniche e cercare di recuperare 'fette di mercato'.
E come dicono, se la concorrenza fa bene al mercato, noi cinquantenni bellissimi, affascinanti e che urlavano sicuramente cose giustissime, di questa competizione, beh noi saremo quelli che ne beneficeranno.
Se volete il libero mercato.
Facendo finta, ma mooolto finta, che non esistono i 20/30enni maschi...

lunedì 30 marzo 2009

Elogio del seggiolone

Non è follia, ma datemi ascolto.
In particolare i lettori (tra i pochi che visitano queste pagine) che devono diventare padri/madri, oppure che lo sono da poco (con i bimbi dai 6 mesi in su).
Questo post è una dichiarazione d'amore sconfinato per uno degli accessori più utilizzati e abusati delle famiglie con figli piccoli: il seggiolone. Ma non il semplice seggiolone da casa, di legno o plastica, aiuto sublime alla cerimonia quotidiana della pappa.
Sto parlando di un seggiolone da viaggio, dall'imbottitura tipo bandiera della pace che non fa mai male, marca Foppapedretti (Berghem, e dove sennò?), che grazie a una semplice maniglia si chiude fino a diventare completamente piatto, da infilare nell'apposita custodia in plastica. Spessore pochi centimetri, si può piazzare in qualsiasi bagagliaio senza che occupi spazio e lo si può portare con sé in ogni dove.
E' una fondamentale tappa della libertà e dell'autonomia di ogni famiglia. Quando ormai dopo i primi mesi della comparsa dei diavoli poppanti siete esasperati e non ne potete più di rimanere sempre stanziali, il seggiolone da viaggio vi permette di togliere le tende senza il problema di dove far mangiare gli squali senza denti.
E vi dico tutto questo senza che la Foppapedretti mi abbia pagato una lira.
E' solo e sconfinato amore per un oggetto che dovrebbe essere esposto al Moma.
Come diceva quello là, un po' di plastica, che recentemente ci ha lasciato: "provare per credere" (si vede che mi occupo di comunicazione, eh?).

domenica 29 marzo 2009

Alto tradimento!

Fa pensare, oltre che sorridere, l'ennesima inchiesta pubblicata. Questa è la volta di corriere.it, che ci rivela, così, senza avvertimento (l'articolo lo trovi qui), quasi con sottile compiacimento, che oltre un milanese su due tradisce.
E la performance è perfettamente bipartisan tra uomini e donne. Una volta nella vita, poi, lo hanno fatto sette coppie su dieci.
Nel paese del Vaticano, della morale cattolica, della spasmodica centralità della famiglia, oltre il 50% di uomini e donne ammettono che in questo momento stanno tradendo il proprio coniuge/partner, alla faccia di tutte le convenzioni.
Che dire? Beh da una parte fa piacere, perché almeno in questo i milanesi si dimostrano 'contro', trasgressivi, oltre che un po' furbetti e goderecci. Dall'altra il segnale è pesante da digerire almeno per come concepiamo la società di ieri arrivata a oggi, e alle sue forme di convivenza.
Sta cambiando la morale, e questo è un bene.
E che nessuno scagli la prima pietra, le potrebbe ritornare in faccia.

sabato 28 marzo 2009

A-IO-UAAAA

Pilù è dai nonni.
Da giovedì, e oggi andiamo riprenderlo. Due giorni, cha sarà mai!!! E l'unica famiglia felice dell'emisfero nord del pianeta (il sud non lo conosco) finalmente ricompatterà le sue file.
Eppure BiBì si aggira per casa, alle finestre, alla porta d'entrata, gridando in continuazione A-IO-UA. E' così che lo chiama, non parlando ancora e storpiando il suo vero nome.
Fa tenerezza. E' i questi casi che capisci fino in fondo l'amore profondo e naturale che si ha per i propri fratelli, totalmente disinteressato, puro.
Un amore che è completamente diverso da tutti gli altri, è più forte perché non ha vincoli, ma solo affetti.
A-IO-UAAAAAA, urla Bibì, e quanto vorrei che il tempo si fermasse.

giovedì 26 marzo 2009

'No, non voglio!'

Questa è la risposta preferita di Pilù nei classici casi:
- andare a scuola
- vestirsi
- lavarsi i denti
- fare il bagno
- mangiare le verdure
e molte altre.
Ma a quanto pare, la quotidiana indagine, pubblicata da autorevole giornale (l'articolo lo trovi qui) è un metodo consolidato degli infanti per memorizzare un'informazione e utilizzarla in seguito quando servirà.
Non entro nel merito. Non ho gli strumenti.
Mi domando solo come facciano a effettuare studi simili su bambini molto piccoli, ma soprattutto come riescano a estrapolare dati che possano in seguito essere consolidati e quindi diventare oggetto di conclusioni.
Ogni giorno la rete (e tutti i mezzi di informazione) ci vomita addosso migliaia di informazioni e numerosissime ricerche che cercano in tutti i modi di fotografare tendenze, opzioni, pensieri e opere. Con alterne autorevolezze e, sempre più spesso con svarioni giganteschi.
L'altro giorno, di sfuggita, mi è caduto l'occhio sull'ultima ricerca sullo zucchero. Dopo decenni in cui ci spiegavano che lo zucchero raffinato faceva malissimo, ci indicavano i dolcificanti come alternativa possibile (poi erano diventati cancerogeni pure loro) oppure lo zucchero di canna, invece contrordine a tutto tondo, lo zucchero fa benissimo ('il cervello ha bisogno di zucchero, ma sì ma no ma sì ma no'... ricordate lo spot?) ed è fondamentale per la salute dell'uomo.
Senza ricordare la diatriba continua sulla validità della dieta mediterranea che, a seconda dell'azienda che commissiona la ricerca, viene impallinata oppure additata come l'unica alimentazione possibile.
Insomma una farsa, mediata dal marketing.
Tutto ha senso, intendiamoci, ma a volte mi trovo a pensare quanto ormai sia 'volatile'. Tutto si consuma in un attimo, ha vita brevissima, e soprattutto non lascia il segno.
Altro che piani quinquennali dell'energia pesante... bei tempi!

mercoledì 25 marzo 2009

Paura?

Io ho paura. Oggi è cretino non averla.
Soprattutto per i propri figli.
Hanno davanti un futuro sempre più nebuloso, un mondo allo sbando che si autodistrugge, un pianeta ormai asfittico.
E poi... e poi, un paese governato da macchiette piene di soldi (ieri il presidente ferroviere...) che da buoni caudillo de noantri non fanno passare giorno senza farci vergognare di fronte al mondo intero.
Ma vi rendete conto? Ma in questo paese a qualcuno è rimasto un po' si sale in zucca?
Stiamo rotolando verso il baratro, verso il fallimento di un sistema basato solo sul danaro in tutto il mondo, dove tutti, ormai TUTTI si interrogano su alternative e nuovi piani di sviluppo, e da noi, il paese del sole e del mare quant'èbbbbello, noi ci sentiamo dire che per uscire dalla crisi bisogna:
- allargare le proprie case, costruire, alzare...
- essere ottimisti e sputare in faccia ai giornali che ci dicono che tutto va male
- lavorare di PIUUUUUU' (dopo che le aziende licenziano perché non ce la fanno)
Ma vi rendete conto della follia? del pressapochismo, del dilettantismo e dell'incapacità?
Senza parlare della cultura, diventata ormai un brutta parola da evitare. Oppure di un ministro che dice sfrontatamente che il 25 aprile lui NON lo festeggia.
E non dovrei avere paura?
Giovani generazioni fate qualcosaaaaaaa!

martedì 24 marzo 2009

Faccio un po' fatica a capire

Premetto che non voglio cadere nel qualunquismo, tanto meno nella facile polemica.
Oggi, nella rete, sui social network, nelle email, spamming o no, è un continuo rincorrersi di appelli, richieste di aiuto, lanci di campagne di solidarietà, per salvare cani, gatti, animali domestici e da cortile di ogni genere e tipo. L'altro giorno ho letto di un appello per l'adozione di un cinghiale (cinghiale, avete capito bene!) che se non viene slavato entro breve corre il rischio di incappare in qualche palla di fucile.
Tutto encomiabile, per carità. Sono segnali che questo paese, almeno un pezzo di cuore, non se l'è ancora venduto nell'ultima televendita o su ebay.
Ma a fianco - a fianco, non dico in sostituzione - di queste bellissime e straordinarie iniziative (supportate in genere da bellissime foto in cui i cagnolini sono in pose languide e tristi) ce ne fosse una in cui si pensa di fare qualcosa per le migliaia di morti quotidiane per fame, maltrattamenti o sfruttamenti di ogni genere di bambini in ogni angolo del mondo.
Ce ne fosse uno che alzi un dito, che dia un segnale, per mettere a disposizione se non tempo e dedizione, almeno danaro e supporto economico di ogni tipo per qualche associazione seria e certificata che abbia come scopo e missione quello di favorire o adozioni a distanza, o sostenere la realizzazione di strutture di pubblica utilità.
E' una questione che mi pongo sempre più spesso negli ultimi tempi, grazie a una frequentazione più assidua della rete e a una maggiore disponibilità ad ascoltare la sua voce.
Sto sbagliando? Sto generalizzando? Sto polemizzando gratuitamente?
Nel frattempo, però, mi sto incazzando.

lunedì 23 marzo 2009

Festa!!

Ieri, domenica, festa di un amico di Pilù. In uno di quei posti (sorgono come funghi) dove infilano qualche muretto, qualche gonfiabile in cui i bambini si possono ammazzare senza farsi male, tavoloni per il 'catering' e musica a manetta. Che, unita alle urla perenni di decine di bambini tra i 3 e i 10 anni, creano un ambiente perfetto per la meditazione e la preghiera.
'C'è poco da fare lo snob, hai usato anche tu un posto simile per la festa di Pilù'!
Vero, chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Questi posti, per allucinanti che siano, risolvono un problema logistico mica da ridere. Permettono di raccogliere un grande numero di bambini senza che ti sfascino la casa, li sfiniscono a puntino in modo tale che, una volta arrivati a casa dopo la festa, in genere dormono e tu passi (una volta ogni sei mesi) una serata in santa pace, e soprattutto li fanno divertire.
Ma ieri è successa una cosa che non avevo mai visto. Una cosa ai confini della realtà.
Nel mezzo del caos più completo, improvvisamente, da non so dove comincia a salire un fumo bianco, inodore.
Io mi allarmo subito, trovo Pilù, lo allontano e cerco il resto della famiglia alle mie spalle. Stavo già pensando a un piano di evacuazione, con pompieri muscolosi che salvavano prima le mamme e i bambini e poi forse i padri, maschere antigas e scale antincendio quando a un certo punto partono i video e la musica si alza velocemente di volume.
La DISCOTECA!!!! Pazzesco, una discoteca volante, che catalizza immediatamente genitori e figli, come un rito tribale consolidato.
Pilù, per mano al suo straordinario papà, si gira con fare interrogativo e mi chiede: 'Che succede?'. Io allibito non riesco a rispondere, guardo giovani veline di 8 anni dimenarsi in modo lascivo, bambinozzi di 6 anni che cercano di star dietro alla musica muovendosi come giovani oranghi, madri e padri che ballano, un po' da fuori, cantando a squarciagola, musica che dovrebbe essere vietata per legge.
- Che succede papà, me lo dici?
- Ballano, Pilù, stanno ballando, riesco a rispondere storcendo la bocca.
Ed è in quel momento che arriva la coltellata, alle spalle, dolorosissima, letale.
- Papà, posso andare anch'io? e si lancia nella rutilante movida pomeridiana.
Mia moglie mi guarda e sorride mentre BiBì, come il suo solito, guarda tutti dall'alto in basso con fare schifato (orgoglio di papà).
Dopo un po' tutto finisce, la musica si riabbassa, il fumo svanisce, il pomeriggio volge al termine e le famiglie esauste fanno ritorno alle proprie case.
E io mi dico: tutto ciò è un disegno prestabilito per rincoglionire le persone fin dalla loro più tenera età per poi rifilare loro quanto di peggio questo paese è riuscito a partorire negli ultimi 15 anni, vero?
O no? Perché se non è così.....

domenica 22 marzo 2009

Difendersi!

Io giro la testa, non esite. Non riesco più, chiudo gli occhi, mi tappo le orecchie, penso ad altro, scappo! Il web, la tv, la radio, i giornali, le chicchiere in giro: un concentrato di ostentate e macabri racconti intorno a bambini, torturati o stuprati, in guerra, sequestrati, rapiti, psicologicamente violentati, abbandonati, uccisi. Io non ce la faccio.
Da quando sono padre queste notizie le rifuggo, non voglio sapere. Cerco di difendermi, e difendere loro. Fino al momento in cui non sarà più possibile, in cui dovranno aprire gli occhi, dovranno entrare da soli nel mondo. Allora sarò il primo ad aprire il sipario su questi orrori, per metterli in condizione di riconoscerli e di rifuggerli.
Ma fino ad allora difendo e basta, come i cavalieri Jedi con le loro spade laser.
Sperando che il buon senso mi illumini, giorno dopo giorno.
E poi, insomma!, io non sono un commissario di polizia, non sono un funzionario dell'Onu e tanto meno un medico!

venerdì 20 marzo 2009

Un amico speciale

Sei il mio amico speciale
con te tutto posso fare

Sei il mio amico speciale
con te mi posso divertire

Sei il mio amico speciale
se non ti ubbidisco mi puoi sgridare

Sei il mio amico speciale
da te mi piace farmi coccolare

Tu sei speciale

Perché sei il mio papà
e io ti voglio tanto bene

Questo il testo, accompagnato da un disegno che raffigura Pilù e io - fatto da lui - in stile minimalista/picassiano, che ho trovato ieri sera per la festa del Papà.

Non so se il testo è inventato o copiato da qualche parte. Ma il fatto che Pilù, con grande fatica, aiutini in diretta e svarioni giganteschi, me l'abbia recitato lo ha reso 'tutto mio', pensato per me.
E oggi sarà una giornata luminosa, straordinariamente felice e piena di amore per i miei figli (anche se 'quell'altra' da ieri sera a stamattina ci ha fatto letteralmente impazzire).
Che si può volere di più dalla vita? (in un altro spazio magari vi faccio un elenchino, va là...)

giovedì 19 marzo 2009

Oggi no, non ne ho proprio voglia!

Oggi no, è una giornata che non mi piace.
La vita è proprio strana e dovrei essere più saggio.
Ma oggi sembra che la vita sia passata davanti alla mia stanza e abbia chiuso la porta, la luce e le imposte, lasciandomi solo al buio, immobile, incapace di reagire.
Si sentono voci là fuori ma io sono dentro, lontano.
Un po' di angoscia adolescenziale che ricompare, che getta scompiglio.
Un tempo si diceva che bisognava 'vigilare', oggi lo confermo: ma su sé stessi.

mercoledì 18 marzo 2009

'Voglio una donna donna...

... con la gonna gonna'. Così cantava anni fa Vecchioni in una delle sue più brutte canzoni. Era un inno alla donna 'femminile', un ritorno a un'immagine di donna più tradizionale. Forse non era proprio quello il suo intento, ma comunque quel messaggio era passato. Basta con le donne manager dure come il granito, basta con le rudi battagliere del fronte unito femminista.
Bene oggi la canzone ha finalmente avuto soddisfazione.
- Vai dal papà a farti vedere, sento stamattina dalla mia camera.
E dopo un rumore ritmico di piedini misura 22 che riconoscerei tra mille, ecco arriva BiBì, con aria sontuosa, e si para davanti a me con fare di sfida (le mancavano solo le braccia sui fianchi).
Una mise da fare invidia a Grace Kelly: camicetta azzurra con colletto bianco, collant color sabbia e gonna al ginocchio in tinta.
Una bomba, meravigliosa!!! Il tutto era completato da due codini in stile PippeCalzelunghe che le aumentava l'aria spigliata anche un po' fetente.
Lei mi guarda e ride e io esterefatto mi chiedo: ma a che velocità crescono i figli?
E come si fa a fermarli?
Voglio proprio vedere il primo giorno che si presenta con un probabile fidanzato.
Ho proprio visto recentemente un set di coltelli....

martedì 17 marzo 2009

Un po' di eleganza e tanto rispetto

'L'erba del vicino è sempre più verde' (la scheda qui) è una commedia straordinaria per eleganza e per delicatezza, come solo Hollywood sapeva confezionare tra gli anni '50 e i primi anni '60. Con due maestri della recitazione, Deborah Kerr e Cary Grant.
E' una storia di un matrimonio sconvolto dall'arrivo dell'eterno terzo incomodo, che cattura la donna, la spupazza per un po', pianifica una nuova vita con lei, ma che poi, grazie alla creatività e all'orgoglio del marito, perde la sfida (e il duello!!!) finale. E l'amore e l'istituzione matrimonio trionfano sul male sabotatore. E' un avvertimento assoluto che anche il più felice e solido dei ménage può essere rivoltato come un calzino nello spazio di qualche minuto grazie a uno sguardo di troppo.
L'aplomb e lo stile con cui Cary Grant subisce il tradimento, la capacità di gestire con freddezza tattica la situazione e la forza di rialzare la testa mi hanno sempre affascinato.
E' uno dei pochi film (figurarsi negli anni a venire) in cui i ruoli sono invertiti, in cui l'uomo è saldo, in cui è un punto di riferimento nella famiglia, è una sicurezza per tutti, a fronte di una donna che infrange i patti e che 'perde la testa'. Per l'epoca, dirompente.
Se pensate ai ruoli di oggi, nei film come nei libri, in cui gli uomini sono TUTTI traditori (in genere con 25enni coscia lunga di origine ucraina che gli fanno perdere la testa, anche perché non si accorgono che le italiane sono meglio...), TUTTI squali sul lavoro (deontologia professionale?, no grazie; onestà?, no grazie; taglierebbero la gola alla propria madre per poche lire...) ma soprattutto TUTTI completamente tonti e inadeguati (sindrome da Peter Pan, sfuggono di fronte alla realtà, chiamano la mamma ogni minuto, inaffidabili, giocano a calcetto il giorno del funerale del papà...), questa è una storia che a un uomo di 50anni fa bene, lo coccola un po' e gli dà speranza di farcela.
Dopodiché, è persino ovvio ricordarlo, la realtà è sempre più complessa e difficile. Ma ho la consapevolezza che l'eleganza e il rispetto, anche in momenti drammatici simili a quelli del film, non devono mai venire a mancare.

lunedì 16 marzo 2009

Proteggete le vostre dichiarazioni dei redditi

Lunedì mattina, trafelato come sempre. Io accompagno Pilù mentre S. porta BiBì.
Entrata alla scuola materna tra le 9,00 e le 9,20. 5 minuti alle nove siamo ancora in casa, alle prese con scarpe, libri da portare, battaglia tra Gormiti e Playmobil, scontri tra micro-auto e una Ferrari gigantesca, sciarpe che non si trovano MAI.
- Muoviti Pilù, è tardi!!!
- Ok papino, quando vuole prendermi in giro mi chiama così, fomentando i miei peggiori istinti primordiali.
Chiavi, porta da chiudere, ascensore - lui scende a piedi, così tutte le mattine, e io lo devo aspettare alla fine delle scale, milanesissimamente nervoso - arriviamo in fondo e quando stiamo per uscire mi accorgo di avere dimenticato le chiavi della moto.
- Pilù aspettami qui nell'atrio, salgo a prendere le chiavi e scendo subito. Ti lascio qui la borsa del computer.
Risalgo di corsa, apro la casa, cerco le chiavi, non le trovo, inveisco contro la paternità il matrimonio e anche i Pacs, mi fermo un secondo a pensare e le trovo nell'unica tasca che non avevo prima tastato.
Con un ruggito riscendo le scale, sono ormai le 9,10, ma man mano mi avvicino all'atrio sento la sua vocina candida che spiega, con candore fanciullesco, che 'il mio papà dimentica tutto, l'altro giorno gli occhiali, una volta il computer, oggi le chiavi della moto, chissà cos'ha nella testa (testuali parole, giuro!!).
Accelero, arrivo nell'atrio e mi ritrovo Pilù circondato da due carampane piegate in due dalle risate, che appena mi vedono, se possibile, aumentano le convulsioni. Forse una mi ha anche indicato con un dito, prima di tornare a ridere.
E Pilù - Lui è il mio papà!!.
Io lo guardo e in quel momento vorrei essere un supereroe con lo sguardo che incenerisce, lui mi guarda sorridendo, si gira e si incammina trotterellando nel cortile condominiale verso la moto.
Le signore mi salutano, io raccatto tutto e seguo il fedifrago.
E ogni volta mi riprometto di chiudere il mio modello Unico in cassaforte perché sennò tutta la città prima o poi verrà a sapere quanto guadagno.

venerdì 13 marzo 2009

E la rossa arrivò!

BiBì ha un anno e mezzo. E' rossa di capelli e come si dice è un peperino. Ma tosto però.
Come nelle descrizioni dei Gormiti: voce baritonale, bicipiti possenti, presa ferrea, testa dura e espressione fulminante.
E suo fratello Pilù 'lo fa su' come vuole. Lo prende, lo gira, lo abbraccia, lo pizzica: Lui rimane lì come un cucù, a volte piange, a volte urla. E lei lo guarda, con uno sguardo tagliente e sogghigna.
Non vorrei essere nei sui panni, povero Pilù. Per quasi tre anni è stato il re incontrastato della casa, coccolato e riverito, sempre comunque al centro degli eventi. E bisogna dire che gli ha fatto bene. E' cresciuto bene, ha una capacità di intrattenere e di affrontare le discussioni decisamente sopra la media. E' una sorta di moderno dandy, elegante, ma per nulla noioso. E' intelligente e straordinariamente ironico.
E un giorno, era agosto, ecco che ti compare questa furia di dio, che ha cominciato da subito a occupare spazio, tempo e amore. Riuscendo subito nei suoi intenti, grazie anche alle allergie e intolleranze che ha portato in dote.
E noi? A rincorrerli tutti i giorni, a donare amore a piene mani, a crescerli nell'angoscia di un mondo che non si capisce più.

giovedì 12 marzo 2009

Hai voluto la bicicletta?

Questa è la frase preferita di chi ascolta le mie sensazioni di padre non di primo pelo.
Oppure, con cadenza fortemente meneghina ti sbattono in faccia un 'mica te l'ha ordinato il dottore, no?'. Come dire poche balle e pedala (con la bicicletta di prima...)
Sembra quasi di dar fastidio, anche alle persone più intime, che ti sono più vicine.
E allora scrivo, così forse qualcuno legge, e forse qualcuno risponde, e forse qualcun'altro, i più, stanno zitti e sorridono.
Qualche settimana fa il Corsera edizione di Milano ha pubblicato un articolo sull'aumento dei padri (lo trovi qui) con barba grigia.
Un fenomeno che, almeno a Milano, sembra crescere vorticosamente e che coinvolge uomini eterni peter pan un po' rinsaviti, quelli al secondo/ennesimo matrimonio e quelli che hanno posizioni economiche che glielo consentono.
E i nonni che dicono? E i nonni si adeguano, se ci sono ancora, e pedalano in tandem...

mercoledì 11 marzo 2009

Nasce tutto una mattina

Tutto nasce un giorno preciso, una mattina, verso le nove, accompagnando Pilù alla scuola materna. In auto, maledizione, perché diluviava.
Tragitto poco più di un chilometro, tempo richiesto 3minuti e forse qualche secondo.
Silenzio nell'abitacolo e a un certo punto parte il fendente.
-Papà, ma la tua mamma perché è morta?
La macchina sbanda paurosamente, 'pela' millimetricamente quelle in sosta, le mie mani cercano sudate il volante e i miei occhi, così senza avvisare, si riempiono di lacrime. Ma mando giù, perché il vero uomo non piange MAI, neanche quando ti stanno staccando un braccio con una tenaglia.
- Beh, amore mio, era anziana, molto, e purtroppo molto malata e quindi a un certo punto i dottori non sono più riusciti a guarirla. E' successo tre anni prima che tu nascessi.
- Ok, mi risponde, come se avessi risposto a una quotidiana domanda sui Gormiti. E continua.
- Ma tu non muorirai mai vero?
Io, prima di scogliermi in questo amore sconfinato (ti voglio vedere quando avrai 14anni e mi odierai a sangue!!!), gli confermo che resisterò ancora a lungo, salvo imprevisti (ma questo non glielo dico).
Poi arriviamo a scuola, posteggio, spezzamento della schiena per trascinarlo giù dal seggiolino, accompagnamento all'aula, convenevoli con educatrici e mamme di bambini altrui, ri-uscita e ri-possesso del volante.
Bene, è stato in quel momento, in quel preciso momento, sotto un'acqua torrenziale, che ho realizzato, dopo mesi di segnali continui anche fisici, di avere due figli, uno di 4 anni e rotti e una di un anno e mezzo, e di averne 52 alla fine di questo maledetto 2009, anno II della Grande Crisi.
E mi sono detto: ma tu sei completamente da ricoverare....

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...