sabato 24 ottobre 2009

Sensini di colpina

All'inizio non urlavo mai. Ma c'era solo Pilù, che a parte qualche caso sporadico e ben motivato, è sempre stato molto, anche troppo, 'giudizioso, come si diceva una volta.
Ricordo una sera da amici in cui lui, sicuramente causa l'ora tarda e il suo sfinimento, cominciò una scenata pazzesca; seguita dopo un po', ormai incapace di contenermi, da una delle peggiori prova di me stesso. Le mie urla si sentivano anche oltre provincia.
Oggi, con BiBì, le cose sono diverse. Sono passati anni maledizione, con due figli le cose si fanno sempre più difficili, e lei vale per un plotone di guastatori dell'esercito tedesco.
Prova durissima.
Corriere.it di oggi ci rifila, garbatamente, l'ennesima analisi della giungla familiare, delle colpe dei genitori, dei figli che si educano con il confronto e non con lo scontro.
E la reazione di tutti i genitori, almeno la mia, è la solita: perché non provate voi, studiosi analisti universitari pure americani, ad avere figli e poi vi misurate quotidianamente con il caos che ne deriva?
Ma anche questa reazione è scontata, emotiva, e pressoché inutile al fine di capire.
E allora? Allora credo che sia inutile improvvisarsi santi, pedagoghi da strapazzo, oppure genitori modello. Non lo siamo, o almeno io non lo sono.
Creco di fare del mio meglio. Conto fino a cinque, cambio stanza, discuto, cerco di convincere, ragiono, affronto il tema da diverse angolazioni, vado incontro, ascolto. Ma fino a un certo punto.
Credo che l'unico obbiettivo che i genitori si devono dare è di puntare al meglio sapendo che qualcosa scappa, che la perfezione non esiste, che a volte perdi la calma.
E urli, sì urli, scaricando in quelle urla tutta la frustrazione del momento, ma anche tutto quello accumulato, dentro e fuori, a casa e in ufficio, contro il tempo che passa oppure perché non passa mai.
Almeno tutti siamo consapevoli che, a differenza di una volta (ancora adesso alcuni schiaffi sembrano fare male...), alzare le mani è inutile, dannoso, fa male e basta, e lascia segni che travalicano anche i decenni.
Poveri figli, ma anche i genitori...

Nessun commento:

Posta un commento

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...