Oggi la mamma di tutti gli squali si è involata all'alba per Roma.
Si svegliano verso le 7 e un quarto e mi aspetto il delirio, senza lei.
BiBì in particolare. Pilù ormai è grande.
Lei si sveglia chiamando la mamma, come tutti i giorni e io mi avvicino al letto con circospezione. Sfodero il miglior sorriso dei manuali del papà perfetto e sono investito da un acuto callasiano doc, e da una serie di 'nononono...'.
La vedo dura. Cerco di distrarla con l'aiuto di Pilù.
E lei, dopo poco smette, mi guarda e - evento degli eventi - mi sorride e urla 'Papà' gettandosi tra le mia braccia.
Sono spiazzato anch'io da tanta tenerezza, abituato a essere relagato al ruolo di assistente comprimario.
Ed è tutto un'escalation. La cambio tra le risate, la vesto tra solletici e scherzetti vari, andiamo a fare colazione tutti e tre come in uno spot del Mulino Bianco, usciamo di casa correndo, tra il sole e il caldo di questa giornata.
Al nido non vuole lasciarmi più, la abbandono tra le braccia dell'educatrice in lacrime, disperata. Me ne vado con il senso di colpa quotidiano al massimo, per portare Pilù alla scuola materna.
E Pilù, nel tragitto, mi dice: 'Papàààà, tu sei il papà più buono del mondo'.
Cercando di non uscire di strada penso... 'sicuramente il più fortunato'.
Anche se pure oggi ho dimenticato a casa il cellulare, e mi tocca tornare indietro.
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