Uno spettacolo vero e proprio.
Oggi, per questa orripilante usanza di Halloween, direttamente importata dai colonizzatori di armi e di cultura, Pilù ha avuto la possibilità di partecipare alla sua prima festa delle zucche vuote.
Ma a parte le considerazioni inutili sulla ricorrenza, Pilù è stato spettacolare.
Dopo un tragitto in macchina non cortissimo in cui è riuscito pure ad addormentarsi, Pilù si è ritrovato calato, in catalessi, improvvisamente in una realtà che non conosceva, circondato da sciami di ragazzini vestiti da streghe e maghetti che urlavano e correvano in giro per il palazzo.
Eppure dopo un primo momento di sbandamento, in cui si nascondeva dietro le mie gambe, ha cominciato a capire i flussi e gli equilibri, e ha pianificato una strategia degna del miglior combattente.
E a un certo punto mi chiede:
- Papàààà, posso andare anch'io a fare casino?
- Siamo qui per questo, Pilù, gli rispondo con fare fermo, anche se con un'ansia che non vi dico.
Bene. Detto e fatto. Non l'ho visto praticamente più.
Ogni tanto, nel giardino dove ci si ritrovava, lo vedevo sfrecciare insieme a una banda di assatanati che correvano alla scoperta di non so quali demoni nascosti nel buio.
Un soddisfazione per gli occhi. Per quasi un'ora, ininterrottamente.
Siamo rientrati a Milano che era sera inoltrata, e con l'ora solare buio pesto da ore.
Lo pensavo sfinito e che sarebbe crollato nel viaggio di ritorno. Niente da fare, sveglio come un grillo.
E prima di arrivare a casa, passando davanti all'ennesimo inutile centro congressi e uffici in costruzione alle porte della città, concede anche il pensiero profondo, guardando il palazzo che nella notte, illuminato, si erge nel nulla.
- Un palazzo tutto di vetro. Ma non può reggere, un palazzo solo di vetro senza sostegni che reggano la struttura.
Giuro, testuali parole.
Speriamo non sia un presagio...
E intanto BiBì a casa con il febbrone.
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