venerdì 17 aprile 2009

Amici, quelli veri

E' di ieri, ma c'è anche oggi con tanto di filmato che documenta il servizio fotografico, la notizia di una Reunion dei protagonisti di Marrakesh Express di Gabriele Salvatores. Dopo anni. E se anche solo per uno scatto fotografico per una copertina, il fatto ci fa volare a quegli anni (anche prima!!), alle battute del film, all'amicizia, quella vera.
Anche 'noi' eravamo in quattro, più un quinto sempre lontano.
E anche noi abbiamo condiviso quasi tutto, a volte anche le donne, maledizione!!, le vacanze on the road, le passioni politiche (a volte molto lontane!!), le discussioni cosmiche sul senso della vita e sul significato della morte.
Le famose vacanze in Grecia nel 1977 (è una frase anche del film), suonare la chitarra e cantare canzoni di lotta sulla spiaggia di notte con oltre cento persone intorno, l'autostop (poco perché siamo sempre stati un po' snob), piangere insieme la morte dei genitori di alcuni, condividere le separazioni e le fine dei matrimoni di altri.
E anche noi, eccheccavolo!, avevamo le nostre frasi, che hanno travalicato il tempo e le mode.
Una su tutte. Naturalmente mia. Non violo il copyright di altri.
'Se non c'erano i Beatles noi non eravamo qui'. Frase lapidaria pronunciata al tramonto su un spiaggia cretese, forse, a seguito di una discussione biblica mai terminata sul senso di essere lì e sul suo perché, sulle nostre generazioni, sulle nostre scelte.
Oggi tutto è più difficile. Ci si vede poco, qualcuno abita lontano, ci sono i divorzi, le famiglie, i figli, la stanchezza e il riconglionimento che avanza.
Ma sembrerà banale, ma dio mio quanto è vero!, ogni volta che ci si ritrova tutto rinasce in pochi secondi. Quell'intesa immediata, quelle cose che è inutile dirsi - e che nella vita di tutti i giorni sei obbligato ogni secondo a puntualizzare - quel sistema di scherzare/rsi, quel modo, caldo, comodo, piacevole e confortante di stare insieme.
Sono sensazioni meravigliose che appartengono a noi, solo noi, e tutto il mondo fuori può solo guardare.
Questa è amicizia. Sapere che c'è e che se serve arriva. E tutto il resto all'inferno.

2 commenti:

  1. Ciao Paolo,
    sono un'amica di Ilaria, che ho già ringraziato tantissimo per avermi "passato" il tuo blog. Tra risate, riflessioni e grande interesse, ormai è diventato la mia "sbirciata" quotidiana. In questo momento mi sento vicina al tema amicizia, quella vera. Ho anch'io il gruppetto di amici che, se immagino un futuro, riconosco (e spero!) al mio fianco. E anch'io ho una vacanza in grecia! Nel 2003, on the road (sterrati compresi), campeggi selvaggi e istanbul come meta..Vacanza indimenticabile: uno di quei cinque e scarrupati amici, ora uno è anche mio marito! Il quale, tra l'altro, ha uno zio che gli ha fatto passare l'infanzia a cantare TUTTE le canzoni dei Beatles. Mi diverto da morire quando vedo scritte le tue frasi sui 4 di Liverpool: mi sembra di sentire lo zio Foffo che, ancora nel 2009, se a Natale gli regali qualcosa dei Beatles è contento come un bambino (in lizza con l'Inter e gli orologi).

    Non è facile certo seminare. Ma è ancor più difficile riconoscere che il raccolto è quello che capita e non quello che ti aspetteresti in cambio. Cerco sempre di ricordarmi che i rapporti sono individuali e che un'amicizia non è uguale all'altra, ma caspita come è difficile digerirlo. Cerco ogni tanto di rispolverare la consapevolezza di accettare ciò che arriva. Forse sono le amicizie con i dare-avere implicitamente o esplicitamente equilibrati che fanno strada e tempo? mah, non saprei.
    Per fortuna conosco la sensazione di immediata confidenza di cui parli. e devo dire che già per questo mi sento fortunata.

    E' un piacere leggerti e complimenti per i tuoi simpaticissimi squali!!

    Simona

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  2. Ti ringrazio Simona del messaggio. Scusa per il ritardo.
    L'amicizia è un bene da tenere stretto. Nel tempo.
    L'importante è non 'distrarsi' mai, perché è facile perderla.
    un caro saluto

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