lunedì 23 novembre 2009

Lui, Lei e l'Altro. E l'Altra?

UNO

Stavano insieme da tempo. Forse troppo.
Avevano diviso la vita per molti anni. Avevano condiviso progetti, sogni e speranze. Ma anche difficoltà.
Una vita in comune, solida, costruita, passo dopo passo. Una storia di successo.
Poi un giorno comincia tutto a scricchiolare. E' bastato un piccolo colpo di vento e tutta la casa, di solide fondamenta almeno in apparenza, ha preso a ondulare pericolosamente, le pareti sembravano inclinarsi paurosamente.
Che succede? Beh, come da copione, arriva l'altro. Un altro. Un altro uomo.
Chi è? Mah, forse non ha neanche tanto importanza se sia bello, brutto, alto o grasso all'inverosimile.
E' un altro, uno nuovo, che si insinua, che fa il suo gioco, che altera gli equilibri, che mette in discussione lo status quo.
Lui ne aveva avuto sentore. L'aveva annusato come un cattivo odore che improvvisamente si manifesta. Quando lo senti che fai? Agiti la mano, cerchi di mandarlo via, al limite apri la finestra per 'cambiare aria'.
E allora Lui aveva cominciato a insospettirsi, a farsi qualche domanda, a cercare di darsi qualche risposta.
Fino a un giorno, preciso, quel giorno lì.
Forse pioveva, oppure c'era il sole. Un giorno come un altro, scandito dalle solite cose.
Ma quel giorno lì decide che vuole sapere. Sapere tutto. Dalla A alla Z, e soprattutto decidere. Decidere se continuare, se mandare tutto al diavolo, se sacrificarsi, se affondare la lama della rivalsa. Comunque decidere, perché star fermi è come morire.
E allora la sera, davanti a un piatto di spaghetti, la voglia di sapere supera qualsiasi imbarazzo.
E nel silenzio rotto solo da qualche colpo di mandibola un po' più assordante, di punto in bianco, Lui cala l'asso.
- Tu hai un altro?
Di solito nei film a una domanda del genere, buttata improvvisamente tra parmigiano e pommarola, l'interpellata scoppia in una tosse convulsa, a metà tra 'meglio prendere tempo prima di rispondere' e il reale tentativo di suicidarsi per soffocamento.
In questo caso invece Lei non fa una piega, sorride imbarazzata, inforca otto etti di spaghetti con un colpo solo e continua a mangiare.
Bello, pensa Lui, non la sapevo così vorace. Non si finisce mai di conoscersi.
Mentre il ruminio continua, Lui la fissa. Una goccia di sugo cade sulla tovaglia.
- Non me lo chiedere, gli risponde Lei, dura come il granito.
Era preparato a tutto.
All'aggressivo 'che cazzo stai dicendo, sei pazzo?', al melenso 'ma cosa dici caro, lo sai che ti amo alla follia e che sei tutta la mia vita', fino all'interlocutorio 'e tu?'.
Ma 'non me lo chiedere' proprio non l'aveva contemplato, non era nelle sue corde.
E ora che dico?, si ritrova a pensare l'uomo tutto d'un pezzo capace di prendere la decisioni più giusta in ogni occasione, anche la più difficile.
Rintuzzo? Richiedo? Cambio discorso? Mi incazzo come una bestia urlando 'che cazzo vuol dire non me lo chiedere?', oppure prendo tutto il servizio di cristalleria, eredità della povera nonna boema e nobile e lo scaravento giù dall'ottavo piano?
- Prego? è tutto quello che riesce a partorire, e mentre la pronuncia quella parolina breve e innocua pensa che forse è la migliore risposta che potesse dare. L'arte della diplomazia, dialettica e non, è fondamentale in certi casi.
E soprattutto è Lei, almeno Lei!, che deve rispondere.
(to be continued, forse)

2 commenti:

  1. ma l'altra quando arriva?
    aspetto con ansia il secondo capitolo!

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  2. Sto pensando, come Murdoch, a farmi pagare. 100 euro per sapere come continua il racconto del secolo...
    Chi vivrà vedrà.
    Salutami Marco (e suo fratello...)

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