giovedì 11 giugno 2009

"...una ricordanza, una ripetizione..."

Oggi va così, ci si ciba di nostalgia.
Ogni tanto ho dei riflussi violenti dei tempi passati, dei 'bei' tempi andati, e amenità del genere.
Sarà che stanotte, la prima notte di sonno pieno dopo settimane, ho sognato qualcosa di simile al passato. In un nebbioso sogno si manifestavano la mia famiglia, il liceo, amici che non so più neanche dove vivano, e le vacanze, quelle vere, mica quelle sciacquette di oggi. Un frappè di passato che faccio fatica a mettere a fuoco, ma che improvvisamente mi fa masticare amaro.
Devo ancora comprendere se la nostalgia è direttamente proporzionale allo stare bene, oggi, se entra prepotentemente nella vita di ognuno in particolare quando il quotidiano dà segni di stanchezza. Una risposta affermativa a questo quesito, perdonatemi, è banale. E non ci si può fermare alla banalità.
Io ho sempre convissuto con grande serenità con la nostalgia. Il ricordo, il 'rimembrare' è sempre stato parte della mia vita, senza per questo soffrire il presente. E' un piacevole diversivo alle pochezze di tutti i giorni. Basta un piccolo appiglio, un'improvvisa coincidenza e la mente viaggia, riprende odori di un tempo, riascolta suoni ormai dimenticati, prova sensazioni ormai sopite.
Ricordare non è rifuggire. Ricordare è raccogliere se stessi.
Vi rimando alle meraviglie letterarie di Leopardi. Io sono solo un suo indegno servo.

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