mercoledì 14 ottobre 2009

... e neanche un po' di vergogna!

E' che in questo spazio si raccontano scene di vita famliare, problemi di crescita, si fanno considerazioni a tutto tondo. Sempre con una certa leggerezza. Il tutto da dietro a una scrivania dell'ufficio, oppure da casa, al caldo, spesso dopo avere cenato e giocato con i propri figli.
Ma quando ti trovi di fronte notizie come queste, che conosci comunque, perché non vivi fuori dal mondo, ma che a volte ti nascondi, allora ti accorgi non solo di quanto sei un privilegiato, ma soprattutto che ogni tanto è necessario riportare la barra al centro, riallineare la percezione con la realtà, e soprattutto liberarsi di inutili questioni, chiacchiere al vento e stupide cose.
Un miliardo di persone che soffrono la fame, nel mondo. Un miliardo, signori - poco meno dell'intera popolazione cinese. Un miliardo.
E oltre un sesto della popolazione. E la parte maggiore saranno sicuramente i bambini, che infatti raggiungono livelli di mortalità in continua crescita. E la crisi naturalmente non aiuta: sono cento milioni in più dell'anno scorso, cento milioni - poco meno delle popolazioni italiane e francesi messe insieme. E cominciano a fare classifica anche paesi che fino a ora non avevano riscontrato problemi di questo tipo.
E in tutto questo, nell'ultimo anno, gli aiuti dei cosiddetti paesi ricchi a quelli più poveri si sono ridotti del 25%. Noi sapete che siamo tra i primi in questa macabra classifica.
Tutto fantastico. Alla faccia di chi ostentava una sicurezza da elefante raccontandoci che la globalizzazione avrebbe consentito di risolvere tutti i problemi più spinosi del mondo, compresa fame e sviluppo. Globalizzazione e libero mercato.
Bene, però ricordiamocelo tutti, sempre, ogni giorno, tutte le mattine quando ci facciamo la barba o ci trucchiamo davanti allo specchio: viviamo sulle spalle dell'altro mondo e ce ne vantiamo pure.

1 commento:

  1. Eh no Paolo, io non mi sento affatto sulle spalle dell'altro mondo e tantomeno me ne vanto, anzi ne sento il peso, nonostante che ognuno di noi, davanti ad un problema di tale portata sia nel suo piccolo, impotente, mi sento solo tradita da chi, raccontandoci fandonie per alleggerirci la coscienza, ha fatto i suoi immondi interessi, mi sento casualmente fortunata per essere nata qui e non in Congo o in Uganda,mi sento schiava di uno stipendio che mi permette di vivere ma che mi impedisce di scegliere di seguire altre vite possibili oltre questa.
    Manca la volontà di togliere il terzo mondo dal pianeta, oggi si muore ancora di semplice diarrea ( bastano 25 cent per una pastiglia che gli salva la vita) ma nessuno se ne cura, anzi si preferisce per profitto vaccinare noi, per una banale influenza.Chi puo' lasciare tutto , lavoro, moglie , figli e partire?...ben pochi
    La minima cosa che possiamo fare qui, e che se tutti la facessimo non sarebbe "una paglia" è di non votarsi alla massificazione, al consumismo, alle cazzate della moda,allo spreco forsennato in qualsiasi campo, questa è una vera e propria BESTEMMIA all'umanità ! Ma qui ognuno di noi SI CHE NE E' RESPONSABILE, POSSIAMO DECIDERE LA NOSTRA ETICA DI VITA,possiamo decidere se invece di fare un albero di natale con cristalli swarosky e palle d'oro di farlo in legno e stoffa e di destinare 200 euro ad una missione,possiamo insegnare ai figli a regalare con le proprie mani i( vecchi) giocattoli ai bimbi disagiati della propria città! e lì ti accorgi di quanto sia forte l'egoismo atavico dell'uomo, possiamo..............?
    Un caro saluto, Nicol

    RispondiElimina

Il vento, il cappello, l'uomo

Dove: una grande piazza centrale della città. Quando: una mattina invernale, all'alba, con sole appena nato, cielo terso e vento gelido,...