venerdì 22 maggio 2009

Un dottore, presto!, un dottore

- Ciao amico!
- Ciao amico!
Quasi tutte le conversazioni di Pilù con i suoi amici/compagni di scuola che si incontrano all'entrata al mattino oppure ai giardini per giocare iniziano così. Grandi abbracci, baci che volano, sorrisi complici.
E stamattina, dopo il 'Ciao amico' con l'Ale scatta la corsa per entrare a scuola.
E, come spesso capita, boom! per terra, sull'asfalto pieno di ghiaia. Urla (senza pianto stamattina), mani bucherellate dai sassolini, e - primo giorno con i calzoni corti!!! - ginocchio sinistro completamente sbucciato. Sangue e cotillons.
Ho un ricordo nitido. Credo avessi intorno ai sei anni, o poco più, estate, in montagna. Sono caduto correndo sulle due ginocchia e mia madre mi aveva messo due croci di cerotti in bella mostra; una per ginocchio. Sembravo in partenza per la Terra Santa. Chissà come mai la mente trattiene per tutta la vita ricordi così marginali...
Entriamo a scuola, e ci buttiamo subito in infermeria per disinfettare, curare, calmare, accarezzare. Pilù è tesissimo, lo si percepisce, e infatti non dice una parola.
- Brucia? gli chiede la signora della scuola.
- No, per niente, le risponde.
E si gira verso di me: - Papàààà, ormai io sono un uomo.
E ha ragione.
E andando in ufficio pensavo 'oggi vendo tutto e da domani ci va lui a lavorare....'

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