Quasi novanta, non sono pochi.
E infatti mio padre, solo da anni, comincia dare segni di vecchiaia forte, quella pericolosa.
E aldilà del fatto che la cosa stringe al cuore, pone problemi organizzativi e di sicurezza non da ridere.
Finalmente ha accettato il fatto che qualcuno venga periodicamente a fare le pulizie. Anni di battaglie, vere e proprie. L'importante è che si sia convinto. Ora la casa è presentabile.
Ma adesso si presenta il problema della sua 'affidabilità'.
Per l'ennesima volta ieri mi ha telefonato alla dieci del mattino per chiedermi se era mattino o sera. Ha questi continui scompensi temporali, di sentirsi sperduto.
Ha da poco concluso un giro di esami accurati la cui diagnosi è stata chiarissima: sta meglio di voi (figli). Il medico così ci ha detto. Il problema è che ha novantanni.
Ma come faccio a dirgli che è meglio che ci sia una persona con lui qualche ora al giorno per aiutarlo, seguirlo e controllarlo?
Brutto invecchiare.
Ancora di più morire prima, però.
domenica 29 novembre 2009
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